Morgana, come riscrivere i classici – La Recensione

Morgana riscrive e ridisegna il mito Arturiano, in una graphic novel imperdibile.

Il mito Arturiano è una delle leggende più apprezzate, e nel corso degli anni è stato rivisitato più e più volte, tra film, serie tv, libri, fumetti, e cartoni animati. Simon Kansara e Stephane Fert, vanno più a fondo, riscrivendo il personaggio di Morgana, rendendola la vera protagonista della vicenda e gettando numerose ombre sugli eroi maschili. Dalle critiche non si salva nessuno, da Merlino a Lancillotto, e ovviamente non si salva neanche Artù.
Disponibile dallo scorso Maggio ed edito da Tunuè (che ringraziamo per il volume) Morgana ci ha stregato: ecco il perché.

Riscrivendo la leggenda

Come spesso accade nelle riscritture delle Leggende, anche con Morgana, Kansara si è preso giustamente qualche libertà. La sorellastra di Re Artù non è buona, non vuole che il lettore empatizzi con lei, non vuole il tifo, nonostante alla fine non se ne possa fare a meno. Ogni personaggio che interagisce con la nostra strega ha diverse sfaccettature, non esiste il bianco o il nero o il completamente buono o malvagio. E lo stesso vale per la protagonista.
Ingannata da Merlino, Morgana rivivrà tutta la sua vita, fino allo scontro finale prima col fratello e poi col mago, andando a distruggere i miti classici della tavola rotonda.

Morgana è una storia matura, che non tergiversa mai e non si vergogna di trattare temi da adulti come sesso, stupro e ovviamente morte. Non è un fumetto adatto ai più piccoli, proprio per l’esplicità di alcune scene in grado di ammaliarvi. Ad una lettura superficiale, Morgana potrebbe sembrare una crociata contro l’uomo, un racconto femminista che dovrebbe insultare il genere maschile in toto come stupido e crudele. Ma Morgana è un racconto femminile più che femminista. Anche le donne scritte da Kansara hanno difetti, a volte evidenti perfino nella stessa Morgana. Che la strega venga disprezzata come donna poi, è una conseguenza naturale del Medioevo.

L’incantevole acquarello

Se la trama si prende le sue libertà, quello che davvero incanta di Morgana sono gli stupendi disegni di Stephane Fert. Acquarelli dai colori freddi che prendono vita grazie alle pagine semi-lucide del volume Tunuè. Oltre 140 pagine ricche di eventi, e citazioni ad artisti come Klimt. Fert non si risparmia, disegnando le nudità dei personaggi, rendendoli vulnerabili, rendendoli vittima di decapitazioni o mutilazioni. Un comparto artistico notevole e e che si sposa alla perfezione con la trama da leggenda del volume. Le tinte fredde avvolgono praticamente tutta la trama, fino ai momenti caldi anche per la nostra strega, in cui fanno poi capolino il rosso e l’arancio.

Il character design dell’artista francese è subito riconoscibile, facendovi affezionare presto alla fisionomia di ogni personaggio. La storia di Morgana si plasma nelle vignette di Fert, complici di un arazzo acquarellato dalle forme più varie, e non schiavo di una struttura a griglie. Come Morgana anche Fert gioca secondo le proprie regole, ed il risultato è sconvolgente.

Morgana è un volume che vi stregherà, anche solo per il comparto artistico.