Una nuova avventura sovrannaturale vi aspetta in Oxenfree II: Lost Signals.
L’uscita del primo Oxenfree, datato 2016, arrivò nel momento giusto in pieno boom da mystery teen drama, di nuovo sulle scene della ribalta grazie alla serie di Stranger Things e a videogiochi come Life is Strange.
Fra il racconto “coming of age” e l’horror cosmico, Alex e i suoi compagni si trovarono a dover affrontare la comparsa di inspiegabili eventi soprannaturali, durante una gita sull’Isola di Edwards, svelando i segreti che si celavano dietro questi fenomeni.
Oxenfree II: Lost Signals ne raccoglie il testimone riproponendo quasi in toto le atmosfere e le meccaniche che ben funzionavano nel primo titolo, ambientandolo qualche anno dopo gli eventi raccontati nel 2016 e affidando al giocatore il destino di una nuova protagonista, Riley Poverly.
Alla soglia dei 30 anni, Riley è costretta a tornare Camena, un ridente paesello costiero che l’ha vista crescere, per svolgere delle ricerche su delle strane attività elettromagnetiche che stanno creando disagi in tutta l’aerea locale.
Arrivata un po’ controvoglia nei luoghi della sua infanzia, Riley noterà fin da subito che c’è qualcosa che non quadra a Camena, quando una stranissima sensazione di déjà vu le farà capire di essere rimasta intrappolata in un loop temporale. Riportata la situazione alla normalità Riley deciderà di continuare a collaborare con Jacob, un suo ex compagno di scuola, nel piazzare delle antenne per monitorare l’attività elettro-magnetica di Camena e scoprire l’origine di tutti questi disturbi.
In Oxenfree II: Lost Signals, il passaggio ad una nuova protagonista ha portato ad un cambio anche per quanto riguarda i temi del racconto.
Riley è un personaggio più maturo e complesso, con alle spalle un trascorso difficile, tra la scomparsa della madre e il rapporto problematico con il padre. Il suo ritorno a Camena, complice anche tutta la serie di disturbi innaturali, diventa quindi la miccia che farà esplodere la sua sicurezza, che la farà piombare nuovamente in quello stato di disagio depressivo che l’hanno spinta a scappare dalle proprie responsabilità e da una vita troppo stretta per lei.
L’equilibrio precario delle linee temporali implode, facendole affrontare i fantasmi del passato ma anche momenti non ancora vissuti, scoprendosi madre di un figlio che deve ancora nascere.
Per chi non ha giocato il primo capitolo di Oxenfree, il gioco si presenta come la classica avventura punta e clicca, nella quale guideremo Riley in lungo e largo alla scoperta dei miseri di Camena e dell’area boschiva circostante. Il punto forte del gioco sta nel sistema di dialoghi che, senza troppi tempi morti (e con una finestra di esecuzione abbastanza limitata) fornisce una rosa di risposte fra cui scegliere, le quali andranno a modificare gli eventi successivi, fino ad influenzare le scelte finali dell’avventura che creeranno epiloghi differenti in base alle nostre decisioni.
Come nel primo capitolo, completare il gioco più volte compiendo scelte diverse, complice anche la breve durata della storia (all’incirca 4 ore), permetterà di approfondire vari aspetti del racconto ed avere una visione più completa di tutta l’avventura e dei suoi protagonisti.
Riley avrà poi a sua disposizione un walkie talkie con il quale comunicare a distanza con altri personaggi o intercettare conversazioni private, e una radio, che grazie alla possibilità di passare fra le varie frequenze potrà interagire con le interferenze che avvengono a Camena.
Qua Oxenfree II si apre a semplici puzzle ambientali nei quali trovare la frequenza giusta per attivare interruttori gestiti tramite onde radio o interagire con i portali che collegano Riley ad altri piani temporali per poter proseguire nel nostro viaggio. Ed è proprio su questa feature ci sarebbe piaciuto che gli sviluppatori avessero puntato di più, dato che si integra benissimo sia con le meccaniche del gioco sia come espediente meta-narrativo.
Anche perché, salvo qualche piccola aggiunta, il gioco è un naturale continuo del primo capitolo, storia compresa.
Per quanto Night School Studio si sia prodigata a creare un’avventura stand alone e facilmente godibile anche senza aver giocato all’originale del 2016, superato un certo punto del racconto (e senza scendere troppo in zona spoiler) si innescano alcuni eventi che giocoforza rimandano al passato di Oxenfree, dove una conoscenza dei fatti pregressi diventa quasi una necessità, non solo per comprendere al meglio tutte le vicende, ma per una certa leggerezza (forse voluta) nel trattare alcuni passaggi relativi ad eventi e personaggi.
Ma non disperate. Night School Studio è entrato a far parte del team di Netflix Games, e non solo Oxenfree 2: Lost Signals sarà giocabile fin dal giorno del lancio, il 12 Luglio, gratuitamente per tutti gli abbonati al servizio streaming, ma il primo capitolo è già a catalogo e pronto per essere recuperato e divorato, colmando così eventuali lacune.
Anche sotto il profilo tecnico Oxenfree 2: Lost Signals ripropone lo stesso stile del primo capitolo, mescolando elementi bidimensionali e 3D (la classica prospettiva 2.5D), ma ancora più dettagliata e definita, con alcune trovate volte a rendere più dinamica un’avventura punta e clicca di questo tipo.
Il Sistema di dialoghi tramite balloon si integra perfettamente con lo stile fumettistico del gioco in un ‘interfaccia di facile lettura.
Il doppiaggio, disponibile solamente in lingua inglese, è di ottima fattura e riesce a coinvolgere il giocatore grazie alla credibilità degli attori che si prestano a dar vita ai protagonisti, e che in sinergia con il sistema di scelte non crea tempi morti fra i vari scambi di battute, rendendo fluide le conversazioni fra i personaggi coinvolti, proprio come se fossimo di fronte ad una cut scene.
Le musiche, e in generale il comparto sonoro, si adoperano a creare quell’atmosfera da thriller soprannaturale che regna sovrana in Oxenfree.
Le distorsioni di musica e voci, i suoni intermittenti o i fruscii da rumore bianco sono tanti piccoli elementi che, senza sosta, provano a rendere disturbante il nostro viaggio in Lost Signals, riuscendoci alla grande.
Contrariamente alla prima release di Oxenfree, questo seguito propone fin da subito i sottotitoli in lingua italiana, permettendo così a più persone possibili di godere a pieno della nuova avventura di Night School Studio, sebbene di tanto in tanto la traduzione nostrana si prenda qualche libertà creativa rispetto a quanto detto nel parlato. Ma in generale il lavoro di adattamento è ben curato. Attenti solo ad attivare i sottotitoli dal menù delle opzioni di gioco, disattivati di default.
Se avete amato Oxenfree, amerete senza riserva Oxenfree 2: Lost Signals. Night School Studio confeziona per Netflix Games un seguito che non propone grosse novità per quanto riguarda il gameplay, proponendosi come una buona avventura grafica, ma che sul piano narrativo spinge davvero tanto l’acceleratore sul racconto e sulla costruzione psicologica dei propri personaggi, e del loro viaggio destrutturante fra insicurezze esistenziali e disagio mentale (con tanto di dislaimer ad inizio gioco). Da questo punto di vista Oxenfree 2: Lost Signals offre un sequel ancora più maturo, sfaccettato ed intrigante, una seconda parte che chiude il cerchio su una storia che potrebbe trovare un suo spazio anche in un’eventuale trasposizione a schermo da parte di Netflix stessa. La possibilità di poterlo giocare gratuitamente al lancio, se abbonati al noto servizio streaming, fa di Oxenfree 2: Lost Signals un titolo da degustare assolutamente, meglio ancora se servito dopo il primo capitolo.