Persona 5 – Recensione

Il brand Persona, pur essendo di natura orientale, riesce nell’intento di catturare anche il videogiocatore occidentale. Il motivo? una qualità eccellente, marchio di fabbrica di un titolo che da ben vent’anni riesce a proporre sempre qualcosa di originale ed innovativo. Parlare di Persona 5 teoricamente non è semplice, la mancata localizzazione in italiano non deve rappresentare però un ostacolo, chi ama i jrpg non deve lasciarsi sfuggire questo capolavoro. Ed ora? Potremmo concludere qui la recensione, abbiamo già manifestato il totale assenso all’acquisto di questa perla videoludica ma, allo stesso tempo, sarebbe un vero peccato non parlarvi di cosa si cela dietro un titolo del genere. Persona nasce come serie spin-off di Megami Tensei, da ormai diverso tempo rappresentante di garanzia nel bistrattato contesto dei giochi di ruolo giapponesi, riesce costantemente a proporre scorci di modus vivendi orientale, avvicinandoci ad un mondo che, cartina alla mano, è abbondantemente lontano dal nostro. Dopo Persona 2: Eternal Punishment, Persona 5 è il primo titolo a privarsi della dicitura ‘Shin Megami Tensei’, almeno qui in Occidente. Il gioco esce sia per Playstation 3 che per Playstation 4 e questo, purtroppo, è uno dei limiti della produzione Atlus. Vi spiegheremo dopo il perché.

DAMMI IL TUO CUORE, NON CHIEDERMI NIENTE

Persona 5, come già detto in precedenza, è un jrpg che fa delle dinamiche sociali e personali un aspetto cardine. La storia è incentrata su un ragazzo timido e silenzioso a cui noi videogiocatori daremo un nome. Il nostro alter-ego dovrà gestire fin da subito una situazione intricata: macchiatosi di un crimine, ha dovuto abbandonare forzatamente il proprio liceo e la propria famiglia. Si trova in una sorta di libertà vigilata, affidato ad un burbero personaggio di mezza età e confinato nel ripostiglio di una tavola calda. Vi starete chiedendo quale sia la tremenda colpa di cui si è macchiato. Bene, la sua colpa è aver beccato in flagranza di reato di violenza sessuale una potente personalità politica. Da comune mortale, il nostro personaggio si troverà a dover pagare per questo. Le sorti, avendo a che fare con una figura in vista, si sono capovolte. Nuova scuola, nuova casa, nuovo quartiere, nuovi amici. Tutto nell’esistenza del nostro personaggio è cambiato. Fin da subito dovremo imparare a gestire la nostra vita: arrivare in orario a scuola per le lezioni e non infrangere la legge saranno i primi diktat ma, nel corso del gioco, le dinamiche a cui dovremo riporre particolare attenzione, si moltiplicheranno. Questa è la strada che dovrà affrontare un Phantom Thief Of Hearts. Ho volutamente omesso cosa racconta l’incipit del gioco, ve lo godrete voi stessi. Crediamo sia ora di raccontarvi cosa nasconde l’universo di Persona 5. In Persona avremo a che fare con l’altra faccia della realtà, un vero e proprio mondo parallelo dove le personalità, i vizi ed i peccati di alcuni personaggi si manifestano nella loro interezza. Una sorta di trasposizione e rappresentazione dell’Io. Per accedere al Metaverso, avremo a disposizione una particolare applicazione apparsa misteriosamente sul nostro smartphone. In questo mondo parallelo le strutture che ospitano personaggi dalla psiche contorta, diventano veri e propri dungeon. Attenzione perché, il Metaverso, non palesa soltanto i peccatori ma anche la vera natura del nostro alter-ego e quindi il suo Persona, l’arma per combattere questi loschi figuri. Ad un certo punto della storia e, fatta la conoscenza di una particolare gatta di nome Morgana, verremo a conoscenza dei nostri fantastici poteri e strappandoci letteralmente una maschera (ciò che rappresentiamo nel mondo reale), daremo libero sfogo al nostro Persona. Il nostro Persona rappresenta e rivela il vero Io, l’Io combattente, colui che, nel corso della longeva avventura dovrà rimettere le cose a posto. L’obbiettivo del nostro personaggio e dei suoi fidi compagni è quello di ristabilire l’ordine nel mondo reale  risolvendo i conflitti nel Metaverso. Per ovviare a queste situazioni, il nostro team dovrà rubare il cuore delle persone corrotte, purificando l’animo dell’ospite, quasi sempre il boss di fine dungeon. Da qui l’appellativo Phantom Thieves. Sostanzialmente, la giornata tipo del nostro protagonista si divide tra mansioni comuni da normale studente e adolescente di giorno e abile paladino del Metaverso di notte. Le due sequenze sono strettamente legate poiché le dinamiche sociali sviluppate durante il giorno amplieranno e miglioreranno il ventaglio di abilità del nostro Persona.

PHANTOM THIEVES IN AZIONE!

Non resta che parlare del cuore del gameplay, ed in particolare, dell’esplorazione dei dungeon e del sistema di combattimento del gioco in questione. Il sistema di combattimento di Persona 5 è basato sul classico sistema a turni da jrpg, avremo a disposizione un’arma bianca e un’arma a distanza, completano il quadro le abilità del nostro Persona. Ogni gioco di ruolo che si rispetti include all’interno del proprio combat-system la possibilità di sfruttare le debolezze del nemico. Queste potranno essere svelate attraverso una semplice abilità di Scan, quando sarà possibile. C’è di più, svelata la debolezza del mostro ostile ed indebolito, avremo diritto ad un turno bonus che ci permetterà di sfinirlo totalmente o attaccarne un altro. Nello stato Weak, il nemico sarà completamente intontito e ci permetterà di avvicinarci e selezionare due diversi opzioni: una ci permetterà di discutere con lui, ottenendo oggetti o addirittura portandolo nei nostri ranghi e facendolo diventare a tutti gli effetti un nostro Persona. L’altra opzione, invece, ci permetterà di sferrare un attacco combinato e porre fine alle sue sofferenze. L’esplorazione dei dungeon seppur sviluppata su diversi piani e stanze, è abbastanza intuitiva ed include dinamiche da platform 3d. Il consiglio è quello di sfruttare le abilità stealth del personaggio, attaccando, quando possibile, alle spalle i nostri nemici per indebolirli (Ambush) e facilitare il combattimento vero e proprio. Particolare attenzione anche agli oggetti, incredibilmente utili nel corso della nostra avventura. Durante l’esplorazione dei dungeon avremo il piacere di sostare in alcune stanze sicure, queste ci permetteranno di salvare i progressi e mettere in ordine le idee ed il nostro inventario. Particolare importante: nelle prime fasi della nostra avventura il nostro team sarà composto da quattro membri, ognuno di loro avrà un solo Persona dedicato, discorso diverso per il nostro alter-ego che avrà la possibilità di selezionare Persona diversi a seconda dell’eventualità. A proposito dei diversi Persona, impossibile non parlare di Igor e della Velvet Room. All’interno di questa particolare stanza potremo fondere i diversi Persona da noi ‘convinti’ e sintetizzarne di più forti, fondamentale se si vuole accedere ad ogni abilità che offre il variegato e complesso sistema di combattimento.

ARTE AL SERVIZIO DEL VIDEOGIOCO

La nota dolente di Persona 5? L’aspetto tecnico. Essendo un titolo uscito sia su Playstation 3 che su Playstation 4, non riesce a sfruttare a dovere l’hardware della console current-gen. Nonostante questo però, ambienti spogli e altri difetti, vengono surclassati e coperti dalla magnifica originalità del tutto, dalla direzione artistica mostruosa, dall’abilità eccezionale di fondere in un videogioco folklore orientale e pura fantasia: circolare per le strade di Shibuya è un vero piacere. Altra nota di merito per la colonna sonora, sempre sul pezzo.

CONCLUDENDO

Persona 5 è un acquisto obbligato per tutti gli amanti del genere jrpg e più in generale del gioco di ruolo. Non lasciatevi intimorire dalla mancata localizzazione in italiano, piuttosto lasciatevi travolgere dalla magia e dalle emozioni che questo titolo è in grado di regalare, non ve ne pentirete.

Persona 5
Pros
Direzione artistica magistrale
Estremamente longevo
Colonna sonora da urlo
Cons
Tecnicamente un cross-gen
9
Voto