Returnal è l’apoteosi del Vivi, Muori, Ripeti
Sono passati circa sei mesi dal lancio di Playstation 5 e ad eccezione di Demon’s Souls il comparto delle esclusive per la nuova console di casa Sony era pressoché nullo, dando ai videogiocatori di vecchia generazione la possibilità di giocare ancora a qualsiasi nuova uscita. Il team di Housemarque si è quindi caricato sulle spalle il gravoso compito di lanciare sul mercato la terza esclusiva PS5, dopo Demon’s Souls e Destruction All-Stars.
Returnal ha quindi fatto il suo debutto ufficiale a fine Aprile portando sul mercato un orrore spaziale rinchiuso in un loop senza fine e mostrandosi a tutti fin da subito con la sua vera natura. Quella di un titolo punitivo, impegnativo ma estremamente soddisfacente.
Il titolo ci fa calare quindi nei panni di Selene, un’astronauta che dopo essere precipitata sullo strano pianeta alieno Atropo si ritrova intrappolata in un eterno loop temporale che la costringe a tornare nei pressi della sua astronave ogni volta che andrà incontro alla morte. E fidatevi che la morte sarà la vostra compagna di avventura per tutta la durata del gioco.
Morte dopo morte, bioma dopo bioma, la storia di Selene si condirà sempre di qualche sfumatura in più esplorando al tempo stesso quella di Atropo e delle sue antiche civiltà perdute. Piccoli tasselli che ci verranno serviti un po’ alla volta in questi tetri ambienti spettrali ma al tempo stesso incredibilmente affascinanti da esplorare.
Returnal è di fatto un roguelike che come da definizione fa sue due caratteristiche principali: Mappe casuali e morte definitiva.
La mappa di gioco è infatti divisa in 6 biomi diversi, a loro volta composti da diverse aree di gioco che cambieranno ad ogni fine ciclo, ovvero ogni volta che moriremo. Dopo le prime serie di morti le varie aree inizieranno ad esserci familiari facendo intuire che Bioma altro non è che un conglomerato di stanze rimescolate tra loro di volta in volta cosa che ci farà prendere sempre più sicurezza col titolo andando però a perdere qualcosa dal punto di vista procedurale e sfociando leggermente nella ripetitività. Ad ogni fine ciclo perderemo ovviamente tutti gli oggetti ed i potenziamenti accumulati in precedenza, ed il gioco riporterà in vita i nemici facendoci letteralmente cominciare tutto da capo. Ci resteranno quei pochi oggetti e potenziamenti permanenti e, fortunatamente, ci darà la possibilità di saltare i boss già sconfitti di ogni Bioma.
Inutile girarci attorno, come detto in apertura Returnal sa essere punitivo ma come in tutti i Roguelike ad ogni ripartenza equivale tanta esperienza. Dopo le prime ore di gioco i pattern di attacco dei nemici inizieranno a diventare familiari, così come le varie aree dei biomi e quello che inizialmente sembrava impossibile diventerà più facile, lasciandovi in corpo una soddisfazione non da poco.
La calma è la virtù dei forti
Bisogna avere chiara una cosa prima di approcciarsi ad un titolo del genere. Returnal è un titolo che va vissuto ed esplorato con la dovuta calma. La frustrazione vi porterà sicuramente a ripartire correndo subito dopo una morte ma la fretta è cattiva consigliera e tutte le opzioni saranno sempre utili e necessarie per potenziare al meglio Selene per affrontare il Boss di turno che ci si parerà davanti.
Partendo ad ogni ciclo con la pistola base in dotazione con la sua tuta spaziale, Selene troverà sul suo cammino diverse armi con colpi secondari che variano dai raggi laser ai razzi, passando per tantissime altre combinazioni. Inoltre sconfiggendo i vari nemici si accumuleranno gli Oboliti che altro non sono che la “moneta” di gioco tramite cui acquistare potenziamenti negli altari presenti in diverse aree di ogni bioma. Assolutamente da non dimenticare la meccanica dei parassiti che potremo legare alla nostra tuta spaziale e che attiveranno al tempo stesso sia dei malus che dei bonus.
Badate bene che una volta agganciati i parassiti potranno essere rimossi solamente tramite uno specifico consumabile o con il macchinario presente in una delle aree di ogni bioma. Il numero di Oboliti rilasciati dai nemici dipenderà inoltre dal livello di adrenalina di Selene. Uccidendo più avversarsi in sequenza salirà il livello di adrenalina che influirà a sua volta sulla velocità di ricarica e dei proiettili delle armi e sull’ottenimento dei potenziamenti.
Sul suo percorso attraverso il bioma Selene troverà inoltre diversi forzieri ed oggetti che potranno essere intrinsechi di una strana essenza maligna. Questa causerà diverse anomalie alla tuta spaziale di Selene: accumularne troppe comprometterà l’integrità della tuta stessa mettendoci in ulteriore difficoltà. Per evitare questa situazione potremo purificare l’oggetto utilizzando i consumabili Etere oppure ci basterà risolvere l’indicazione casuale data a schermo dalla stessa anomalia per eliminarla (come ad esempio uccidere tot nemici o aprire tot casse).
Non manca inoltre la componente online asincrona sulla falsa riga di quella dei vari titoli della serie Souls. Sul suo cammino Selene si imbatterà infatti in diversi suoi cadaveri dei loop precedenti dove in realtà hanno terminato il loro ciclo altri giocatori. Potremo quindi tentare di vendicare la loro prematura dipartita per ottenere potenti risorse ma non prima di esserci lanciati in uno scontro parecchio impegnativo.
Bloccati nel Loop
Una cosa su cui diversi giocatori hanno dibattuto in rete fin dai primi giorni del lancio è l’assenza dei punti di salvataggio. Una volta avviata una partita di dovrà andare avanti fino alla fine del ciclo o del gioco. Ovviamente non sarete costretti a giocare ininterrottamente al titolo e vi basterà mandare la console in stand-by per interrompere momentaneamente la run. Questo meccanismo è un punto cardine del gameplay del titolo anche se potrebbe risultare un pelo limitante in quanto non vi permetterà in alcun modo di giocare a qualsiasi altra cosa senza perdere tutti i progressi in game.
Grazie Dualsense
Tecnicamente Returnal è quasi impeccabile mantenendo i 60fps inchiodati anche nelle fasi più concitate. Ottimo anche l’uso del Ray Tracing che condisce i vari ambienti di meravigliosi effetti luminosi e punti particellari che danno vita ad un level design di altissimo livello che sicuramente non mancherà di stupirvi. All’altezza anche il doppiaggio italiano, la colonna sonora e gli effetti sonori che si fondono più volte tra i versi dei nemici e gli assordanti rumori delle armi di Selene. Funziona tutto incredibilmente bene ma anche questa volta il vero plus lo fa il Dualsense di Sony, che si lo sappiamo, dovremmo ormai averci fatto l’abitudine, ma non si può non rimanere stupiti ed incredibilmente affascinati di fronte ad un’integrazione perfetta come quella proposta dal titolo di Housemarque.
Il pad di Sony in questo caso è una vera e propria estensione del gioco.
La pioggia che cade scrosciante sul bioma, l’esplosioni, gli attacchi dei nemici, i passi di Selene. Tutto il gioco si vive anche attraverso il pad di Sony, dal quale vengono riprodotti anche alcuni suoni tramite l’altoparlante integrato. Il massimo del potenziale offerto dal Dualsense lo abbiamo però dal diverso feeling delle armi sui trigger adattivi, sfruttati in maniera eccelsa. Il Trigger secondario avrà infatti “opporrà” resistenza a metà corsa per poterlo usare come mira ed attiverà il fuoco secondario se premuto completamente.
Vivi, Muori, Ripeti
Returnal si conferma quindi come un ottimo titolo. Qualcosa che sicuramente andrebbe provato e qualcosa che i fan del genere roguelike non dovrebbero farsi scappare per nulla al mondo. L’ottimo design di gioco unito ad un gameplay adrenalinico danno vita ad un’esperienza unica. Vi porteranno dentro ad un viaggio, irto di pericoli, impegnativo ma in grado di mettere alla prova le vostre abilità col pad alla mano. Il primo approccio sarà sicuramente spaesante e frustrante ma la vostra perseveranza verrà premiata e soprattutto ora dopo ora , morte dopo morte la voglia di riprovare per “un’ultima volta” non andrà via tanto facilmente. Preparatevi quindi a vestire i panni di Selene, atterrare su Atropo, lanciarvi alla ricerca della Pallida Ombra e ad entrare nel loop. E come diceva il film Edge of Tomorrow: Vivi, Muori, Ripeti.