Non avete più scuse per riscoprire le origini dei teneri Pikmin!
Sebbene l’attenzione sul 2023 “made in Nintendo” sia stata calamitata su The Legend of Zelda: Tears of The Kingdom, c’è un altro titolo che gli utenti Switch stanno aspettando con ansia, ovvero il quarto capitolo della serie di Pikmin.
Con un Direct a sorpresa Nintendo ha rilasciato numerose informazioni su Pikmin 4, giusto per ingannare il mese che ci separa dalla sua uscita nei negozi, e così com’è stato per la remastered di Metroid Prime, pubblicato subito dopo la diretta le versioni “HD” dei primi due giochi della serie di Pikmin usciti su Game Cube, con tutti i miglioramenti ottenuti nella loro controparte New Play Control! rilasciata successivamente su Wii.
Quale occasione migliore di riscoprire questi due classici in attesa di Pikmin 4?
A causa di una collisione con un meteorite il Capitano Olimar e la sua navicella Dolphin sono costretti ad un atterraggio d’emergenza su un pianeta sconosciuto e decisamente inospitale. Nell’incidente però il suo mezzo si è danneggiato gravemente, perdendo numerosi pezzi nell’area circostante. Solo armandosi di buona volontà e di coraggio Olimar dovrà recuperare tutti i pezzi mancanti, prima che le sue riserve di ossigeno esauriscano, segnando per lo sfortunato capitano un triste destino.
Fortunatamente però non saremo soli in questa avventura. Ad aiutarci ci saranno i Pikmin, delle misteriose e buffe creature che abitano il pianeta e che stringeranno una curiosa “joint venture” facendo tutto il lavoro sporco per Olimar, consentendogli di recuperare i pezzi della Dolphin anche dai luoghi meno ospitali.
Nel lontano 2001, anno di uscita del primo capitolo del gioco, Pikmin si rivelò una vera novità.
Una nuova IP che si affiancava prepotentemente ai classici Nintendo come Mario e Zelda, e sulla scia innovativa portata avanti da Game Cube, proponeva qualcosa ai tempi di totalmente inedito al pari di Luigi’s Mansion e il già citato Metroid Prime.
E il gameplay di Pikmin, salvo qualche accorgimento, funziona ancora oggi alla grande, con una formula che rende pop il genere degli strategici in tempo reale, semplificandone i controlli e annacquando le meccaniche con una sfumatura alla puzzle game, che coinvolge direttamente l’impiego delle 3 tipologie di Pikmin che Olimar è in grado di comandare.
Ed ecco che questi esserini possono essere usati per trasportare oggetti al campo base per ottenere nuove risorse, combattere contro la poco amichevole fauna locale o rimuovere ed abbattere ostacoli sul percorso, così da aprire nuove strade.
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Ogni Pikmin possiede anche una caratteristica unica che ne rende l’impiego fondamentale. Ad esempio quelli rossi, i primi con cui avremo a che fare, sono dei combattenti nati e resistono alle alte temperature. I gialli invece sono più inclini ad essere lanciati nelle are sopraelevate e possono trasportare e “sparare” dei massi esplosivi, in grado di abbattere più velocemente le barricate rocciose. I Pikmin blu, gli ultimi ad unirsi alla nostra squadra, hanno la capacità di nuotare e sopravvivere in acqua, caratteristica che gli consente di spingersi dove altri Pikmin non possono andare.
Combinando le loro caratteristiche è possibile superare qualsiasi ostacolo e recuperare anzitempo tutte le parti mancanti della Dolphin. Non mancano poi pericolosi nemici da affrontare e terrificanti boss che custodiscono preziosi tesori che serviranno a completare la nostra missione, e che richiedono l’impiego di strategie uniche per essere affrontati.
Dei tre giochi di Pikmin, il primo capitolo è sicuramente il più ruvido, in termini di gameplay e quality of life. Prendere mano con i controlli richiede un attimo di manualità ed è doveroso imparare i vari comandi per separare o cambiare i vari Pikmin per per accedere velocemente alla tipologia desiderata. Anche a livello di progressione, il limite dei 30 giorni è una deadline costante sulle attività dei giocatori, costretti a rispettare la scadenza per non incorrere in tristi epiloghi.
Con Pikmin 2, uscito 3 anni dopo il primo capitolo, Nintendo espanse le tante possibilità che la creatura di Miyamoto aveva da offrire.
In questo secondo episodio Olimar torna sulla Terra, accompagnato dall’impacciato collega Louie per aiutare la compagnia di trasporti per la quale lavorano a colmare il debito raccolto durante la sua assenza in Pikmin 1.
Qua la presenza di un secondo protagonista e l’introduzione di due nuove specie di Pikmin come i robusti e instancabili Pikmin viola, o la variante bianca, dei kamikaze in grado di avvelenare i nemici se ingeriti, aprono il gameplay a numerose possibilità, non solo in termini di strategie ma anche nella risoluzione dei numerosi puzzle ambientali.
Pure le zone esplorabili si espandono con le caverne, aree sotterranee ricche di pericoli e risorse da recuperare. In termini di contenuti Pikmin 2 è un vero e proprio sequel che va a migliorare la formula dell’originale, aggiungendo anche attività collaterali alla storia principale, come una modalità per 2 giocatori, nella quale sfidare un amico, tramite split screen, nel completare il più velocemente possibile gli obiettivi richiesti. Sbloccabile man mano che avanzeremo nel gioco, fa il suo debutto anche la modalità Sfida, una serie di prove decisamente più impegnative, da portare a termine cercando di ridurre al minimo le vittime.
Se a livello di gameplay i due giochi non hanno subito grandi modifiche, in questa edizione rimasterizzata troviamo il supporto al giroscopio e ai Joycon, che sostituendosi alla combo Wiimote e Nunchuck delle rispettive edizioni New Play Control! uscite qualche anno fa su Wii. Tuttavia ci sentiamo di consigliarvi i controlli classici tramite pad, più precisi ed immediati rispetto alla controparte gestuale. Ci saremmo aspettati il supporto al touch screen in modalità portatile, quanto meno per snellire la parte gestionale dei Pikmin ma purtroppo questa funzione manca.
Per quanto riguarda invece il restyling grafico siamo purtroppo lontani al trattamento di Metroid Prime Remastered che ne riscriveva in toto il motore di gioco sebbene comunque la rinfrescata al comparto si seta.
Qua viaggiamo sul filo del porting diretto con il supporto agli schermi “wide” (ereditato da Wii) e un lavoro di pulizia per quanto riguarda maggior risoluzione (1080p in docked e 720p in portatile) e qualità delle texture, nettamente più definite che in passato, sebbene resti qua e là qualcosina da sistemare, con alcune immagini un po’ troppo sfocate. Fra i due capitoli il primo è quello che tecnicamente sente più il peso degli anni, per lo più per una mole poligonale limitata, che rende i vari modelli più “blocchettosi” e squadrati.
Trattandosi di un porting di due giochi di 3 generazioni fa ci saremmo aspettati un incremento nel frame rate, che invece viene riproposto negli stessi 30 FPS, solidissimi, dei giochi originali. Una scelta probabilmente di natura tecnica, che avrebbe richiesto maggior lavoro da parte degli sviluppatori in fase di adattamento.
È un piacere vedere il ritorno dei primi due capitoli di Pikmin anche se forse arrivano troppo a ridosso del lancio del quarto episodio con il rischio di venirne offuscati. Con tutti i giochi della serie su Switch però adesso il recupero è d’obbligo, sia per i fan storici di Pikmin che per i nuovi giocatori che possono scoprire le origini delle avventure del Capitano Olimar, sebbene il terzo capitolo, nella sua versione Deluxe, resti al momento un’ottima porta d’ingresso nel mondo di Pikmin. L’unico “difetto” con questa collection riguarda il fattore prezzo, forse leggermente più alto rispetto ad altre remastered proposte ultimamente, viaggiando sui 30 euro a gioco. La possibilità di acquistarli bundle però, risparmiando circa 10 euro sul prezzo totale, è sicuramente un incentivo per optare subito al pacchetto completo e godersi insieme questi due meravigliosi giochi.