Morbius: la recensione del nuovo film Marvel-Sony
Dopo almeno 7 rinvii, causati dalla situazione sanitaria e da scelte produttive, Morbius è finalmente arrivato nelle sale italiane. Dal 31 marzo, infatti, troverete in programmazione il nuovo film targato Marvel-Sony con protagonista Jared Leto. Un nuovo capitolo dello Spider-Verse di Sony dedicato ad un famoso villain del bimbo ragno. I trailer avevano lasciato grande spazio alle speculazioni. Peccato che le promesse a lungo protratte non siano state mantenute. Morbius è una pellicola completamente diversa rispetto a quanto trapelato dai trailer. Forse piacerà ai fan di Venom ma i detrattori della pellicola con protagonista Tom Hardy non saranno soddisfatti. Ecco la nostra recensione di Morbius.
Ecco il final trailer di Morbius
La recensione di Morbius
Dopo il grande successo di Spider-Man No Way Home le aspettative nei confronti di Morbius erano più elevate del previsto. Le domande e le teorie che affliggevano i fan del bimbo ragno erano svariate e tutte collegate ad alcuni frame del trailer di Morbius, la presenza di un murales di Spider-Man e di Michael Keaton tra tutti. Inoltre lo slittamento del film da febbraio a marzo aveva lasciato sperare nell’aggiunta last minute di alcuni cameo importanti. La maggior parte del pubblico, quindi, si recherà in sala sperando di trovare risposte ai dubbi generati dai vari trailer distribuiti da Sony, peccato che non riceverà alcun riscontro. Morbius è un film completamente diverso rispetto a quanto potevamo supporre. Tutte le immagini collegate a Spider-Man sono state brutalmente rimosse dal montaggio finale, i dialoghi tra Morbius e Toomes ridotti e i collegamenti con i pregressi film assottigliati al minimo.
Se mi venisse chiesto di paragonare Morbius ad un altra pellicola non potrei fare a meno di citare Venom, 1 e 2, sono strutturalmente molto simili e, secondo chi parla, non è affatto positivo. Sony dimostra ancora una volta di non sapere trattare a dovere un personaggio Marvel senza il supporto dei Marvel Studios.
Purtroppo riscontro grandi difficoltà nel salvare una qualche parte del lungometraggio. A mio avviso soltanto Leto, pienamente nella parte, merita di essere menzionato. Il reparto tecnico di Morbius purtroppo lascia molto a desiderare.
Partendo con ordine la sceneggiatura appare decisamente raffazzonata, frutto del tentativo di realizzare un’opera costola di Spider-Man senza la presenza dell’eroe Marvel. Il problema, a mio modesto parere, non risiede nella scelta di rendere antieroe un villan storico ma nelle varie contraddizioni interne alla pellicola, nella mancanza di spiegazioni e nelle scelte di svolgimento. Micheal Morbius è un giovane medico di fama mondiale affetto da una malattia genetica del sangue che lo rende sempre più debole. Nel tentativo di salvare la propria vita e quella dell’amico d’infanzia Milo (Matt Smith) conduce una sperimentazione su se stesso utilizzando il sangue di pipistrelli vampiri. La conseguenza è presto svelata: Morbius si trasforma in un particolarissimo e super dotato vampiro. Il conflitto tra l’istinto animale e la coscienza umana affligge Micheal che cerca ad ogni costo di trovare un rimedio alla nuova situazione. Dissidi e incomprensioni colpisco la storia nel momento in cui il dottor Morbius rifiuta di somministrare la cura all’amico Milo, potete già immaginare la prosecuzione.
La sceneggiatura è prevedibile fin dai primi momenti. Nessun colpo di scena è davvero tale. La semplicità non per forza deve essere sinonimo di banalità, una storia semplice ma in perfetta armonia con se stessa in diversi casi regala un’ottima pellicola. Purtroppo questo non è il caso di Morbius in cui si susseguono scelte illogiche e contrastanti.
Il ritmo è incalzante dell’inizio alla fine, mancano momenti distensivi e di raccordo tra le varie scene. In molti casi un ritmo sostenuto renderebbe più scorrevole la pellicola ma in questo specifico contesto è evidente la volontà di mantenere alta l’attenzione dello spettatore per evitare di distrarlo con domande alle quali non troverà risposta. Nonostante la velocità del ritmo della narrazione la pellicola non risulta leggera, anzi le quasi due ore del montaggio finale si percepiscono nella loro interezza.
Il montaggio è a tratti schizofrenico, le varie scene si susseguono a singhiozzo, sicuramente l’aspetto meno riuscito di Morbius. Evidenti sono i tantissimi tagli attuati per il cut finale. Mancano quasi tutte le scene di raccordo, i momenti necessari per comprendere come un personaggio si è sposato da un luogo all’altro e perché, i motivi delle sue scelte e la costruzione dei rapporti tra i personaggi. Nessuna relazione tra i personaggi di Morbius ha un vero background solido, esistono e basta. Il pubblico come può affezionarsi ai protagonisti se conosce poco o nulla del loro passato? L’amicizia che lega Micheal a Milo viene mostrata mediante un velocissimo flashback, nulla di più. Senza alcun preambolo è la storia d’amore tra Micheal e la dottoressa Martine Bancroft (Adria Arjona). Purtroppo mi spiace scrivere che il personaggio di Matt Smith, Milo, non è degno di nota. Agisce in preda al solo istinto e senza reali motivazioni. L’attore stesso ha dichiarato di non aver compreso a pieno il suo personaggio. Peccato per l’attore di The Crown, sempre molto bravo e quindi decisamente sprecato per il ruolo.
Colonna sonora priva di qualche rilevanza. CGI buona solo sui primissimi piani, per il resto non pervenuta.
Dispiace constatare che lo standard di Sony, nelle pellicole in solitaria sui cattivi di Spider-Man, si assesta sul livello segnato con Venom. Temo per le sorti di Kraven e Madame Web. Il cast annunciato per entrambi i film è molto interessante ma la produzione purtroppo ha dimostrato di non essere all’altezza.