In un mondo in cui Donkey Kong e Crash Bandicoot non escono così spesso, c’è sicuramente spazio per Nikoderiko: The Magical World.
Sembra proprio che Astro Bot abbia riaperto la strada ai platform anche sulle piattaforme non Nintendo, segnando un ritorno di fiamma del genere che speriamo duri anche nei prossimi mesi.
Domani, 15 ottobre, sarà il turno di Nikoderiko: The Magical World, opera prima di VEA Games, platform che ripesca location e situazioni di alcuni classici degli anni novanta in maniera moderna e giocosa. Il titolo sarà appunto disponibile su PlayStation, Xbox , Nintendo Switch e PC solamente in digitale a poco meno di trent’anni a partire da domani.
Cosa nascerebbe dopo una notte di passione sfrenata tra Donkey Kong e Coco Bandicoot?
Beh, la risposta è Nikoderiko, una mangusta coraggiosa intenzionata a sventare i piani del Barone dei Cobring. Dopo aver completato il gioco negli scorsi giorni, è ora di scoprire pregi e difetti di Nikoderiko: The Magical World in questa recensione.
Versione Testata: PlayStation 5
Niko e sua sorella Luna sono due manguste a caccia di tesori. Durante una delle loro ultime avventure si imbattono nel Barone dei Cobring e nel suo strisciante esercito. Per recuperare quindi il tesoro e la loro nave, i due si imbarcano nella loro avventura più grande. Una trama semplice, completamente tradotta in italiano, che fa da sfondo a poco meno di quaranta livelli in cui , nei panni di Niko o di Luna (o di entrambi se deciderete di giocare in co-op) dovrete cercare di arrivare incolumi al traguardo.
Il paragone con Donkey Kong e crash Bandicoot non è casuale. Se avete giocato almeno un titolo delle due saghe infatti, l’ispirazione presa da Nikoderiko è palese ed evidente. Ogni livello è a scorrimento o orizzontale o verticale e nasconde molteplici segreti come degli stage bonus raggiungibili con cannoni speciali o le quattro lettere del nome del protagonista. Oltre a questi collezionabili, ogni livello ospita una gemma speciale, e il tutto viene riassunto nella schermata di fine livello e nell’overworld. Chiude la cerchia dei collezionabili il negozio, in cui potrete spendere le lucciole (la valuta di gioco) in musica e statuine.
Ispirazione senza troppa originalità
La serie di situazioni in cui verranno catapultate le nostre due manguste è veramente simile a quanto visto nei country o nella trilogia originale di Crash. Il tutto sembra spesso un tributo (anche grazie alla colonna sonora composta da David Wise), ma non c’è mai una scintilla che distingue Niko dai suoi “genitori”. Questo può infastidire gli amanti dei platform più navigati, ma non avrà alcun effetto su i nuovi arrivati che anzi, si troveranno di fronte a stage divertenti e coinvolgenti, dove bisogna fare attenzione al minimo pericolo per non rischiare danni gratuiti.
In alcuni livelli capiterà poi di cavalcare animali selvaggi, come Mauro il dinosauro, in pieno stile Country, e scaraventarci contro i nemici e gli ostacoli in corse adrenaliniche. Tre degli animali saranno persino acquistabili nel negozio di gioco ed evocabili a piacere.
Niko e Luna possono saltare, scivolare e raccogliere barili, e dovranno gestire gli avversari di conseguenza. Ogni nemico ha una strategia efficace con cui poter essere battuto, fino alle divertenti battaglie contro i boss, che richiamano in più di un o’ccasione gli scontri della trilogia classica di Crash. Un platform onesto e divertente, che si lascia giocare, soprattutto in questi anni in cui sia lo scimmione Nintendo che il paramele di Activision non si fanno vedere così spesso con nuovi capitoli.
Lato tecnico, Nikoderiko sfrutta il cel shading per trasformare l’intera isola in un cartone animato, il character design è simpatico e, anche in questo caso, ricorda le due leggende a cui si ispira. Peccato per qualche glitch grafico nei menù, che probabilmente può essere aggiustato con patch post-lancio.
Nikoderiko: The Magical World è il figlio inatteso tra Crash Bandicoot e Donkey Kong, con una piccola traccia di Rayman Legends. Purtroppo essendo derivativo in quasi ogni suo elemento di gameplay, manca quella scintilla che gli dia la spinta giusta per ergersi ai mostri sacri che cita. Si tratta comunque dell’opera prima del team, quindi sono molto fiducioso per un capitolo due.