Shadow and Bone: recensione senza spoiler
La tanto attesa serie Netflix “Shadow and Bone” è finalmente approdata sulla piattaforma streaming. La serie è tratta dai romanzi di Leigh Bardugo, in particolare dal primo della trilogia di “Shadow and Bone” e da “Six of Crows”. L’adattamento delle opere dell’autrice è riuscito, seppur con diverse libertà e differenze rispetto alla carta stampata. Difficilmente una serie riesce a soddisfare i fan più accaniti dell’opera letteraria da cui è liberamente ispirata ma “Shadow and Bone” ha compiuto l’impresa e sotto certi punti ha arricchito la trama e migliorato la backstory dei suoi personaggi. Restano alcune perplessità: l’universo è complesso e non sono presenti introduzioni o spiegazioni utili alla comprensione delle vicende per chi non si mai approcciato ai libri. In caso di dubbi o chiarimenti vi segnalo la nostra guida completa alla serie, contiene tutto ciò che c’è da sapere sul Grisha Verse. Ecco quì, invece, la nostra recensione senza spoiler di “Shadow and Bone”.
Il trailer
La trama
“Shadow and Bone” racconta la storia di Alina Starkov, un’orfana di Keramzin. Alina è cresciuta in un orfanotrofio assieme al suo amico Mal. I ragazzi fin da piccoli sono profondamente legati, complici e disposti a tutto pur di non separarsi. Solo la scoperta del potere celato in Alina divide i due giovani. Alina è “l’Evocaluce” tanto auspicata dalle leggende, colei che libererà Ravka dalla Faglia, una gigantesca zona di ombre e morte che divide in Est ed Ovest Ravka.
I Grisha, umani che praticano la “small science” (piccola scienza) ossia coloro che sono in grado di manipolare la materia, diventano la nuova famiglia della ragazza. Solo nel Generale Kirigan (The Darkling) Alina trova qualcuno in grado di comprenderla ed accettarla per ciò che realmente è. Solo lui comprende l’immensa solitudine che da sempre l’affligge. Alla storyline di Alina la serie affianca le vicende dei Corvi, una gang di criminali di Ketterdam capitanata da Kaz Brekker. Le maggiori differenze tra libri e serie riguardano proprio la storia dei Corvi, nonostante tutto la loro introduzione nella prima stagione delle serie è ben riuscita. Ecco di seguito la nostra recensione di “Shadow and Bone” aka “Tenebre e Ossa”
Recensione senza spoiler di “Shadow and Bone”
Inizialmente la serie Netflix era avvolta da un alone di sospetti e timori che solo i primi trailer hanno iniziato a dissipare. L’adattamento di opere letterarie suscita sempre il malcontento di qualcuno. L’estrema fedeltà all’opera o le eccessive libertà della trasposizione posso essere pericolose, tanto da provocare la rovina del progetto.
L’annuncio della fusione in una sola serie delle due saghe della Bardugo ambientate nel Grisha Verse (“Shadow and Bone” e “Six of Crows”) ha preoccupato e allarmato i fan. In primis le due opere letterarie sono sì ambientate nello stesso universo, quindi condividono mitologia ed ambientazioni, ma a livello temporale sono una successiva all’altra (“Six of Crows” è il sequel) ed i personaggi che le coinvolgo non si incontrano mai nei libri. In secondo luogo, i toni ed i temi affrontati nelle due opere sono nettamente diversi: la saga di “Shadow and Bone” è young adult e se vogliamo datata per temi e sviluppo dei personaggi (è stata pubblicata in America nel 2012) mentre la duologia di “Six of Crows” affronta tematiche più adulte, profonde ed importanti. I Corvi sono personaggi con luci ed ombre, agiscono per fini non da tutti condivisibili e hanno tutti un passato pesante alle spalle.
Solo grazie ai primi trailer i dubbi ed i timori iniziali si sono pian piano affievoliti.
La sceneggiatura, affidata a Eric Heisserer (sceneggiatore e produttore esecutivo di “Arrival” e “Bird Box”), ha evitato forzature nella fusione delle due saga proponendo i Corvi in un’avventura inesplorata nei libri, tali per cui in una possibile seconda stagione si possano seguire le tracce del romanzo.
Netflix con la sua serie ha convinto e conquistato anche i fan più timorosi. L’adattamento è ben curato, l’animo e la magia che trasmettono i libri è perfettamente presente anche nella serie. Guardare “Shadow and Bone” è come sfogliare le pagine dei libri, in un lampo ci si trova catapultati a Ravka. Il tutto grazie, in particolare, alla partecipazione attiva della Bardugo, coinvolta nel progetto anche come produttrice esecutiva.
L’estetica della serie è presa a piene mani dalla trilogia di “Shadow and Bone”, maggiormente fantasy ed evocativa rispetto a quella di “Six of Crows”. Scelta giusta per calare lo spettatore nel magico Grisha Verse.
I Grisha, i loro poteri e le loro particolarità sono state ben rese sullo schermo. L’adattamento della corporazione Grisha è fedele ai romanzi sia nell’utilizzo della kefta, i cui vari colori distinguono i sottogruppi Grisha, che nelle movenze utilizzate dei vari attori per sprigionare i poteri dei personaggi. Il timore che la serie Netflix potesse rivelarsi trash non si è, fortunatamente, concretizzato.
Tuttavia mancano diverse premesse di base, sia relative all’universo che in merito ai Grisha. Premesse che sarebbero state utili per un non lettore dei libri della Bardugo ai fini di comprendere fin da subito l’universo e le particolarità dei Grisha. Se per i fan dei libri sarà tutto immediato i non lettori potranno trovarsi disorientati nella visione dei primi episodi della serie. Molte premesse e spiegazioni vengono date per scontate e purtroppo non lo sono.
I personaggi: da “Shadow and Bone” a “Six of Crows”
Aspetto lodevole della serie è stato l’utilizzare come strumento di narrazione delle vicende i vari punti di vista dei personaggi che al nei vari momenti si trovano sullo schermo. Se nella trilogia di “Shadow and Bone” è presente solo il pov di Alina; nella serie Netflix seguiamo le avventure di tutto il cast di personaggi, comprendiamo i loro pensieri, il loro passato e le loro intenzioni. Questo ha reso la serie molto più dinamica rispetto ai libri, regalando ai fan aggiunte coerenti con il testo in grado, allo tempo, di arricchirlo.
I personaggi di “Shadow and Bone” sono stati trasposti fedelmente, la scelta di aggiungere scene assenti nei libri o di anticipare vicende arricchisce solamente la loro caratterizzazione e non toglie nulla. Eccetto forse per il personaggio di Mal.
Alina (Jessie Mei Li)appare in una veste maggiormente solare e determinata rispetto ai libri, il suo personaggio è stato aggiornato al panorama seriale contemporaneo rimuovendo così quei tratti che la rendevano meno convincente nei libri. L’attrice a tratti sembra essere leggermente ingessata nel ruolo ma d’altronde anche il suo personaggio si trova confuso e in serie difficoltà ad additassi alla sua nuova vita.
Mal (Archie Renaux), personaggio odiato o amato nei libri, è stato colui che ha avuto più scene aggiuntive. Se nei libri apprendiamo le avventure di Mal solo quando, al termine del primo volume, le racconta ad Alina; quì lo spettatore assiste in prima persona alla disperata ricerca del cervo da parte di Mal. Il Mal della serie è sempre legato profondamente ad Alina ma in maniera meno possessiva rispetto ai libri, le componenti problematiche dei romanzi sono state rimosse. Mal non teme ne disprezza i nuovi poteri dell’amica, aspetto che invece è presente nel primo volume della saga. È sicuramente un Mal diverso ma allo stesso tempo più apprezzabile, così come migliorata è la relazione tra il ragazzo ed Alina.
The Darkling (interpretato in maniera perfetta da Ben Barnes) è il personaggio che tra tutti ha maggiormente giovato dalla trasposizione televisiva. Se nei libri è cupo e misterioso ma dal passato troppo celato tale per cui non si riesce fin da subito ad empatizzare con lui né a comprendere le ragioni che lo spingono ad agire in determinati modi; nella serie tv l’interpretazione di Barnes e le numerose anticipazioni e libertà che sono state attuate hanno reso più umano, sfaccettato e complesso il personaggio. Netflix ha regalato ai fan grosse anticipazioni sul personaggio dell’Oscuro ma a ragion veduta: senza una conoscenza anche minima della backstory del personaggio la tridimensionalità non sarebbe emersa. Dalle interviste è noto che la scelta di rendere più umano e meno glaciale il Darklng è stata fortemente sostenuta dall’interprete che, ha anche confessato di aver improvvisato in alcune scene. Unico errore attuato con il Darkiling è l’anticipazione del suo vero nome. Nei libri la scena è molto intima, nella serie perde tutta la sua importanza e forza emotiva.
Zoya, da saputella ed arrogante nei libri è stata affievolita e subito resa meno irascibile. Il personaggio sarà importante in seguito e probabilmente già in questa stagione hanno ben pensato di anticipare scelte che poi avrebbe preso successivamente.
Six of Crows
La storie dei Corvi, come anticipato sopra, è notevolmente diversa dai libri. Nella prima stagione di “Shadow and Bone” assistiamo alla sola introduzione del cast di personaggi di “Six of Crows”, nemmeno completo. I Corvi hanno un potenziale che è stato probabilmente tenuto celato in vista delle stagioni successive. Nonostante tutto, i personaggi della serie sono stati trasposti in maniera calzante. Inej e Jesper sembrano usciti dalle pagine di “Six of Crows”. Amita Suman (Inej) è stata perfetta nel ruolo, le varie sfaccettature dello “spettro” le ha trasmesse alla perfezione. L’animo del personaggio è stato rispettato in tutto e per tutto. Jesper (Kit Young) è il comic relief della serie ma già mostra le proprie fragilità e il potenziale di crescita del personaggio. Kaz Brekker, invece, resta nell’ombra. Il passato del personaggio non viene svelato e questo ha assottigliato di molto la sua backstory. Il Kaz dei libri è maggiormente crudele, non ha scrupoli. Il Kaz di Freddy Carter invece è più moderato, il personaggio rispetta la caratterizzazione dei libri ma essa è stata leggermente stemperata. L’attore è convincente nel ruolo, resta solo l’ombra del non detto a far traballare il personaggio. La relazione tra Kaz ed Inej, il loro legame profondo, viene solamente anticipato.
Nina (Danielle Galligan) e Matthias (Calahan Skogman), separati dal resto della gang, seguono il percorso che nei libri è narrato come flashback. Scelta perfetta! Nina e Matthias vengono raccontati dal loro primo incontro. Lei una Grisha e lui un Drüskelle, un cacciatore Ferdjano di Grisha. Adattamento leggermente velocizzato, per esigenze di trama e per scarso minutaggio destinato ai due, ma che convince. I due personaggi hanno una forte chimica, le diversità sono palesi e inizialmente insormontabili ma l’umanità finisce per sconfiggere il pregiudizio ed unire.
I Corvi avranno sicuramente più spazio nella seconda, ancora non annunciata, stagione di “Shadow and Bone”. Almeno questo è ciò che meriterebbero.