One Piece: World Seeker – La Recensione

Era stato annunciato come il gioco su One Piece migliore di sempre, purtroppo non lo è.

Annunciato in pompa magna nel 2017, One Piece: World Seeker sarebbe dovuto essere, a detta degli sviluppatori di Ganbarion, un gioco dedicato all’opera di Eiichiro Oda senza precedenti.
Purtroppo, una volta arrivato sugli scaffali lo scorso 15 Marzo, il risultato non è stato dei più convincenti. Scopriamo insieme, cosa c’è che funziona e cosa è da rivedere, in One Piece: World Seeker.

Versione testata: PlayStation 4 Pro

L’isola carceraria

World Seeker è alla stregua di uno degli ultimi film di One Piece. Gli avvenimenti del gioco di Ganbarion si svolgono indicativamente dopo Whole Cake Island, con la ciurma di Cappello di Paglia ( e Law) che approda su un’isola carceraria dove dovrebbe essere custodito un tesoro.
Purtroppo dell’oro non c’è traccia e Rufy e compagni si ritrovano invischiati in una guerra civile tra la marina e gli abitanti. Isaac, lo scienziato a capo della prigione celeste, nasconde però un ulteriore piano, e toccherà al nostro eroe sventarlo e aiutare la dolce Jeanne a salvare la propria gente.

La trama di World Seeker è uno degli aspetti positivi del titolo di Ganbarion. Capace di rivaleggiare con gli ultimi film dedicati a One Piece anche grazie alla collaborazione dello stesso Oda nella stesura.

Sull’isola si ritroveranno facce amiche e nemiche dei Mugiwara, in una sfilata di stelle per i fan. L’atto finale poi, è in perfetto stile One Piece, con un crescendo di scontri e dialoghi. Purtroppo a minare il ritmo del racconto, c’è la struttura stessa da finto Open World di World Seeker.

Tra un capitolo principale e l’altro, Rufy potrà accettare delle missioni secondarie. Alcune serviranno ad alzare il karma con gli altri personaggi del successo piratesco (andando poi a sbloccare dei dialoghi aggiuntivi e delle cutscene extra nella fase finale del titolo).

Altre saranno delle semplici fetch quest, che ci porteranno a correre da una parte all’altra dell’isola allungando enormemente il tempo di gioco.
Una zuppa fin troppo diluita e che, non paga di averci annacquato l’esperienza nella prima metà, toglie perfino il viaggio rapido nell’atto finale. Ci troveremo quindi a dover ripercorrere tutta l’isola a piedi (o con il Gom Gom Rocket) solo per far proseguire la trama, o raggiungere l’ennesimo scontro con robot, pirati o marine poco svegli. Un investimento di tempo poco produttivo anche per un fan della serie.

Bello fuori, vecchio dentro

Lì dove World Seeker è davvero il miglior gioco di One Piece mai realizzato, è sicuramente nell’aspetto visivo. L’isola carceraria e i suoi ambienti offrono tantissimi panorami decisamente riusciti, e anche le animazioni di Rufy e avversari, specialmente in combattimento, faranno la gioia dei fan.

Il problema si ha ancora una volta nel contorno, o in questo caso, nel contenuto. L’isola sarà anche bella, ma è praticamente deserta. L’area urbana conterà circa una ventina di abitanti, di cui probabilmente ci sono solamente una decina di modelli con una doppia o tripla skin. Lo stesso per Pirati e Marine, decisamente poveri di carattere e di animazioni facciali. E ancora, se durante le cutscene, l’animo d’appassionato di One Piece è pervaso dalla goduria del momento, durante i dialoghi nell’over world è praticamente tutto l’opposto. Modelli statici capaci di emettere un solo verso prima di parlare per interi minuti, scorrendo i sottotitoli in italiano a schermo. Un netto distacco tra fase parlata e cutscene che vi trasporterà direttamente ai primi anni di PlayStation 3.

Un’interazione coi collezionabili che porta via fino a trenta secondi (senza potenziamenti) messa sol oper allungare i tempi di gioco. Una transizione durante l’approccio coi pochi png sulla mappa con schermo nero prima e dopo il dialogo. E potrei andare avanti a elencare i tanti, piccoli difetti che riempiono l’isola di World Seeker. Difetti che presi da soli sono facezie su cui chiudere un occhio, perchè il titolo Ganbarion si lascia tutto sommato giocare, ma che a fronte di determinate dichiarazioni da parte del team e del produttore lasciano con più dubbi che certezze.

Non è tutto da buttare

One Piece World Seeker non è il gioco di One Piece migliore di sempre ma, per lo meno, ha qualche ottima idea da dover sfruttare meglio in futuro. Poter utilizzare solamente Rufy, dopo anni di titoli che ci offrivano un roster amplio, potrebbe inizialmente straniare, ma ha permesso al team di concentrarsi nei dettagli del pirata di gomma.
Quindi, nonostante dei combattimenti ripetitivi, World Seeker ha un’ottima struttura di base, soprattutto nelle abilità di Cappello di Paglia, tra haki (ambizione) e gear, ci troviamo di fronte al miglior Rufy ludico.

Tutto il resto purtroppo non è all’altezza, andando a minare così l’effettiva bontà della produzione. Speriamo che presa coscienza dei difetti di World Seeker, la prossima produzione dedicata all’opera di Oda non affoghi rovinosamente nel mare mediocre dei tie-in.

One Piece: World Seeker
Se questo è il futuro dei giochi di One Piece, non ci siamo. O meglio, è un primo passo ma decisamente non la miglior produzione video-ludica sul manga creato da Eiichiro Oda. Ad una buona trama, gestione di Rufy e resa grafica, si sommano una sequela di piccoli difetti o decisioni ormai superate negli altri esponenti del genere. Ciò rende World Seeker bello fuori ma vuoto e vecchio dentro. Non è tutto da buttare e, malgrado i difetti il titolo è giocabile, ma nel mare di titoli disponibili ce ne dimenticheremo presto.
Pro
Graficamente d'impatto
Ottime cutscene
Contro
Scelte di gameplay antiquate
Caricamenti snervanti
Gestione del post-game pessima
6.7
Voto