Durante la Paris Games Week, Sony ha annunciato molteplici titoli dai nomi imponenti (basti pensare a The Last Of Us II, giusto per citarne uno) e molti altri titoli per Vr. La mia attenzione però è stata colpita da un titolo che sicuramente non ha fatto così tanto scalpore, ma nel quale ho intravisto un potenziale di non poco conto. Stiamo parlando di Oure.
Il titolo, sviluppato da Heavy Spectrum Limited, è stato presentato come “instant release”; Poche ore dopo l’annuncio era infatti già disponibile all’acquisto. Il gioco prende a piene mani ispirazione (E non prova nemmeno a nasconderlo) da titoli come Journey o Abzû, cercando di Elevarsi. Se il primo,infatti , era ambientato in un deserto, e il secondo nei fondali oceanici, Oure si alza in volo portandoci al di sopra delle nubi.
Ma procediamo con calma.
Trama
La trama del gioco, ad una visione superficiale, è molto “minimalista” . Il nostro personaggio, una bambina inizialmente, viene proiettata in un mondo ovattato ricco di ricordi e memorie per le quali gli sviluppatori lasciano piena libertà di interpretazione al videogiocatore. Il mondo che ci circonda sarà un cielo sconfinato, scopriremo di avere la capacità di poterci tramutare in un Dragone (N.B. L’aspetto del Drago è ispirato alla concezione Cinese di Drago) che assorbe energia direttamente dalle nuvole. Non ci viene indicato direttamente cosa fare, ma vagando per il cielo incontreremo strane creature e costruzioni che sapranno guidarci a compimento dei nostri scopi.
Gameplay
Il titolo non ricerca un Gameplay complicato; le azioni da compiere sono poche con un crescendo durante le fasi “Boss”. Durante il nostro volo infatti, ci ritroveremo a dover affrontare I titani del Cielo (8 in totale), imponenti creature che dominano la volta celeste e che riusciranno a dare un minimo di sfida al titolo.
Per liberare gli stessi dovremmo “caricare” dei cristalli presenti sulla loro struttura risolvendo puzzle che risultano spesso banali. La vera e propria difficoltà in questa fase di gioco è dovuta ai vari problemi che la telecamera riuscirà a darvi, risultando spesso incontrollabile, facendovi perdere la posizione conquistata e costringendovi a dover ripetere più volte le stesse azioni. Oltre I Titani il titolo vi chiede di raccogliere 750 globi blu che possono essere spesi per migliorare le statitistiche del Vostro Drago ( non è necessario raccogliere tutti I globi, sono riuscito a terminare la storia principale del titolo raccogliendone circa 200).
Il gioco, di base, non offre null’altro, non ci sarà nessuna motivazione che vi spingerà a raccogliere tutti I globi se non il vostro spirito di completezza. Sicuramente l’intento degli sviluppatori era questo. Gli stessi non avevano intenzione di andare a creare un titolo complesso, ma bensì un gioco che lasciasse al videogiocatore la possibilità di rilassarsi e pensare, di godersi la possibilità di volare tra le nuvole sottoforma di drago.
Conclusioni
Oure si dimostra sicuramente un titolo non adatto a tutti, tecnicamente non fa urlare al miracolo nonostante la sua semplicità e sicuramente risulta essere meno d’impatto dei suoi diretti concorrenti Journey e Abzû. Le meccaniche sono semplici e nelle loro parti più complesse mettono in mostra in brutto lavoro fatto dal team in merito alla gestione della camera. Le “boss Fight” non introducono nulla di nuovo, riprendendo meccaniche già viste in titoli come Shadow of the Colossus.
Di particolare impatto, invece, è la fluidità di volo del nostro Drago (avrete la stessa sensazione provata in Flower) accompagnata da un’impeccabile e rilassante Colonna Sonora che ci terrà compagnia per tutta la nostra avventura e renderà le fasi alla caccia dei collezionabili molto più godibili.
A chi è diretto dunque un titolo del genere?
Io nella sua semplicità e nel suo essere così onirico ho ampiamente apprezzato il titolo. Da considerare anche il costo contenuto, circa 19.99 Euro sul PlayStation Store.
Non siete stati soddisfatti da Journey o Abzû?
Allora sicuramente non è il titolo che fa per voi.
Personalmente collocherei Oure un gradino più in basso di Abzû e Journey come coinvolgimento emotivo ma gli darei qualche punto in più per l’azzardo di ambientare un gioco nella volta celeste. Avrei preferito magari l’aggiunta di qualche tocco paronamico in più (immaginate la visione di immense galassie) il quale avrebbe tenuto (almeno me) il videogiocatore incollato allo schermo alla ricerca di ambientazioni sempre più stupefacenti.
Qui di seguito il trailer del titolo:
Restate connessi per ulteriori aggiornamenti su Oure.