Norsemen: la serie demenziale sui vichinghi

norsemen

 

Un po’ di tempo fa trovo su facebook un video alquanto esilarante di Norsemen. Un guerriero  proprio non riesce a scoccare la freccia infuocata che permetterà al defunto di raggiungere il Valhalla.

Incuriosita non ho potuto far a meno di cercare la serie, peccato però, che non sia rimasta così tanto soddisfatta.

Ma andiamo con ordine.

Norsemen è una serie tv norvegese che racconta le vicende di un gruppo di vichinghi che  vivono nel villaggio di Norheim intorno all’anno 790.

La serie è scritta e diretta da Jon Iver Helgaker e Jonas Torgersen.

Gli episodi sono stati girati nel villaggio di Avaldsnes nel comune di Karmøy, Rogaland, in Norvegia; ed è stata registrata contemporaneamente sia in versione norvegese che in lingua inglese. La prima stagione della versione inglese è stata resa disponibile sul servizio di streaming video di Netflix nell’estate del 2017. La seconda stagione,invece, è stata registrata nella primavera del 2017.

Inoltre, la prima stagione, ha vinto il premio Gullruten nel 2017 per il Best Comedy Show, ed è stata nominata anche per la migliore produzione sonora.

Norsemen viene classificata come una commedia e dopo aver visto tutti e sei gli episodi della prima stagione, posso dire che in effetti tende a distruggere quell’epicità che serie tv come Vikings avevano dato al popolo norreno, creando situazioni ambigue e ridicole.

Dimenticate però, la figaggine di Rollo, gli addominali scolpiti di Floki, l’ingegno e la curiosità di Ragnar… i vichinghi che incontriamo in questa serie tv sono poco piacenti, grassi, sempliciotti, rudi e creduloni; e le donne, con un’unica eccezione, poco inclini al combattimento e anche decisamente oche.

Inoltre gli uomini non sono solleticati dalla curiosità di scoprire e conquistare nuovi luoghi, anzi, le razzie ben presto diventeranno un qualcosa da dimenticare a favore dell’arte, della cultura e del teatro.

Le puntate

Nella prima puntata, un gruppo torna da una razzia, festeggia il ritorno glorioso e nel frattempo un guerriero sfida ad un holmgang un ricco proprietario terriero al fine di impossessarsi di tutti i suoi averi. Tutto normale, direte voi, il problema dove sta? La narrazione degli eventi è impregnata di una comicità un po’ lenta, stantia e prevedibile, la quale fa ridere più per la demenza delle situazioni che per altro. Le scene sono costruite in modo da capire cosa sta per accadere: il personaggio cade, muore o uccide quando te lo aspetti. E tutto ciò succede in quanto i personaggi sono eccessivamente stereotipati. E le pecche sono un po’ ovunque: dalla schiavo puntiglioso che rivuole indietro la propria cappa, al guerriero sfigato che uccide le persone come se stesse sfasciando un maiale, ai sacrifici umani che hanno la solennità di una chiacchiera al bar fra amici ubriachi, al capo del villaggio effeminato che ama lavorare a maglia.

Gli episodi si susseguono ma il tiro non cambia, anzi, muore l’unico personaggio che portava un po’ di brio alla serie, Olow, il quale viene sostituito da Orm, il fratello rancoroso amante dell’arte e della cultura.

Dalla quarta puntata in poi, la situazione sembra migliorare. Finalmente i nostri vichinghi organizzano un’incursione e vediamo persino una finta battaglia. Conosciamo un nuovo pericolo, il conte Varg, la cui nomea di uomo pericoloso aleggia sin dal secondo episodio. Le ultime puntate scorrono e la storia sembra finalmente  partire in quanto si sviluppa intorno alle vicende causate dal temibile conte. Inoltre viene dato spazio alla burbera bionda Frøya, quella che tanto somiglia ad Angela Gossow, e dalla quale ti aspetti da un momento all’altro un qualche canto vichingo growl. Il finale  lascia ovviamente lo spettatore appeso.

La colonna sonora, che contiene anche alcuni pezzi del gruppo folk Wardruna, è decisamente molto bella e caratteristica. Pecca un po’ di superficialità la ricostruzione del villaggio e dei costumi. Stupende le ambientazioni e i luoghi dove il tutto è stato girato.

Conclusioni

Norsemen è una serie lenta, che vuole prendere in giro, con scarsi risultati, quelle che sono le reali caratteristiche del popolo vichingo.  Cerca di avere un approccio serio a quella che è la civiltà di questi grandi condottieri, buttandoci, di tanto in tanto, la battuta e la situazione ridicola. Una sorte di umorismo inglese mal interpretato. Il risultato è un qualcosa di indefinito, che punta a sdoganare l’immagine che abbiamo del popolo norreno, rappresentandolo come rude, rozzo e con evidenti problemi legati alla sessualità.

Consiglio di guardarla?

Ni. Amo la cultura nordica e sono una grande fan di Vikings e forse tutto ciò non mi ha aiutato a cogliere l’ironia che, teoricamente, dovrebbe aleggiare in questa serie. Però, se proprio non avete niente da fare e volete scoprire perché Frøya indossa una collana fatta di peni intorno al collo… beh, un tentativo potete anche farlo.

Norsemen