Luto – La Recensione

Luto

Luto è il risultato di una ricetta videoludica che prende quanto di buono fatto con P.T., ci aggiunge un pizzico Doki Doki Literature Club! e farcisce il tutto con i principali ingredienti di Layers of Fear e The Stanley Parable.

Sviluppare videogiochi horror nel 2025 è al tempo stesso molto facile e molto difficile. Si tratta, infatti, di un mercato che vanta un’utenza molto accorata, alla costante ricerca di nuove esperienze. Allo stesso tempo, però, è davvero complesso dare vita a qualcosa di nuovo. Qualcosa in grado di sorprendere, spaventare e, perché no, emozionare il giocatore. Il risultato è che spesso si decide di percorrere la strada più sicura. Una strada che conduce a opere fortemente narrative e lineari, coadiuvate da tematiche forti e da qualche “jump scare”, spesso ormai prevedibili. 

I ragazzi di Broken Bird Games, software house con sede nell’isola spagnola di Gran Canaria, hanno però tentato un approccio differente per la loro opera prima. Prendendo come spunto diversi elementi da altri giochi, Luto approda su piattaforme PlayStation, Xbox e su PC con l’intenzione di sorprendere e di trascinare il pubblico nelle profondità della psiche umana. Basteranno le buone intenzioni degli sviluppatori per dare vita a un prodotto meritevole di attenzione? Scopritelo insieme a noi nella recensione di Luto!

Luto

A UN PASSO DALL’ABISSO

Come accennato in apertura, i videogiochi horror degli ultimi anni ruotano spesso attorno agli stessi temi e alla medesima struttura. Da questo punto di vista, Luto può non sembrare un’eccezione. La trama vede protagonista un uomo di nome Samuel che, improvvisamente, si trova impossibilitato a uscire dalla propria dimora. In un loop dove le giornate si susseguono sempre uguali, un voce si fa spazio nella sua mente. Cosa vuole questa misteriosa entità? Perché gli parla come se fosse il narratore di una storia? E cosa nasconde il seminterrato di quella casa, che Samuel sente sempre meno sua? Domande alle quali Luto fornirà delle risposte, talvolta complesse, altre volte prevedibili e altre volte ancora del tutto inaspettate.

Luto (che in spagnolo significa, appunto, “lutto”) ragiona sul tema della perdita e su quanto gli spettri non siano tanto il residuo di chi se ne è andato, quanto le emozioni di chi è rimasto. Per narrare ciò, i ragazzi di Broken Bird Games continuano a mescolare le carte in tavola, trovando continuamente nuovi modi per comunicare con il giocatore. Tra soluzioni registiche sorprendenti e dialoghi brillanti, Luto tiene le mani dell’utente incollate al pad (o alla tastiera) per tutte le quattro ore di durata. Evitiamo volutamente di entrare nel dettaglio per non rovinarvi la sorpresa, ma ci sono stati diversi “momenti wow” durante la nostra partita. Momenti che probabilmente non dimenticheremo per un po’ e che siamo davvero felici di aver vissuto.

C’è però un “ma” da tenere in considerazione quando ci si avvicina a questa chicca spagnola. Gli sviluppatori, forse per dimostrare le loro capacità, hanno ingarbugliato un po’ troppo il racconto. Un racconto che, in fondo, non appare particolarmente elaborato, ma che risulta narrato in modo complesso. Quasi “criptico”, azzarderemmo. Si tratta senza dubbio di una precisa scelta stilistica, ma non ci stupiremmo se in molti arrivassero al finale senza aver capito tutte le sfumature della storia. Se questa caratteristica sia un pregio o un difetto lo lasciamo decidere a voi. Ci sembrava però giusto evidenziare una struttura quantomeno atipica.

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LENZUOLA E PASSEGGIATE

Se Luto sceglie sentieri atipici per raccontare le avventure di Samuel, lo stesso non si può dire della struttura ludica dell’opera di Broken Bird Games. Siamo di fronte ancora una volta a un titolo fortemente narrativo che conduce il protagonista in diversi punti della casa (e non solo) con l’obiettivo di raccontargli una storia. Nel mezzo ci sono semplici puzzle ambientali e collezionabili da raccogliere, ma nulla di davvero entusiasmante o particolarmente ricercato. Il punto di forza del gameplay di Luto è quello di essere sempre perfettamente coerente con il racconto. Una coerenza quasi maniacale, che denota un’evidente sudditanza di qualsiasi altra caratteristica del gioco al comparto narrativo.

Una prova di questa affermazione sta nell’elemento horror del gioco. Luto punta a spaventare attraverso l’utilizzo del sound design e la presenza di misteriose figure avvolte da lenzuola. Peccato, però, che si finisce presto per realizzare che queste figure sono sì necessarie per il racconto, ma del tutto inutili sotto il profilo puramente ludico. Gli “spettri” non attaccano (quasi) mai il giocatore e la costruzione della tensione non raggiunge mai un vero apice. La conseguenza è che se nulla è realmente pericoloso, allora nulla fa realmente paura. Abbiamo affrontato la seconda metà del gioco con estrema tranquillità, affascinati dalla sceneggiatura, ma del tutto immuni a qualsiasi momento horror il gioco volesse propinarci. Una scelta che, purtroppo, mina in parte l’ottimo lavoro fatto dagli sviluppatori nella costruzione di alcune sequenze. 

Speriamo che con la loro prossima opera questo difetto possa essere limato, in modo da dare vita a un progetto in grado di valorizzare la passione per l’orrore dei dev. Una passione tradotta in modo tutt’altro che banale, ma troppo integrata con il racconto e spesso slegata dal gameplay.

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I TRUCCHI DEL MESTIERE

Esteticamente, Luto non è un’opera che punta su particolari soluzioni artistiche o sul design di creature e ambienti. Lo scopo dei ragazzi di Broken Bird Games era quello di dare vita a un mondo realistico, fatto di luoghi verosimili realizzati attraverso il sapiente utilizzo dell’Unreal Engine. Obiettivo che riteniamo sia stato raggiunto, seppur con qualche compromesso. Quando il gioco dovrebbe mostrare in scena le varie entità, infatti, ecco che i dev hanno trovato delle soluzioni grafiche per fare in modo da ottenere il risultato emotivo voluto, senza però dare fondo a modelli tridimensionali troppo elaborati. Piccoli trucchetti per ottimizzare quello che è, evidentemente, il primo progetto di una talentosa software house, ma senza grandi risorse.

Ottimo invece il comparto sonoro, composto da musiche d’atmosfera dosate alla perfezione e da un doppiaggio in inglese di altissimo livello. Doppiaggio che, per testi e intonazione, ci ha ricordato in diversi momenti quel capolavoro di The Stanley Parable. Segnaliamo, infine, l’assenza di sottotitoli nella nostra lingua. Nulla di davvero disastroso, dato che l’inglese utilizzato è comprensibile da chiunque abbia un pizzico di dimestichezza con la lingua d’Albione. È però sempre un peccato notare come l’italiano sia sempre più messo in disparte, in favore di altre nazioni più ricettive nei confronti del mercato videoludico.

LUTO, IL COMMENTO FINALE

Luto è una straordinaria dimostrazione di forza da parte di Broken Bird Games. Un titolo che, nonostante gli inevitabili difetti di un’opera prima, coinvolge, sorprende ed emoziona. Siamo di fronte a un thriller sovrannaturale molto affascinante, incapace di spaventare, ma, caratteristica ben più interessante, capace di far riflettere il giocatore. Se amate le produzioni sulla scia di Layers of Fear, ma con un tocco più “bizzarro” nella messa in scena, allora dovreste recuperare Luto quanto prima. Siete titubanti sull’acquisto, ma curiosi di approfondire questo titolo? Allora mettetelo nella vostra wishlist e aspettate il primo sconto disponibile. In ogni caso, sappiate che i ragazzi di Gran Canaria hanno tutte le carte in regola per riuscire a sorprendervi, ricordando a tutti come nelle botti piccole possa celarsi il vino buono.

Luto è disponibile su console e PC.

Luto
Luto – La Recensione
Pro
Grande atmosfera
Creativo più di quanto ci si potrebbe aspettare
Alcune soluzioni stilistiche potrebbero lasciarvi a bocca aperta
Contro
Talvolta si perde nella forma del racconto, mettendo in secondo piano il contenuto
Ci si spaventa raramente
Comparto tecnico che non riesce a nascondere il budget ridotto
8
Voto