A quasi 7 anni dall’ultimo capitolo Ubisoft torna nuovamente a schierare in campo la sua squadra antiterrorismo con il nuovissimo Tom Clancy’s Rainbow Six: Siege. L’esperienza di gioco di questo nuovo capitolo della saga è dato da tre modalità principali: le simulazioni, le PVP (Players vs Player) a squadre e la Caccia ai terroristi.
SINGLE PLAYER??
Le simulazioni sono una sorta di mega tutorial, si tratta infatti di missioni singolo giocatore utili per familiarizzare con le meccaniche di base del gioco che vanno a sostituire una vera e propria campagna di gioco la cui assenza farà sicuramente storcere il naso a molti fan della saga. Le simulazione comprendo una totalità di 10 missioni su diverse mappe che ci permetteranno di conoscere più da vicino le molteplici classi operatore e la varietà di armi prima da interfacciarci con il multiplayer. Uno dei problemi cardine di questa modalità però è la scarsa intelligenza artificiale dei nemici (i quali molte volte non ti vedono arrivare nonostante tu gli sia praticamente accanto) e sopratutto la loro distribuzione nell’area di gioco che risulterà sempre la stessa. Basteranno quindi un paio di morti per ricordarsi a memoria la loro posizione che ci permetterà di mirare alla testa da dietro i muri facendo perdere la tatticità del gioco.
COMUNICAZIONE E TEMPISMO
La situazione cambia notevolmente nelle modalità multiplayer. Il PvP è composto da round divisi in due turni, uno di attacco nel quale bisognerà pianificare un’assalto e uno di difesa dove dovremo difendere una zona o un ostaggio. All’inizio dl turno ogni quadra avrà a disposizione 45 nel quale individuare i difensori tramite i droni o inalzare barricate e posizionare esplosivi in base al turno. La comunicazione con gli altri giocatori sarà dunque fondamentale per coordinarsi nei movimenti per questo si consiglia caldamente di formare squadre con amici. Per quanto riguarda la modalità caccia ai terroristi si tratta di una coop dove fino ad un massimo di cinque giocatori affrontano l’intelligenza artificiale in netta inferiorità numerica. La mancanza comunicazione con gli altri giocatori porterà nel 90% dei casi ad un approccio molto caotico con giocatori che se ne vanno per i fatti loro (e parlo per esperienza personale) che sfoceranno ad un fallimento della missione.
SONORO PERFETTO MA GRAFICA…
Per quanto riguarda i dati un po’ più tecnici, dal punto di vista del sonoro il gioco è praticamente perfetto, i suoni degli spari, dei passi, delle voci e delle esplosioni sono incredibili sopratutto se ascoltati con un buon impianto audio. Per quanto riguarda la grafica purtroppo non fa urlare al miracolo e si nota un downgrade rispetto i primi video mostrati duranti l’E3. Da apprezzare però l’altra distruttibilità dell’ambiente, l’elevata precisione delle armi e la praticamente totale assenza di bug (in circa 6-7 ore di gioco).
CONCLUSIONE
Per concludere Rainbow Six Siege è un buon titolo ma non stupisce particolarmente. Sicuramente sarà apprezzato dai fedelissimi della saga con un bel gruppo di amici alle spalle che li supporti durante le partite nel quale è richiesta un elevata comunicazione tra i giocatori e un buon tempismo. La mancanza di una vera e propria campagna singleplayer lo rende decisamente poco consigliato su console a chi non dispone di un account PS Plus o Xbox Live.
Rainbow Six rimane però uno dei pochissimi titoli che offre un vero punto di vista tattico e personalmente lascia l’amaro in bocca perchè si nota la mancanza di qualcosa che l’avrebbero potuto rendere uno dei titoli top del 2015.