L’oggetto di recensione di quest’oggi è Pornopoema, graphic novel di Andrea Biscaro coi disegni di Sergal edito da Eretica Edizioni. Si tratta di un’opera che ci porta a scendere negli inferi della mente umana dove aleggia e si fortifica il concetto di perdita di una donna amata che arriva a livelli talmente alti da trasformarsi in tragedia. È uno dei più grandi archetipi della letteratura mondiale, ma Biscaro riesce a renderlo incredibilmente originale grazie alla sua fervida immaginazione incrocia la fantasia e la realtà facendo scaturire un racconto energico e divertente.
L’opera si apre subito con due tavole astratte che mostrano la bellezza del tratto di Sergal e l’arte narrativa di Biscaro nella loro forma più naturale caratterizzata da didascalie nere con scritte bianche con uno sfondo puramente astratto composto da forme tondeggianti e oniriche che rimandano alla Pop Art, ma anche all’arte cartoonesca moderna e contemporanea. Dopotutto già dal titolo si può notare quanto il racconto e i disegni siano una derivazione di un ossimoro dato dal Poema, che generalmente rappresenta la massima espressione letteraria, e il Porno che viene spesso considerata l’arte di più basso livello dedita solo al puro svago personale.
Pornopoema: la storia tra realtà e fantasia pervasa dal terrore
La trama riprende perfettamente l’originalità del titolo fondendo l’onirico con il terrore. I protagonisti sono un uomo (Marco Steiner), una donna (Giulia) e un’ossessione reale a volte umana e spesso mostruosa. Il loro rapporto non è sentimentale, bensì è un orrore che entra nella vita della coppia sconvolgendola e violentandola. Un terrore perlopiù psicologico che diventa progressivamente un disagio fisico che si mostra perfettamente nelle tavole. Il “Porno” si mostra attraverso un erotismo esplicito, ma mai volgare e il più delle volte astratto. Serve a mostrare il contrasto tra la calma e l’armonia del corpo femminile e il terrore della natura mostruosa della violenza anche carnale. La figura maschile resta attonita, impotente e sofferente tramite disegni di una precisione millimetrica riguardanti il volto e l’espressività facciale dei protagonisti.
Marco Steiner, inoltre, è un pittore e mostra il classico prototipo di genio e pazzia. Al suo fianco ha una donna bellissima che le permette di avere una vita coniugale gioiosa, ma disturbata da un tarlo che rovina la mente del pittore. Quando le immagini sono fantastiche e quando invece reali? Steiner combatte le sue fobie e soprattutto le paure personali riguardanti la sua Giulia. Alla fama e all’amore si mescola un grave ostacolo rappresentante il suo subconscio e il terrore della violenza. I sogni sono forti quanto la vita reale e lacerano lo stesso rapporto tra i due amanti poiché anche nei momenti più tranquilli c’è sempre l’alone della violenza.
Tratto estetico impattante sulla lettura
Il disegno segue perfettamente il fil rouge della storia mostrandoci una serie di tavole caratterizzate da un tratto molto marcato con inserti a colori che mostrano un nuovo scenario e aumentano la tensione della storia. Le tavole, inoltre, hanno un montaggio impreciso e incostante proprio a voler rafforzare il senso di inquietudine che gli autori vogliono far percepire al lettore. Le vignette spesso si intersecano tra di loro, si incrociano o si sovrappongono in una danza surrealista e, appunto, onirica e turbolenta. La lettura, però, scorre ugualmente con semplicità e linearità, mostrando come spesso leggibilità e turbolenza possono andare a braccetto. Tuttavia non è un aspetto classico e potrebbe infastidire o disturbare i puristi dell’ordine grafico e concettuale.
Infine interessante la volontà di rendere sempre più reale il senso di follia del protagonista. Questo si può notare proprio nelle sue tavole che inizialmente non hanno colore, salvo alcune eccezioni che mostrano l’inizio di una certa turbolenza mentale, e poi assumono sempre più una colorazione per marcare come l’irrequietezza stia prendendo il sopravvento a tal punto da non riconoscere più la fantasia e l’astratto dalla realtà.
Conclusioni
In conclusione Pornopoema non è un’opera semplice e blanda come potrebbe sembrare, anzi racconta e denuncia la realtà e l’attualità con una forza narrativa e visiva incredibile. Il tutto è rappresentato come un’intrigante discesa agli inferi che rende il graphic novel ossessivo e a volte molto agrodolce da assaporare. Il terrore pervade ogni tavola con un misto perfetto tra realtà e sogno che porta il lettore a naufragare negli abissi della follia e lo costringe anche a guardare ciò che accade lontano dalla propria naturale e corretta visione. Non è un’opera per tutti, la violenza è esplicita al pari dell’erotismo, ma sono anche le caratteristiche principali della sua potenza narrativa e visiva.