Savage Season, la recensione del primo volume

Mari Okoda e Nao Emoto esplorano la sessualità adolescenziale

Savage season

Con Savage Season Mari Okada parla di sesso esplicitamente senza essere volgare.

Grazie a Edizioni Star Comics arriva finalmente anche in Italia Savage Season (0 Maidens in Your Savage Season), uno degli ultimi lavori di Mari Okoda, sceneggiatrice tra le altre cose di Ano hana e Lupin III – La Donna chiamata Fujiko Mine.

Miniserie in otto volumi pubblicata in Giappone tra il 2017 e il 2019, divenuta anime lo scorso anno (ancora inedito sulle nostre piattaforme), questo shojo adolescenziale affronta in maniera inedita uno degli argomenti più importanti quando si parla d’amore: il sesso.

Attraverso gli occhi di Kazusa e delle sue quattro compagne del club del libro, Mari Okoda analizza tutti gli aspetti importanti dell’atto, senza scadere in banali volgarità o utilizzare nudità, almeno in questo primissimo volume. Scopriamo insieme le protagoniste di Savage Season e il perché questo primo volume è una buona lettura.

 

Savage Season

 

Kazusa è una studentessa liceale che fa parte di un club letterario insieme ad altre quattro amiche. Un giorno, dopo aver letto un passaggio piuttosto spinto in un libro, il gruppo inizia a discutere su cosa vorrebbero fare prima di morire. Sugawara, considerata una delle ragazze più belle dell’istituto, dichiara alle compagne che vorrebbe fare sesso, mettendo tutte in imbarazzo.

Volenti o nolenti, le parole di Sugawara agiscono come un interruttore, scatenando le curiosità e in alcuni casi i bollori del gruppo. La stessa Kazusa si accorge di provare qualcosa per Izumi, il suo migliore amico, quando sente una coppia di ragazze confidarsi di volerselo portare a letto.

Questo primo volume non solo ci da modo di iniziare a conoscere le protagoniste, ma mette già in moto una serie di eventi che le porterà, ognuna a modo suo, ad affrontare la propria prima volta e i cambiamenti adolescenziali.

 

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Savage season: 1
  • Okada, Mari (Author)

 

Savage Season è uno shojo che affronta l’amore in maniera diversa, e nonostante alcune situazioni ilari, riesce a essere più reale di molte altre opere nella sua finzione. Questo è dovuto sicuramente all’ottima scrittura di Mari Okoda, che già in passato ci ha abituato a opere sentimentali di gran livello, ma anche ai puliti disegni di Nao Emoto.

Eliminando spesso gli sfondi e concentrandosi sulle espressioni delle protagoniste, Emoto riesce a trasmettere una sequenza di emozioni che sicuramente tutti noi abbiamo provato nell’adolescenza. L’imbarazzo, l’attrazione, i nervi a fior di pelle, gli stimoli visivi e tattili che popolano la vita di tutti i giorni. I volti di Kazusa e delle sue amiche sono in grado di trasmettere gioie e dolori della vita adolescenziale, qualcosa con cui si può facilmente empatizzare.

È poi da lodare come Mari Okoda ha trattato il tema del sesso. L’autrice non è volgare, e nei discorsi dei personaggi lascia alcune cose esplicite e altre velatamente citate, sfruttando l’aiuto di Emoto nel disegno.

Nella sua comica finzione, Savage Season mi ha saputo convincere, invitandomi a proseguire la lettura capitolo dopo capitolo, fino all’ultima pagina. Si tratta di una lettura adolescenziale che si riferisce proprio ai ragazzi dell’età di Kazusa, dando un punto di vista su un argomento spesso poco trattato nei manga main stream.