Resti, la recensione del nuovo romanzo di Gianni Agostinelli

Resti il nuovo romanzo di Gianni Agostinelli edito da Italo Svevo Editore. Ecco a voi la nostra recensione!

Resti di Gianni Agostinelli edito da Italo Svevo Edizioni (collana Incursioni), è un romanzo, uscito nelle librerie il 22 ottobre, che pone una lente di ingrandimento sulle vite, amare e smarrite, di tre ragazzi diventati troppo presto degli adulti in un paesino nascosto tra le campagne umbre. Mette in mostra la vita in una piccola realtà provinciale che si pone a metà tra il duro lavoro nei campi al turismo estivo. Il tutto, però, trascorre nel bel mezzo di luci e ombre perché tra le passeggiate in bicicletta, la natura incontaminata e le feste di paese, vi sono anche casi di violenza, prostituzione e atti di gelosia inenarrabili.

Resti: la trama

La storia di Resti racconta la vita di Leo, Massimo e Alceste che sono tre ragazzi cresciuti insieme in un piccolo paese della campagna umbra, con le sue strade sterrate e i campi coltivati. Ma dietro questo sfondo da cartolina, tanto caro ai turisti stranieri e ai villeggianti del fine settimana, si nasconde in realtà quel grigiore esistenziale proprio delle vite di provincia, che nel corso degli anni finirà per segnare profondamente i tre protagonisti. Tra dolore e sopraffazione, speranze frustrate e invidie mai sopite, i loro destini si incroceranno per caso un’ultima volta, dopo una notte di violenze in un ex agriturismo, divenuto centro di accoglienza per immigrati. Resti è un romanzo cupo e spietato, che procede per sottrazione e punta dritto al midollo dell’animo umano.

La caratterizzazione dei personaggi

Massimo, Leo e Alceste sono quindi dei giovani ragazzi che crescono insieme tra un bagno nel torrente e le classiche ragazzate che si commettono alla loro età. Questi però sono i segni premonitori di un futuro decisamente ricco di problemi caratterizzato da differenti situazioni economiche, approcci affettivi instabili e dinamiche sociali ambigue. Ciò che li lega, però, è un destino caratterizzato dai sacrifici che ogni generazione ha dovuto compiere e che i giovani vedono come dei pesi troppo grandi da portare avanti.

Il romanzo è suddiviso in quattro parti: nella prima viene descritto un aneddoto dell’infanzia del gruppo, nella seconda viene raccontata la scelta di vita dei protagonisti tramite una suddivisione in capitoli che portano proprio il nome dei ragazzi, nella terza e quarta parte invece vengono raccontati alcuni dettagli riguardanti il loro incontro a distanza di anni e come le loro strade divise in realtà siano più intrecciate di quanto credano.

La caratterizzazione dei personaggi è ottima e mostra Massimo che non ha alcuna voglia di sporcarsi le mani e seguire le orme del padre svolgendo il lavoro umile di contadini, tuttavia preferisce lavorare al mattatoio cittadino così da avere più tempo per divertirsi tra feste notturne e bevute nei piccoli bar del paesino. Ovviamente la sua sfacciataggine e il suo menefreghismo lo rendono il leader del gruppo. Leo invece è stato viene costretto dal padre Raniero a diventare un meccanico e lasciare il paesino natale per recarsi a Perugia. Lì ha vissuto la difficoltà di trovare nuove amicizie e una compagna e per questo prova una forte invidia nei confronti di Massimo. Anche lui si mostra come impacciato e scanzonato, ma trasforma la sua insicurezza in rabbia e frustrazione contro il mondo intero. Infine c’è Alceste, l’unico con la testa tra le spalle e capace di avere un futuro dopo tanti sacrifici che lo hanno portato a rovinarsi la salute pur di dare un futuro alla propria famiglia. La sua capacità e intraprendenza, però, lo portano ad essere sempre in giro con la bici alla ricerca di un lavoro serio.

La narrazione di Gianni Agostinelli

L’autore Gianni Agostinelli è molto bravo a raccontare le storie dei tre protagonisti legando perfettamente la loro vita in un ambiente rurale e piccolo con il cambiamento economico e sociale di un mondo globalizzato. Dalle partite di calcio alla Formula 1 e dal passaggio dalle Lire all’Euro osserviamo esattamente ogni trasformazione anche minima della vita dei personaggi principali. Questo però si collega alla desolazione e rabbia della mancanza di lavoro che porta a trasformare un agriturismo in un centro di accoglienza e poi in una casa chiusa anche per colpa di una politica menefreghista e di un turismo in cerca di novità allettanti.

In questa narrazione cupa e desolata, l’unico che riesce ad aprire una piccola luce di speranza è Alceste che tra i tre, è l’unico ad avere un’etica e una morale solida improntata sul sacrificio e la famiglia. In mezzo agli altri due amici fa la parte della coscienza e spesso risulta fuori dal coro perché tenta di cambiare il suo futuro con le proprie forze senza inutili scorciatoie. Agli altri due dopotutto non gliene è mai fregato niente di quei posti, ci sono nati e cercano di crearsi un futuro continuando a fregarsene di ciò che li circonda. Lo stesso Leo, mentre osserva le piccole casette del paese, ricorda di quando da piccolo saliva con Massimo e Alceste in cima alla collina e da lì lanciavano giù i sassi, come a voler colpire e buttare giù l’intero paese.

Gianni Agostinelli non approfondisce mai la narrazione né i pensieri o i sentimenti dei protagonisti. La loro storia è semplicemente impersonale e cruda, sta a noi collegare tutti i punti con domande ed ipotesi. L’autore ci restituisce immagini crude, a volte violente, ma sempre contestualizzate anche perché ogni scelta viene mostrata come l’unica via percorribile dai tre protagonisti.

La componente editoriale

Dal punto di vista editoriale Resti è un’opera particolare poiché è realizzata interamente con carta riciclata di ottima grammatura. Il feeling al tatto è ottimo e in questo Italo Svevo Editore ha compiuto un ottimo lavoro.

La caratteristica editoriale è di usare fogli intonsi da tagliare col tagliacarte, ovvero un libro al quale volutamente non sono state tagliate le pagine. I fogli si presentano uniti, non rifilati e attendono pazienti il gesto di un lettore che, preso il tagliacarte, accolga con emozione il nostalgico regalo che quella copia intonsa gli sta facendo come se fosse una copia unica e inconfondibile. Questo aspetto potrebbe non piacere a tutti i lettori, ma è un dettaglio cuorioso.

Conclusioni

Resti racconta al lettore una storia amara, cruda e reale di ciò che accade in ogni piccola provincia italiana. La vita di questi giovani ragazzi è uguale a quella di milioni di persone che vivono senza avere la minima idea del proprio futuro e la soddisfazione personale sembra un assoluto miraggio. Restano appunto solo dei resti, ma qualcuno è in grado di raccoglierli e provare a costruirci qualcosa con non poche difficoltà e riluttanza da parte anche degli amici. Non sempre questa sfiducia è colpa delle istituzioni, spesso sono proprio i protagonisti a non avere voglia di portare avanti la propria vita.

Resti
Pro
Storia coinvolgente, cruda e intrigante
Uno spaccato di vita giovanile italiana reale
La caratterizzazione dei personaggi...
Contro
...anche se una maggiore caratterizzazione psicologica non sarebbe dispiaciuta
Alcune storie sfuggono via rapidamente
8.3
Voto
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