Diamo un primo sguardo al nuovo capitolo di Resident Evil.
Non c’è solo Onimusha: Way of the Sword nel futuro prossimo di Capcom, e il 2026 si preannuncia un’annata calda per la casa di Osaka, in particolar modo con l’arrivo di Resident Evil: Requiem, il nono capitolo dell’instancabile serie survival horror di Capcom, pronta a rinnovarsi nuovamente e a riportarci per le strade di una Raccoon City devastata dagli eventi raccontati nei primi giochi della serie originale.
Previsto per il 27 febbraio 2026, grazie a Capcom e Plaion abbiamo potuto mettere mano, durante un’anteprima a porte chiuse che anticipa la Gamescom 2025, a una demo giocabile di Requiem, testando sulla nostra pelle gli orrori che aspettano Grace Ashcroft, la protagonista di questo nuovo capitolo.
Quello che sappiamo di Grace è il suo stretto legame con la madre, Alyssa Ashcroft, protagonista di uno degli spin-off più riusciti di Resident Evil, Outbreak, e primo tentativo di Capcom di espandere la serie verso nuovi orizzonti, come quello dell’online. Il fatto di legarsi a un personaggio minore come quello di Alyssa potrebbe essere un tentativo di esplorare nuove storie all’interno dell’universo narrativo di Resident Evil, strettamente connesse alla Umbrella Corporation e all’incidente di Raccoon City che ha portato alla sua distruzione.
Sarà proprio il ritrovamento di un cadavere affetto da una malattia sconosciuta a spingere Grace a visitare i vicoli ormai in macerie della città, alla ricerca di risposte su quello che è successo a sua madre anni prima. Il nostro ritorno a Raccoon City deve attendere però, dato che la demo che abbiamo avuto modo di giocare vede Grace alle prese con un’inquietante figura femminile che le darà la caccia all’interno di una struttura clinica, nella quale ci risveglieremo all’inizio della demo, senza avere un’idea ben chiara sul perché siamo finiti lì.

Uno degli aspetti su cui Capcom ha puntato molto, e che ci è stato fatto presente poco prima di iniziare la prova, è la possibilità di passare in qualsiasi momento fra la visuale in prima persona e quella in terza. Un’opzione che unisce in qualche modo la serie classica, tornata sulle scene grazie agli ottimi remake (soprattutto quelli a cifra pari), con gli ultimi capitoli che invece adottavano un approccio dalla soggettiva più personale e immersiva. In base ai vostri gusti potrete quindi scegliere quale visuale adottare, e in entrambi i casi “l’effetto spavento” è garantito.
Iniziata la demo e liberati dalla nostra prigionia, Grace potrà muovere i primi passi all’interno di questa lugubre clinica, aggirandosi nei suoi corridoi poco illuminati e ispezionando le poche stanze aperte, alla ricerca di un modo per fuggire. Il ritrovamento di un cadavere, anch’esso affetto dalla stessa malattia sconosciuta che l’ha condotta lì, sarà l’inizio di un vero e proprio incubo, segnato dalla comparsa di questa inquietante figura femminile, un gigante che si aggira fra i corridoi della struttura, pronta a spuntare dinnanzi a noi quando meno ce lo aspettiamo, con il rischio di venir catturati e brutalmente divorati.

Questa breve sezione giocabile mette in scena alcune dinamiche tipiche degli horror “hide’n’seek” alla Alien Isolation o Amnesia, con Grace che dovrà aggirare la nostra inseguitrice sfruttando ostacoli o distraendola con dei diversivi, come ad esempio il lancio di alcune bottiglie vuote per depistarla. Da quello che abbiamo avuto modo di provare, i margini di errore sono molto bassi, e basta imboccare una strada sbagliata per finire direttamente fra le braccia sanguinolente della donna. Interessante invece la possibilità di bloccarla utilizzando delle fonti luminose, fermandoci in stanze ben illuminate che la terranno a distanza per un po’, permettendoci di riorganizzarci e studiare un nuovo percorso. Per quanto limitata, la demo ci ha offerto un assaggio di questa nuova creatura, che presumiamo ci terrà compagnia almeno per tutta la durata della visita all’interno della clinica. Un nemico perfettamente a suo agio nel suo territorio di caccia, e abbastanza reattivo nell’adattarsi ai nostri spostamenti, sfruttando le intercapedini o sfondando letteralmente parti strutturali dell’edificio per stare sempre sulle nostre tracce. Anche le stanze illuminate sono un rifugio temporaneo e mai sicuro al 100%, con la nostra nemesi pronta a distruggere l’impianto elettrico che dà luce alla stanza per costringerci a uscire di lì, rischiando la nostra vita nella ricerca di una via di fuga.
Gran parte dell’atmosfera claustrofobica è merito del RE Engine, ancora una volta sotto torchio per offrirci la miglior esperienza horror possibile. E sebbene l’ambientazione fosse totalmente al chiuso in uno spazio limitato, abbiamo intravisto un grande potenziale. La clinica e le sue dinamiche ci hanno ricordato un mix fra l’esplorazione di Resident Evil 2 braccati da Mr. X e le incursioni omicide di Jack Baker in Resident Evil 7 fra le stanze della Baker Estate, instillando nel giocatore quella paura costante dell’essere inseguiti e perennemente in pericolo.

Dove il RE Engine dà il meglio di sé è nel sistema di illuminazione, con cambi repentini fra ambienti ben illuminati e zone totalmente al buio, che per essere esplorate richiedono l’uso di un accendino la cui fiamma possa permetterci di intravedere qualcosa. È proprio quel “vedo e non vedo” a creare la giusta atmosfera orrorifica, nella quale anche lo sfarfallio di una luce mentre attraversiamo un corridoio apparentemente sicuro può far scorrere un brivido lungo tutta la schiena, il preludio di qualcosa di ben più grande che sta per accadere.
Per quello che abbiamo avuto modo di vedere, sia in demo che off-screen attraverso i trailer rilasciati con l’annuncio, Resident Evil: Requiem sembra un titolo graficamente molto solido che punta a un’esperienza horror di prim’ordine. A convincerci anche i movimenti e le reazioni a schermo di Grace, soprattutto nella visuale in terza persona, con un modello estremamente dettagliato ed espressivo, credibile nel trasmetterci dolore e disagio. Lo stesso vale per la nostra inseguitrice, che ci viene presentata attraverso un close-up abbastanza disturbante, intenta a divorarsi uno dei cadaveri della clinica.
Un plauso anche al sonoro, che sparato attraverso le cuffie direttamente nelle nostre orecchie ha contribuito a creare quell’atmosfera angosciante e perversa, dove ogni scricchiolio o rumore di passi aumenta il senso di ansia nel giocatore, che starà sempre sul chi va là, pronto a saltare sulla sedia quando finalmente gli eventi si mettono in moto.
Quello di Resident Evil: Requiem è stato un assaggio decisamente frugale ma, da fan della serie horror di Capcom quali siamo, non possiamo che esserne rimasti entusiasti. La demo, per quanto proponga solamente una minuscola porzione del gioco, rappresenta perfettamente l’anima horror della serie e quello che speriamo di ritrovare una volta che il gioco sarà uscito. Anche l’idea di scegliere come protagonista la figlia di uno dei personaggi secondari di uno spin-off di Resident Evil e di riportare la serie fra le strade di Raccoon City è una scelta che approviamo fin dal suo annuncio e che può rivelarsi interessante per raccontare nuove storie più vicine al racconto originale. L’attesa quindi continua per Resident Evil: Requiem, e non vediamo l’ora di scoprirne di più.