Once Upon a Puppet – La Recensione

Once Upon a Puppet racconta una buona storia costellata purtroppo da fin troppi glitch.

A volte basta una buona storia per soprassedere a diversi difetti di un gioco, altre invece purtroppo non è abbastanza. Nel caso di Once Upon a Puppet, titolo primo di Flatter Than Earth, la storia dell’ingenuo Drev riesce in qualche modo a sopperire a gran parte dei difetti del gioco, che vanno però al contempo a minare larghe sezioni dell’intera esperienza.

Disponibile da aprile su PlayStation, Xbox e PC, e da fine giugno anche su Nintendo Switch, per poco meno di 25 euro, scopriamo insieme pregi e difetti di Once Upon a Puppet.

Versione Testata: PlayStation 5

La tessitrice di corte Nieve viene bandita nel sottopalco dopo averproposto l’ennesimo vestito sbagliato al Re Calibano. Qui sotto, il suo destino si intreccerà (o meglio, si ingarbuglierà) con il giovane Drev, un burattino scapestrato e anche malconcio. Mentre i due cercano di dividersi, la trama di Once Upon a Puppet prenderà il via, parlando della caduta nell’ombra di Re Calibano, che ha iniziato a sbarazzarsi di qualsiasi cosa non gli andasse a genio. Nieve e Drev scopriranno dei frammenti della memoria del Re, e ne rivivranno i ricordi, così da svelare tutti i segreti dietro il suo strano atteggiamento.

La trama di Once Upon a Puppet è sicuramente il suo punto di forza, insieme al riuscitissimo character Design. Sia i burattini che le tessitrici sono facilmente riconoscibili e, strizzando l’occhio a produzioni come Coraline (o ai giochi Zoink) spiccano irrimediabilmente su tutto il reso. Il gioco è poi doppiato in inglese ma adattato completamente in italiano, così che anche chi non conosce la lingua possa apprezzare dialoghi e racconto. Molto buona anche la colonna sonora, anche se non ci sono brani indimenticabili (ma riuscire a rivaleggiare coi colossi di quest’anno, non è sicuramente facile).

Burattino senza fichi

L’avventura di Drev e Nieve è un platfom action a livelli. Veri e propri stage teatrali in cui i due protagonisti dovranno raccapezzarsi per arrivare fino in fondo. Sparsi per i livelli ci sono ovviamente dei collezionabili come Costumi di scena, pezzi di vetrata, e oggetti di scena che narrano la storia del sottopalco e del frontepalco. Le varie abilità verranno sbloccate man mano che si avanza, dando la possibilità al burattino di poter finalmente contrattaccare ai mostri d’oscurità che lo vogliono far fuori. Utilizzando le abilità esplorative di Drev e nieve, bisognerà risolvere alcuni semplici puzzle ambientali, a volte semplicemente per proseguire, altre per ricreare una scenografia che darà il via a un ricordo di Re Calibano.

Il problema principale però è la gargantuesca presenza di glitch e bug in tutto il corso del gioco. Dalle hit box mal esplicitate, a bug grafici di compenetrazione, fino a glitch che ci faranno sparire nel sottosuolo, i veri nemici di Once Upon a Puppet diventano le performance stesse del gioco. Oltretutto, non esiste una barra della salute, e basterà un solo danno per mandarci KO. A causa di questi bug, le sezioni stealth potrebbero risultare le più disoneste quasi alla pari di mettere un obiettivo legato al non morire mai nell’intero gioco. Per i giocatori più pazienti però, questi difetti possono essere messi sotto il tappeto, o in questo caso dietro la tenda.

Once Upon a Puppet travolge grazie a un character design e una serie di ambientazioni riuscite, trascinandovi nell’avventura di Drev per una decina d’ore. Purtroppo l’esperienza è minata da una serie di glitch e bug che metterà alla prova i giocatori meno pazienti, o coloro che puntano al trofeo di Platino. Spero che Flatter Than Earth continui ad aggiustare i glitch più grossi, così da sistemare l’esperienza generale.

Once Upon a Puppet è disponibile su console e PC.

Pro
Atmosfera e mood accattivanti
Puzzle divertenti
Storia interessante e ricca di potenziale
Contro
Bug e glitch grafici rovinano l'esperienza
Hit box da rivedere
7.2
Voto