Resident Evil 4, La Recensione

Il remake dello storico quarto capitolo torna su console e PC

Resident Evil 4

Capcom riporta in auge un altro celebre titolo della sua saga survival horror, ecco il remake di Residen Evil 4

Annunciato nel 2022 da Capcom durante uno State of Play, scatenando un entusiasmo enorme tra i fan, il remake di Resident Evil 4 è finalmente arrivato su console e PC. Rimasto particolarmente colpito dai primi trailer, ma soprattutto convinto di dargli un’opportunità grazie alla demo uscita poche settimane prima del lancio che mi ha completamente folgorato, non vedevo realmente l’ora di riprendere in mano il pad e rivestire i panni di Leon S. Kennedy il prima possibile. E proprio grazie a Capcom ho avuto modo di giocare al titolo su PlayStation 5, dove ho speso parecchie ore a far fuori orde di infetti come se non ci fosse un domani. Quindi mettetevi belli comodi e preparatevi a tornare nel terrificante El Pueblo. Ecco la nostra recensione del remake di Resident Evil 4.

Uscito inizialmente nel 2005 come esclusiva per Nintendo Game Cube, prima di arrivare successivamente sulle restanti console dell’epoca, Resident Evil 4 fin dal suo sviluppo (travagliato) si rivelò incredibilmente una gallina dalle uova d’oro per Capcom. Con Shinji Mikami che affidò il progetto nel 1999 a Hideki Kamiya e allo scrittore Noboru Sugimura (che anni prima lavorarono su un’altro capolavoro della saga, Resident Evil 2), il duo iniziò a creare le basi per un gioco che piano piano si discostava sempre di più dalla vecchia trilogia, fino al punto che Mikami stesso, durante una revisione decise di riprendere in mano personalmente lo sviluppo del gioco e far creare a Kamiya una nuova IP che diventò incredibilmente un’altra pietra miliare della software house nipponica: Devil May Cry.

Con Mikami nuovamente in cabina di regia, lo sviluppatore decise comunque di allontanarsi anche lui in qualche modo dai vecchi capitoli, creando un gioco molto più action e frenetico, grazie ad un protagonista più mobile e con nemici più rapidi e imprevedibili. Anche l’inventario vide un netto rinnovamento, che diventò più capiente per quanto riguarda munizioni, armi e oggetti curativi. Ma il vero fiore all’occhiello del team di sviluppo fu sicuramente la scelta della telecamera in terza persona, denomintata over-the-shoulder” che non solo rappresentò una rivoluzione nella serie, ma anche in campo videoludico, visto che poi verrà ripresa da tantissime software house nel corso degli anni.

Grazie a tutto ciò, il gioco ebbe un enorme successo sia tra i fan, sia tra la critica internazionale, risultando non solo uno dei titoli più amati della saga, ma anche uno dei più venduti, e che nonostante le sue ben 18 primavere risulta ad oggi invecchiato benissimo e stra-giocabile su quasi tutte le console di questa generazione e PC. Tornando all’annuncio del remake, nonostante l’enorme entusiasmo da parte dei fan per l’effetto nostalgia, dall’altra parte sono però accorsi numerosi dubbi e domande che in tanti, compreso me, si sono posti, come: “Ma Resident Evil 4 necessitava veramente di un remake? Non era forse meglio focalizzarsi su altri capitoli bisognosi di una veste grafica e rivisitazione migliore come Resident Evil Code: Veronica? E soprattutto riuscirà Capcom nell’impresa di migliorare un titolo già magistrale di suo?” A tutte queste domande, sono pronto a rispondere.

El Forastero dónde estás?!

A livello di trama l’incipit applicato da Capcom per questo remake vede sicuramente una narrazione più cupa, seriosa e meno tendente allo stile film action anni ’90 che presentava il titolo originale, scelta che a mio avviso ho trovato particolarmente azzeccata. Certo, alcune freddure di Leon sono rimaste, ma non sempre sono un male e anzi il team di sviluppo le ha dosate particolarmente bene. Il titolo come l’originale ripercorre gli stessi passi, essendo ambientato nel 2004, quindi sei anni dopo gli eventi avvenuti a Raccoon City in cui Leon S. Kennedy si salvò dal suo primo tragico giorno di lavoro come poliziotto. Leon ora divenuto un agente governativo, viene incaricato di indagare sul rapimento di Ashley Graham, la figlia del presidente degli Stati Uniti.

Così, il poliziotto inizia il suo viaggio diretto per la Spagna, ultimo posto di cui si hanno notizie di Ashley e dove si ritroverà ad affrontare ben presto una nuova minaccia orrorifica. Senza andare a fare spoiler per chi non conoscesse il gioco,  come promise Capcom, a livello di lore, la software house non ha cambiato nulla di particolarmente esponenziale, anche se già vi avverto, qualche modifica, in piccola parte c’è stata, ma assolutamente in meglio. Per esempio il team di sviluppo ha eliminato o modificato diverse scene che risultavano molto più ridicole, cringe e troppo fuori contesto ai giorni d’oggi a mio avviso, ha caratterizzato meglio ogni singolo personaggio secondario e dato anche più spazio nella storia al personaggio di Luis Sera, donandogli ora molto più carisma e importanza.

Anche su Ashley il lavoro svolto è davvero notevole, rendendo la ragazza molto più reattiva e duttile in confronto al passato, caratterizzando meglio il suo rapporto con Leon e dando meno l’impressione di essere un “peso morto” mentre accompagna il protagonista in varie fasi di combattimento, che talvolta nel gioco originale risultavano parecchio frustranti. Pure alcuni nemici sono stati non solo riscritti meglio, ma anche rinnovati e ricontestualizzati per quanto concerne alcune boss fight rese ora molto più corpose e adrenaliniche. Ad esempio una menzione d’onore va sicuramente al lavoro svolto su Ramon Salazar (ancora più inquietante della versione originale), Jack Krauser e Lord Saddler, con le loro rispettose storie e background narrativi che ora risultano molto più delineati, sensati e chiari nel contesto della lore di Resident Evil 4.

Capcom ha anche rinnovato alla perfezione tutte le ambientazioni di gioco, proponendo un atmosfera più cupa e tetra anche durante le sezioni ambientate di giorno, riuscendo a tenere intatta quell’aria di angoscia/horror anche con la luce del sole, che qui non risulta mai troppo aggressiva a differenza del gioco del 2005, che andava un po’ in contrasto con l’atmosfera del gioco. Inoltre sono state aggiunte nuove sezioni esplorabili, nuovi dialoghi e nuovi scontri con diversi infetti, che non stonano o appesantiscono il gioco, ma anzi riescono ad aggiungere ancor di più in termini di qualità e divertimento. Tutto ciò ha portato anche ad una longevità molto più ampia del titolo, con le ore che da otto scarse dell’originale ora arrivano fino a 16/18 ore in base a come giocheremo.

Gloria a Las Gameplay

Anche in termini di gameplay, la software house nipponica ha dato lustro alle proprie abilità, rinnovando e rivisitando completamente l’approccio e le fasi di combattimento utilizzabili da Leon. A differenza dell’originale che risultava essere un titolo molto più action, con il poliziotto americano più rapido ma con mira fissa e bocche di fuoco molto più potenti, in questo remake Leon risulta più appesantito nei movimenti, ma stavolta capace di sparare anche camminando, manovra duttile soprattuto durante le fasi di combattimento più concitate, vista la mole di nemici che si scaglieranno contro da più parti. Ovviamente per bilanciare questo cambiamento, gli sviluppatori hanno reso sia i nemici più resistenti, sia depotenziato l’effetto delle armi (perlomeno finchè non andremo a modificarle con gli upgrade).

Altra novità è l’utilizzo del coltello, che questa volta potrà rompersi se non usato con criterio e sarà modificabile con diversi upgrade inerenti alla potenza e alla resistenza dell’arma. Ed è proprio il coltello che presenta una delle migliorie più azzeccate da Capcom: il parry. Si, ora Leon sarà capace con il giusto tempismo, di deviare e parare i colpi dei nemici, riuscendo sia talvolta a stunnare il nemico, sia a parare anche frecce, molotov e accette lanciate dai nemici. Inoltre il coltello sarà molto duttile sia per liberarsi dalla morsa del nemico rapidamente, sia per accoltellare diversi Ganados a terra prima che si trasformino in “Crimson Head” e diventino molto più pericolosi.

Release Date
23/03/2023
Genere
Survival Horror
Modalità
Singleplayer
Sviluppato da
Capcom
Editore
Capcom
Piattaforme
PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox Series X/S, PC
Versione testata su
PlayStation 5
Our Score
9.2
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Il parry inoltre garantisce una finestra di parata veramente ampia, anche se talvolta a mio avviso risulta fin troppo eccessiva, visto che si riuscirà a parare quasi tutti gli attacchi potenti dei boss e mini boss. Tra i cambiamenti, il team di sviluppo ha scelto (e mi trovo completamente d’accordo) anche di eliminare praticamente del tutto le sezioni QTE, che risultavano troppo invadenti nel titolo originale e sostituendoli con una semplice schivata che sarà possibile effettuare con il giusto tempismo con il tasto cerchio. La stessa manovra sarà anche utilizzabile per quando stunneremo invece il nemico e comparirà il tasto X sopra la sua testa, per effettuare il calcio rotante letale alla Chuck Norris o scatenare un ” Welcome to Suplex City” alla Brock Lesnar sul malcapitato di turno.

Infine l’ultima novità inserita è il sistema di stealth, che oltre a garantire un altro tipo di approccio al combattimento, ho trovato utilissima in molteplici scontri, soprattutto per uccidere diversi nemici e ripulire il più possibile l’area in maniera silenziosa, in modo da affrontare meno nemici in condizioni seguentemente più frenetiche. Usare lo stealth sarà decisamente semplice, visto che basterà sgusciare accovacciati di soppiato alle spalle dei nemici, per poi finirli sgozzandoli con il coltello.

Come nel capitolo originale, le armi a disposizione durante l’avventura di Leon saranno tante, di cui alcune anche rinnovate. Il protagonista sarà così in grado di passare a diversi tipi di ingaggio con le armi da fuoco, dove in base alla propria preferenza si potrà passare dalle classiche pistole come la Red9 e la SG-09 R al CQBR, il lanciafrecce, fucili a pompa, il cecchino e molto altro. Tutte la armi ovviamente saranno acquistabili e modificabili dal mercante presente in gioco, anch’egli rinnovato e che ci fornirà di munizioni, upgrade per armi e cure in cambio di pesetas guadagnate durante l’avventura. Inoltre grazie allo scambio di spinelli ottenibili da diverse nuove sfide secondarie, potremo ottenere anche mappe dei tesori, upgrade speciali per le nostre armi o nuove valigette.

Proprio la valigetta sarà uno dei punti cardine della nostra avventura, visto che non solo conterrà il nostro arsenale che ci porteremo a spasso per eliminare i nemici, ma sarà anche un elemento molto importante per l’ottenimento di diverse risorse. Grazie a dei ciondoli che potremo applicare sulla valigetta fino ad un massimo di tre, si potrà decidere per esempio di avere una probabilità di percentuale maggiore nell’ottenimento di munizioni di un certo tipo, piantine per la cura, un bonus maggiore nella resistenza e molto altro ancora. Per ottenere i diversi ciondoli, basterà portare a termine le sfide al poligono di tiro, che ho trovato molto più curato e divertente del titolo originale. Una volta portate a termine le diverse sfide con voto, otterremo dei gettoni da inserire in una macchinetta Gachapon, che casualmente sgancerà una pallina contenente un ciondolo.

Infine oltre alla campagna troviamo la divertente modalità Mercenari, uscita come DLC gratuito successivamente al lancio, in cui utilizzando uno dei quattro personaggi disponibili tra Leon, Luis, Krauser o Hunk potremo affrontare diverse orde di nemici ambientate in tre mappe diverse. In base alla nostra scelta, ogni personaggio avrà non solo un arsenale diverso, ma anche delle abilità speciali che saranno attivabili in base al nostro risultato, combo o diversi obiettivi ottenuti durante queste sfide a tempo con voto. Il mio consiglio è di portarle tutte a termine con grado S, perchè vi garantirà la Handcannon (Magnum), pistola con cui potrete poi tirare giù qualsiasi nemico vi si pari davanti con pochi colpi nella campagna principale.

Il RE Engine si conferma potente come un colpo di Magnum

Per quanto riguarda il comparto tecnico di Resident Evil 4, il team di sviluppo ha fatto un lavoro veramente certosino, optando nuovamente sull’utilizzo del RE Engine, che su PlayStation 5 riesce a dare il meglio di se. Difatti grazie al motore grafico di Capcom, ho trovato una cura delle animazioni e dei modelli incredibili. A colpirmi particolarmente sono stati gli smembramenti degli arti e i dettagli dei nemici che ora offrono un realismo sopraffino, come anche le reazioni fisiche di Leon e Ashley in base a quello che gli sta succedendo intorno, tipo le sensazioni di paura in determinati contesti o l’ansimare se si è corso per troppo tempo. L’unico difetto che ho trovato è stata la resa grafica della pioggia, fastidiosa e brutta da vedere, anche se Capcom ha già detto di essere all’opera per fixare il problema.

Anche il level design come dicevo precedentemente, è stato completamente rivisitato e anch’egli offre una qualità a dir poco magistrale, con mappe molto più grandi e curate nei minimi dettagli. Gli sviluppatori in questo caso sono riusciti anche a limare i diversi punti di vantaggio che le mappe offrivano in maniera furbesca a Leon nel gioco originale, andando anche a migliorare di conseguenza l’IA dei nemici, che ora si comporteranno in maniera più intelligente e duttile alla mappa. Ergo, non vi basterà più andare sui tetti o sfruttare diverse angolazioni per uccidere tutti i nemici con il coltello, perchè stavolta saranno proprio loro che saranno in grado di utilizzare molteplici percorsi per cercare di aggirarci e attaccarci da ogni lato possibile senza farci rifiatare.

Altro punto a favore da segnalare è anche la non presenza di bug, glitch o crash, perlomeno durante la mia esperienza su PlayStation 5, dove tutto è filato liscio come l’olio. Altro lavoro sopraffino invece è stato fatto con il comparto sonoro, dove Capcom è riuscita a migliorare non solo la soundtrack, che calza a pennello con i nuovi toni dati a questo remake, ma anche a migliorare ogni effetto sonoro nei minimi dettagli. Ora le urla dei nemici, i versi degli animali o gli effetti ambientali, riescono a far trasmettere molta più angoscia e paura, oltre a dare una sensazione di realismo più pura al giocatore, visto che ora si riesce a percepire in maniera più sensibile la provenienza di un suono o rumore.

Notevole anche il doppiaggio, disponibile in italiano e con l’ottimo lavoro svolto da Alessandro Rigotti nelle vesti di Leon, da Claudio Beccari in quelli di Lord Saddler e quello di Laura Cherubelli ed Elena Mancuso nei panni rispettivi di Ashley e la sensuale Ada Wong. Infine ciliegina sulla torta, Capcom ha pensato anche ai più nostalgici, perchè se sentirete la mancanza del titolo originale, avrete anche la possibilità di utilizzare gli effetti sonori e la soundtrack originale composta da Misao Senbongi e Shasaku Uchiyama del 2005.

E quindi a conti fatti, Capcom è riuscita a migliorare un caposaldo della sua scuderia? La risposta è decisamente si! Gli sviluppatori non solo si sono limitati a migliorare un titolo come Resident Evil 4, che cambiò la storia dei videogames, ma sono riusciti a rivisitarlo dandogli un nuovo tocco personale, infarcendolo di migliorie e riuscendo a confenzionare anche un’esperienza a tratti nuova per chi già conosceva a memoria il titolo originale. Avendo rigiocato al titolo originale poco prima dell’uscita del remake, in modo da cercare di notare il più possibile le differenze tra il gioco del 2005 e l’ultima creatura di Capcom, mi ha portato ad apprezzare ancor di più il lavoro svolto dalla software house nipponica, che con questo titolo è riuscita a farmi divertire e ad offrirmi un gioco molto più emozionante e completo a mio avviso.

Inoltre il gioco nonostante offra una sfida notevole, da la possibilità di scegliere tre difficoltà diverse inizialmente, risultando così un titolo aperto a qualsiasi tipo di giocatore, dal novizio al più competitivo. Anche la rigiocabilità del gioco è assai ampia, come d’altronde son sempre stati i titoli di Resident Evil, dove potremo migliorare i nostri punteggi, sbloccare modalità, sfide, skin e tanto altro in base al risultato finale. Se vogliamo proprio trovare il pelo nell’uovo, a mancare all’appello troviamo solo Separate Ways e Assignment Ada, in cui potevamo giocare nei panni di Ada Wong in due diverse storie, anche se molto probabilmente arriverà anch’essi sotto forma di DLC in futuro.

Il consiglio che posso darvi se siete fan della saga e soprattutto del quarto capitolo, è quello di non farvi scappare assolutamente questo titolo, perchè vi posso assicurare che Capcom ha rispolverato la bacchetta magica usata già con il remake di Resident Evil 2, ed è riuscita a fare una vera e propria magia, confenzionando uno dei remake migliori che si possa trovare in campo videoludico ad oggi.

Se la strada tracciata è questa, sinceramente nonostante brami una rivisitazione del primo gioco della saga, non vedo l’ora di vedere anche un remake del quinto capitolo, che magari con una rivisitatina di questo tipo, potrebbe trasformarsi in un titolo ben più rilevante dell’originale. Ad ogni modo Capcom ha dimostrato ancora una volta che nei remake non è seconda a nessuno. Se il lavoro finale proposto è questo, mi auguro di vedere in futuro anche remake di altre saghe della compagnia nipponica come Devil May Cry e Dino Crisis. Per ora mi limito a tirare giù il cappello e godermi questo stupendo Resident Evil 4…Chapeau Capcom!

Vi ricordiamo che Resident Evil 4 è disponibile su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox Series X/S e PC.

Resident Evil 4
Resident Evil 4
Pro
Gameplay rivisitato e migliorato sotto ogni aspetto
Comparto tecnico eccelso, il RE Engine brilla più che mai
Longevità, trama e personaggi rivisitati e riproposti in meglio
Contro
I fan legati all'originale potrebbero trovare un gioco molto meno action e caotico
La pioggia è fastidiosa e inguardabile
Manca Separate Ways e Assignment Ada
9.2
Voto