Meg’s Monster è un racconto sull’accettazione di se stessi e dei propri difetti.
Con l’uscita di Undertale ormai quasi otto anni fa, il mercato indipendente è stato invaso da storie importanti narrate tramite videogiochi in Pixel Art. Sono decine ogni anno, i giochi narrativi che provano a lasciare più di una sfida al giocatore, che provano a loro modo a trasmettergli un messaggio o un insegnamento. Si tratta spesso di giochi che si completano in una manciata d’ore ma che, se riescono nel loro intento, vengono ricordati per sempre da chi li completa. Con Meg’s Monster, Odencat prova a trasmettere diversi messaggi, tra cui la difficoltà di accettare se stessi e gli altri nonostante i difetti.
Disponibile dal 2 marzo su PC, Nintendo Switch e Xbox, scopriamo insieme pregi e difetti di Meg’s Monster.
Versione testata: Nintendo Switch
Roy è un mostro semplice. Vive da solo, esce solo per raccogliere la pece magica di cui si ciba, e a volte pass ai pomeriggi col suo migliore amico Golan. Nulla di troppo complesso, e la vita del Sottomondo scorre tranquilla giorno dopo giorno. Finché una mattina, Roy e Golan si imbattono nella piccola Meg, caduta dal mondo degli umani e alla ricerca della mamma. Un po’ controvoglia, Roy decide di prendere in custodia la bambina, anche per impedirle di piangere. Quando Meg scoppia in lacrime infatti, la temperatura del sottomondo si alza, e tutto sembra in procinto di esplodere. Per evitare disastri, Roy promette alla bambina che troveranno la mamma scomparsa, dando il via a un racconto di conoscenza di se stessi e di ciò che ci sta attorno.
Questa è la semplice premessa narrativa di Meg’s Monster, che nel corso delle cinque ore necessarie a essere portato a termine, metterà a schermo un cast variegato e ben caratterizzato, fatto di mostri e di umani. Se alla base di tutto troviamo la già menzionata accettazione di sé, il titolo di Odencat non si risparmia colpi di scena fantascientifici e virate narrative inattese.
Meg’s Monster è principalmente un’avventura in pixel art, che può contare su una traduzione completamente in italiano e sulla colonna sonora di Reo Uratani (Monster Hunter, Atelier Ryza) e un main theme cantato da Laura Shigihara (To the Moon, Deltarune). Tra un evento e l’altro però, Odencat ha inserito dei combattimenti a turni. A metà tra Pokémon e Final Fantasy, Roy è come se fosse il boss di fine gioco. Il mostro ha infatti 99999 HP, e dovrà giostrarsi tra gli attacchi nemici per impedire che Meg subisca troppi danni. Ogni lotta sembra simile alle precedenti, ma più si prosegue nel gioco, più Odencat propone delle varianti, trasformando lo scontro in un vero e proprio evento narrativo in funzione del viaggio dei protagonisti.
Meg’s Monster non è mai difficile, e sebbene alcune sfide siano meno ispirate di altre, riesce comunque a trasmettere il proprio messaggio. Il titolo sembra pensato appositamente per la modalità portatile di Nintendo Switch, e per essere giocato comodamente sdraiati sotto le coperte.
Con poco meno di venti euro, potete portarvi a casa l’avventura narrativa di Odencat che riesce a tagliarsi tranquillamente uno spazio tra i colossi usciti negli ultimi mesi.
Meg’s Monster è disponibile dal 2 marzo su PC, Nintendo Switch e Xbox