Rune Factory: Guardians of Azuma – La Recensione

Rune Factory: Guardians of Azuma

È tempo di rimboccarsi le maniche e tornare nei campi (oltre che a salvare il mondo) in Rune Factory.

Quella di Rune Factory è una serie da sempre molto amata e apprezzata fin dal suo debutto avvenuto nel lontano 2006, quando nacque come spin-off di Harvest Moon, scegliendo però una strada più fantasy. Il gioco mescolava le tranquille avventure agricole del celebre “simulatore” contadino con nuove meccaniche da RPG, offrendo ai tempi un’esperienza decisamente originale. Negli anni la serie si è lentamente evoluta senza però mai staccarsi troppo dalla formula iniziale, che è rimasta nel tempo il focus del gioco.

Con Rune Factory: Guardians of Azuma Marvelous inaugura un nuovo corso, abbandonando almeno momentaneamente le atmosfere classiche di Rune Factory per una nuova avventura che cerca di rinnovarsi e ridare vita ad una serie che che si è un po’ arenata dopo un quinto capitolo non del tutto convincente.

Saranno riusciti nell’impresa? Scopritelo con noi nella nostra recensione di Factory: Guardians of Azuma, disponibile dal prossimo 5 Giugno su Nintendo Switch, Nintendo Switch 2 e PC.

Versione Testata: Nintendo Switch

Il primo elemento di rottura con il passato lo ritroviamo nel setting del racconto, le cui avventure si spostano ad Azuma, una desolata regione dell’est segnata da una misteriosa una calamità che molti anni prima ha devastato le sue terre rendendole poveri ed inospitali. Nel grande schema delle cose ci risvegliamo nello Spring Village, un piccolo insediamento dove i suoi abitanti cercano di sopravvivere con il poco che hanno, in balia dei mostri che infestano le aree vicine. Come nel più classico dei classici non ci ricorderemo nulla del nostro passato né degli eventi che ci hanno condotto lì. Tuttavia fin da subito noteremo una certa connessione con il villaggio, un legame che ci porterà a risvegliare la divinità che protegge la zona, donando nuova vita allo Spring Village. Di lì a poco scopriremo di essere un Earth Dancer, un essere in grado di purificare la terra dagli influssi maligni della calamità risvegliando le divinità dormienti dei vari villaggi e donare una nuova speranza ai suoi abitanti.

La strada che ci porterà a risanare le terre di Azuma sarà abbastanza lunga e dovremo darci da fare prima che il nostro obiettivo si compia. In qualità di Earth Dancer avremo diversi compiti da portare a termine a partire dalla gestione stessa del villaggio. Se avete giocato ad uno dei precedenti capitoli della serie, noterete in Guardians of Azuma un deciso cambio di rotta nelle atmosfere del gioco, molto più mature e drammatiche che in passato, nonostante la storia si conceda ancora diversi momenti più spensierati, relegati soprattutto alle missioni affinità con i personaggi secondari raggiunto un certo livello di intimità.

Come nei precedenti capitoli di Rune Factory, la componente dedicata al lavoro nei campi rappresenta un elemento determinante e abbastanza influente, soprattutto per l’accumulo di risorse e ricchezze, la base di tutto il sistema economico del gioco. Guardians of Azuma però cerca di elevare questo aspetto, spesso indigesto e fin troppo predominante negli equilibri del gioco espandendone le potenzialità.

Avremo quindi tutta la parte dedicata all’agricoltura e al lavoro nei campi, ma in un contesto gestionale più ampio all’intero del villaggio e che abbraccia anche la costruzione di edifici e strutture, oltre a tutta una serie di elementi estetici. Il tutto in un gameplay che non sarà fine a sé stesso ma influirà sui parametri del nostro personaggio.
Ma partiamo con ordine.
Purificare i villaggi significa riconquistare porzioni di terreno da utilizzare per espanderne il valore. Potremo aggiungere nuove aree coltivabili, decidendone il fondo a seconda di cosa andremo a seminare, rinfoltire zone boschive dalle quali attingere legname o aggiungere nuove strutture, dalle più basilari ed essenziali come il fabbro, fino a strutture dedicate alla lavorazione delle materie prime, stalle o negozi. Ogni struttura ci donerà del buff nelle statistiche del personaggio, andando a migliorare ad esempio salute e mana, o incrementare valori come la forza o la vitalità.

Rune Factory: Guardians of Azuma va a snellire tutto il processo dedicato al farming puro, dando un ruolo di rilievo agli abitanti del villaggio. Costruendo case e servizi incrementeremo la popolazione dei vari centri abitati, così da avere più forza lavoro per automatizzare alcune delle mansioni più “time consuming” come annaffiare il seminato o raccogliere la verdura quando è il momento, con la possibilità di sub-appaltare agli abitanti anche pesca e raccolta (di legno e pietre) così da non rimanere mai senza per le nostre creazioni.

Mentre resta il ciclo giornaliero, velocizzato per ovvie esigenze di gameplay, Guardians of Azuma dice addio alla rotazione stagionale, introducendo un nuovo sistema, quello dei villaggi tematici. Se lo Spring Village è la nostra prima destinazione, una volta portato a termine il nostro primo compito potremo spostarci per tutta la regione di Azuma in groppa ad un potente drago bianco, il nostro compagno di avventure, così da trovare nuovi villaggi che necessitano di aiuto e risvegliarne la divinità protettrice della zona. Ogni villaggio avrà le sue caratteristiche peculiari, così come il suo tema e la possibilità di coltivare in maniera più efficace la frutta e la verdura della stagione corrispondente.

Lato gestionale, questo nuovo capitolo di Rune Factory ne migliora tantissimo il gameplay, fra nuove aggiunte e diversi “quality of life”, rendendo meno pressante tutta la parte dedicata alla coltivazione, accontentando anche chi non disprezza certe infarinature gestionali come quelle descritte. Come da tradizione per la serie non manca poi tutta la parte dedicata alla socialità, con ben 25 personaggi secondari con i quali sviluppare un rapporto di amicizia e con alcuni di essi intraprendere una relazione amorosa che può portarvi fino all’altare. Ogni personaggio avrà le sue quest dedicate che serviranno ad approfondire il vostro legame, e man mano questo di svilupperà, avrete nuove opzioni durante i dialoghi, come uscire insieme per una passeggiata o cucinare insieme. Potremo anche chiedergli di unirsi a noi durante le nostre missioni, che si rivelerà utile non solo perché ci verrà data una mano durante le battaglie ma andremo ad affinare ulteriormente il nostro rapporto. Anche in questo caso specifico abbiamo diverse novità, come ad esempio la possibilità di portare con noi fino a 6 compagni, ognuno diviso per classe di competenza (attaccante, curatore o difensore) che potranno essere ruotati nel party in base alle esigenze del momento, avendo sempre attivi 3 membri oltre a noi.

L’altro cambio radicale di questo capitolo di Rune Factory lo troviamo nel sistema di combattimento. Se già la serie ci aveva abituato ad uno stile action, Guardians of Azuma lo va a perfezionare rendendolo molto più veloce, quasi alla stregua di un hack’n’slash. L’impianto resta abbastanza semplice ed intuitivo, scelta voluta per renderlo ancora accessibile a tutti, ma offre diversi spunti interessanti che lo fanno apparire più divertente e veloce rispetto al passato. L’attacco avviene con la pressione di un solo tasto, che premuto più volte permetterà al nostro personaggio di effettuare un attacco concatenato, che cambierà a seconda della tipologia di arma utilizzata.

Qua si vanno ad inserire le reliquie delle divinità, che ci verranno offerte per compiere la nostra missione, ognuna delle quali corrisponde ad un elemento diverso e a sua volta ad un tipo di attacco più potente rispetto a quello base dell’arma. Questi tesori sacri sono vincolati poi ad un sistema di sviluppo dove spendendo i punti esperienza guadagnati combattendo, potremo sbloccare nuove abilità da usare in battaglia o migliorarne la resa. Il sistema di combattimento va quindi ad arricchirsi man mano avanzeremo nel gioco, aggiungendo attacchi speciali e nuove funzionalità, che ci renderanno la vita più facile nel compiere la nostra missione. C’è poi anche un’utile mossa evasiva, una schivata che diventa quasi essenziale durante i combattimenti. Infatti se eseguita nel momento giusto entreremo in una sorta di “bullet time”, che renderà i nostri colpi più efficaci contro le barriere difensive dei boss, che cadranno più velocemente consentendoci di sconfiggerli con rapidità.

Le reliquie poi ci saranno d’aiuto durante l’esplorazione permettendoci di accedere a nuove aree altrimenti precluse, scandendo così la progressione nel gioco e l’obbligo di ritornare sui nostri passi per recuperare i tesori lasciati indietro o le preziosissime ricette custodite all’interno di alcune statue dalla forma di rana, indispensabili per creare non solo deliziosi pranzetti ma anche nuove strutture e decorazioni per il villaggio.

L’esplorazione trae vantaggio dalle novità introdotte in questo nuovo capitolo, con aree più aperte e visitabili nella loro (quasi) interezza, mentre sono ancora presenti anche dei dungeon più canonici, che però restano dedicati agli avanzamenti di storia. Addirittura è possibile spostarsi sul dorso del drago nel cielo di Azuma e visitare le isole fluttuanti createsi durante l’avvento della calamità, quindi di cose da fare ce ne sono in abbondanza, toccando tranquillamente le 45/50 ore giocando normalmente.

Dove Rune Factory: Guardians of Azuma mostra il fianco è nella riproposizione delle stesse situazioni o degli stessi boss durante il corso di tutta l’avventura, in particolar modo nelle fasi avanzate, come se fosse solo un espediente per allungare di qualche ora in più un’avventura che poteva concludersi molto prima. Anche la curva di difficoltà tende ad alzarsi improvvisamente verso la metà del gioco obbligando ad una costante cura del proprio equip e del party, in modo da essere livellati e preparati per tutte le evenienze. Non che questo rappresenti un vero e proprio aspetto negativo, ma ci ha lasciati abbastanza sorpresi per una serie che è stata sempre abbastanza dolce sul fattore difficoltà.

Un netto cambio di rotta si percepisce anche sul piano visivo e stilistico.
Se nei capitoli precedenti la serie guardava all’occidente, con un affascinante mix di elementi di epoche diverse inseriti in un contesto marcatamente fantasy, Rune Factory: Guardians of Azuma abbraccia invece un’estetica profondamente radicata nella cultura giapponese. Il risultato è uno scenario rurale pregno di suggestioni orientali, che si sposa perfettamente con le atmosfere del gioco e con la nuova direzione narrativa intrapresa.

Abbiamo provato Guardians of Azuma su Nintendo Switch, in attesa di testare anche la versione migliorata sulla sua erede, in uscita il prossimo 5 Giugno. La performance tecnica è buona, nel complesso superiore a quella di Rune Factory 5, e riesce a garantire una miglior fluidità generale (orbitando intorno ai 30 fps) e una velocità del gameplay ben più sostanziosa. I limiti tecnici ci sono tutti e si vedono, e se il cell shading riesce a mascherare un po’ offrendo buoni modelli 3D per quanto riguarda i personaggi, lo stesso non si può dire per le ambientazioni, spesso abbastanza spoglie, con texture da rivedere (o che addirittura tardano a caricarsi) o le animazioni dei nemici che scalano per i modelli in lontananza, con un effetto “scattoso” dovuto al basso frame rate.

La versione per Switch 2 promette risultati più vicini alla controparte PC, con maggior dettaglio, un frame rate che si spera riesca a toccare i 60 fps costanti e una risoluzione ovviamente più alta. In questa versione sarà poi possibile usare il Joycon in modalità mouse, così da rendere le sessioni di farming e gestionali all’interno dei villaggi più immediate rispetto al classico controller, che comunque nel suo piccolo si difende bene e non ci ha dato mai grossi problemi.

Anche il comparto sonoro segue la direzione artistica intrapresa dal gioco, richiamando le atmosfere della tradizione giapponese e contribuendo a creare il giusto “mood” da JRPG durante le fasi di combattimento. A completare il tutto abbiamo poi l’immancabile doppiaggio originale e una varietà di lingue tra cui scegliere per i sottotitoli, dove però purtroppo manca ancora una volta l’italiano.

Rune Factory: Guardians of Azuma è il capitolo ideale per chiunque voglia avvicinarsi per la prima volta alla serie.
Le novità introdotte a livello di gameplay sono numerose e rappresentano un deciso passo avanti rispetto al passato, come l’automatizzazione del farming, solo per citarne una, che si rivela essere una comodità di cui difficilmente riusciremmo a fare a meno in futuro. A queste si aggiungono una trama più matura, un sistema di combattimento action che strizza l’occhio agli hack’n’slash, e la possibilità di gestire anche le strutture dei villaggi, elementi che arricchiscono una formula di gioco che per troppo tempo era rimasta ancorata al passato e necessitava di uno scossone. Tuttavia, non mancano delle ombre. Al di là di una performance tecnica che mette in evidenza tutti i limiti di una console ormai arrivata al capolinea, a pesare sul giudizio complessivo è soprattutto uno sviluppo del gioco che superata la metà dell’avventura sembra aver perso le idee, con dinamiche già viste e boss riciclati a più riprese. Un vero peccato, perché sarebbe bastato poco per dare a Rune Factory quella spinta in più, e compiere finalmente quel salto di qualità che la serie merita da tempo.

Rune Factory: Guardians of Azuma sarà disponibile dal prossimo 5 Giugno su Nintendo Switch, Nintendo Switch 2 e PC.

Rune Factory: Guardians of Azuma
Rune Factory: Guardians of Azuma – La Recensione
Pro
Nuova gestione del villaggio, con possibilità di automatizzare il farming.
Il combat system si arricchisce, diventando ancora più action e veloce.
Nuova direzione artistica con un focus sul Giappone rurale...
Contro
...purtroppo tecnicamente Nintendo Switch è arrivata al limite.
Le fasi avanzate del gioco sono meno ispirate e ripetitive.
Manca nuovamente un adattamento in italiano.
7.5
Voto