Si è spento all’età di 70 anni all’ospedale delle Asturie
Dopo alcune settimane di malattia legate all’infezione da COVID-19, è venuto a mancare quest’oggi Luis Sepúlveda, celebre scrittore che ha vissuto tra l’America latina in cui è nato e l’Europa in cui ha trovato un’ancora di salvezza. Si è spento, quindi, all’ospedale delle Asturie all’età di 70 anni.
La vita di Luis Sepúlveda è sempre stata molto particolare: prima esule politico, poi un forte rivoluzionario, ecologista e controcorrente. La sua carriera da scrittore iniziò con un racconto che fu bollato come pornografico dal preside del suo liceo a Santiago del Cile, per questo passo: “Era il ’63. Ci innamorammo tutti della nuova professoressa di storia. La signora Camacho, una pioniera della minigonna”. Quella volta, però, lo stesso preside riconobbe la sua grande bravura.
L’opera certamente più emblematica è La Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, ma Luis Sepúlveda era molto di più grazie alle sue favole con contorni reali che raccontavano sempre l’eterna lotta tra bene e male. Non amava la cronaca puntigliosa, ma lasciava sempre l’alone di finzione che intrecciava con i fili della vita reale per dare vita a personaggi caricaturali inzuppati di passioni e ideali.
Proprio per questi motivi finì in carcere e dopo due anni e mezzo fu espulso, nel 1977, dal Cile e subito si unì ad una missione dell’Unesco per studiare l’impatto della civiltà sulle popolazioni native. La sua carriera gli permise di ricevere numerosi premi e riconoscimenti, tra cui nel 2001 il Premio della Critica in Cile, forse il più significativo di tutta la sua vita.