Raya e l’ultimo Drago è un’avventura adatta a tutta la famiglia.
Dopo averci provato con il live action di Mulan a settembre, questo venerdì Raya e l’ultimo Drago, proverà il rilascio doppio in tutto il mondo. Là dove i cinema sono aperti, il cinquantanovesimo classico Disney verrà proiettato nel buio della sala mentre nei paesi più sfortunati, sarà disponibile all’interno di Disney+, con Accesso VIP e sulle piattaforme selezionate, come Apple, Google e Amazon per 21,99€.
Il film entrerà poi in catalogo Disney+ a partire dal 5 giugno, e ci rimarrà per sempre.
Grazie a The Walt Disney Company Italia ho visto in anteprima Raya e l’Ultimo Drago, e posso parlarvene senza alcuno spoiler sulla trama del film d’animazione. Scopriamo insieme i punti di forza e quelli deboli del cinquantanovesimo classico Disney.
La trama di Raya e l’Ultimo Drago è semplice e diretta. 500 anni fa i draghi si sacrificarono con un male oscuro per salvare l’umanità. Questo sacrificio portò alla nascita di cinque regni diversi, divisi per ideologie e incapaci di porre la fiducia nel prossimo. Fino a quando il capo della nazione di Cuore, decide di invitare alla sua corte gli altri quattro regni, per suggellare un nuovo accordo.
Le cose non vanno come previsto e il male si risveglia nuovamente, mettendo a ferro e fuoco il mondo per i successivi 5 anni. Raya, la figlia del capo di Cuore, dovrà trovare l’ultimo Drago e recuperare i frammenti di una sfera magica, per riportare la pace a Kumandra.
Come detto, una trama molto semplice, una storia d’avventura che fa della crescita della protagonista la sua caratteristica principale. Viaggiando di nazione in nazione, il gruppo di Raya crescerà, arricchendosi di esperienza e capacità. Fino al confronto finale che conclude il film, in 105 minuti con un ritmo costante e in cui gli avvenimenti si susseguono senza sosta.
I personaggi di contorno riescono a supportare Raya nel suo ruolo di eroina, con spalle efficaci al racconto generale, quella che brilla forse anche più della protagonista è Sisu, il drago che in originale ha la voce (e le espressioni) di Awkwafina (doppiata in italiano da Alessia Amendola).
Sisu è sicuramente il personaggio più riuscito (fatta eccezione per le tre scimmiette comedy relief), almeno per quel che riguarda la scrittura del film. Buona e a tratti anche ingenua, il drago riesce a conquistare lo spettatore durante il viaggio al fianco di Raya. Il problema principale con i draghi del film è però principalmente estetico. Le figure sono basate sull’aspetto sud asiatico dei draghi: lucertole longilinee e molto sinuose, ma sono praticamente privi di zanne e il volto è fin troppo umanizzato.
Questo potrebbe decisamente spiazzare lo spettatore, per via di un canone diverso da quanto ci si aspetta quando si immagina un drago. Ottime però le animazioni, frutto del lavoro svolto con l’engine per l’acqua di Frozen 2, e riproposte in Raya.
Nonostante sia diretto da quattro registi diversi (Don Hall, Carlos Lopez Estrada, Paul Briggs e John Ripa) il cinquantanovesimo classico Disney ha un’ottima coesione, e non si fa mancare neanche sequenze in animazione tradizionale o con qualche esperimento in più. Nonostante l’estetica sud asiatica del fittizio mondo di Kumandra, in pochi istanti vengono mostrate le caratteristiche principali di ogni regno, così che, quando Raya e il suo gruppo vi ci arriva, tutto e facilmente memorizzabile anche per i più piccoli. Visivamente il film è quasi impeccabile, estetica dei draghi a parte siamo abituati alla qualità grafica degli ultimi lavori in CGI della casa di Topolino.
Colori, tonalità e soprattutto la regia dei combattimenti sono tutti ben amalgamati e, come già scritto, il film procede a un ritmo costante senza nessun tempo morto.
Inoltre, se non fosse per il brano Scegli, cantato nella versione italiana da Camille Cabaltera, Raya e l’Ultimo Drago fa parte di quei pochissimi Classici Disney senza canzoni. Nonostante questo però la colonna sonora del film è probabilmente il suo punto di forza maggiore: James Newton Howard riesce non solo a trasmettere le atmosfere di un mondo fantasy sull’orlo della distruzione, ma anche la giusta tensione durante i combattimenti all’arma bianca.
Lato doppiaggio italiano invece ci troviamo di fronte a un lavoro altalenante, se le protagoniste mi sono parse bene in parte, lo stesso non posso purtroppo dire di Jun Ichikawa che da la voce a Namaari e ai personaggi secondari. Il tutto non rovina la visione del film, soprattutto per il pubblico più giovane che a certe cose non presta attenzione.
Veniamo ora alla questione più greve: il prezzo dell’Accesso VIP. Il mio consiglio è uno solo: se avete qualcuno con cui dividere il costo ed eravate intenzionati a vedere Raya al cinema, potete procedere senza remore. Vi troverete davanti un film d’animazione che intrattiene e procede spensierato, pur nascondendo (neanche troppo bene) una morale sulla fiducia verso il prossimo. Un’avventura per tutta la famiglia, che saprà intrattenervi con tanta azione e con un ottima computer grafica.
Se invece non avete urgenza, il film debutterà per tutti il prossimo 5 giugno, sempre su Disney+, al fianco del corto Us Again, che al momento è visibile solamente nei cinema prima del film.