Sid Meier’s Civilization VII – La Recensione

Civilization VII

Civilization VII rivoluziona la serie con tante novità e una base solida per futuri DLC. Un titolo sempre ottimo, ma come ogni nuovo capitolo è sempre pieno di imperfezioni.

La serie di punta di Firaxis torna con Sid Meier’s Civilization VII (che da questo momento chiameremo solo Civilization VII) e, per la prima volta nella storia della saga, viene rilasciata simultaneamente su tutte le piattaforme, inclusa PlayStation 5 che è la console sulla quale abbiamo avuto modo di testare il titolo. Per chi non lo conoscesse, Civilization è il gioco 4X (eXplore, eXpand, eXploit, eXterminate) che ha fatto la storia del genere , in cui l’obiettivo è guidare la propria fazione verso la gloria, dall’età preistorica fino ai giorni moderni, affrontando avversari controllati dal computer (o da altri giocatore) e raggiungendo la vittoria attraverso la superiorità scientifica, culturale, economica o militare.

È impossibile recensire il nuovo capitolo di una serie così longeva senza fare continui paragoni con i suoi predecessori soprattutto quando uno dei cambiamenti più grandi e impattanti riguarda proprio il nuovo sistema delle “Epoche”. A differenza dei precedenti Civilization, dove si guidava un’unica civiltà dal 4000 a.C. fino al futuro prossimo, una partita del settimo capitolo è ora suddivisa in tre sezioni distinte: l’Epoca Antica (Età del Bronzo e del Ferro), l’Epoca dell’Esplorazione (Medioevo e Rinascimento) e l’Epoca Moderna (dalla Rivoluzione Industriale a circa cinquant’anni fa). Inoltre, come ogni nuova uscita di Civilization, ci sono già state delle lamentele poiché la versione più recente non è mai la migliore considerando che tende a migliorare e aggiungere numerosissimi elementi di gioco tramite i DLC. Questi arriveranno, sicuramente saranno tantissimi e correggeranno i vari problemi, i vari dubbi e le varie incertezze del gioco base. Al netto di ciò, come avrete modo di leggere, la base di partenza di Civilization VII è una delle più solide e ben costruite di sempre quindi proseguiamo questo viaggio.

Versione testata: PS5

Un’inaspettata semplificazione

Civilization è sempre stato conosciuto e amato per le sue possibilità praticamente infinite, quasi mai corrispondenti a una semplicità o immediatezza del titolo. Con Civilization VII, però, questo aspetto sembra stia giungendo un po’ al termine o quantomeno gli sviluppatori stanno cercando di ridurre il gap tra giocatori esperti e neofiti del genere e del franchise. Indubbiamente questo aspetto non è sempre un male, dopotutto la complessità estrema è una delle principali caratteristiche negative di un altro recente strategico 4X che vi abbiamo recensito ovvero Ara: History Untold, ma in questo aspetto forse Firaxis ha un po’ esagerato svantaggiando proprio i veterani.

Infatti, se per un giocatore occasionale le varie novità non fanno molta differenza, per i veterani alcuni dettagli saltano subito all’occhio. Ed ecco come, per esempio, la riduzione delle voci dettagliate nell’enciclopedia di gioco diventa una delle prime cose che si notano, ma anche altre modifiche importanti che inficiano drasticamente il gameplay. All’inizio di una partita a Civilization VII, resta comunque la scelta di un leader. In questa versione base, abbiamo circa venti leader tra cui scegliere, ma con alcune varianti. Ad esempio, Napoleone, sbloccabile solo previa creazione o accesso all’account 2K, è presente in due versioni: Imperatore e Rivoluzionario. La varietà è comunque ampia e le differenze tra i leader sono tangibili. Peccato per l’assenza di grandi capisaldi come olandesi, inglesi o persino Gandhi. Gli olandesi e gli inglesi, storicamente, sono sempre stati grandi colonizzatori e hanno fatto letteralmente la storia delle civiltà, Gandhi, invece, è un’icona della saga, noto per i suoi tanto incredibili quanto imprevedibili “attacchi pacifisti”.

Dopo aver scelto il leader, la civiltà (che può essere anche diversa da quella del Leader, così da avere per esempio Machiavelli leader dei giapponesi), l’Era da cui si vuole iniziare e il tipo di terreno, veniamo catapultati nella mappa. Volendo fare le cose con ordine, si parte sempre dall’Età dell’Antichità in un momento in cui abbiamo veramente poco e in un passato molto remoto. Da qui, il nostro compito è sconfiggere i barbari (o meglio conosciuti come territori indipendenti), fondare città e sviluppare tecnologie. Potrebbe sembrare semplice, ma questa prima era può facilmente richiedere cento turni e siamo solo all’inizio.

Tre Epoche, ma quella Moderna è già vecchia

Una partita a Civilization VII porta i giocatori attraverso le tre sopracitate diverse epoche. Ognuna di queste è caratterizzata da civiltà uniche, tratti distintivi, tecnologie e unità militari specifiche. Il passaggio a una nuova epoca è chiaramente visibile: la mappa subisce una sorta di “reset” quasi totale, riorganizzando il mondo di gioco. Questo ha delle conseguenze significative: ciò che prima era una città potrebbe ora essere solo un villaggio, le vostre forze militari potrebbero essere ridotte o sostituite con unità più moderne e alcuni edifici diventano obsoleti e possono essere sostituiti con versioni migliorate. Ottenere buoni risultati nelle epoche precedenti, comunque, garantisce bonus ereditari per le epoche successive, dando alla partita la sensazione di essere una campagna composta da tre giochi consecutivi. Questo cambiamento è stato talmente radicale che ai veterani non è detto possa piacere particolarmente.

Inoltre anche il sistema delle città è stato modificato. Tutti gli insediamenti, che vengono creati grazie ai coloni o a strategie ben pianificate di alleanze e guerre, eccetto la Capitale, iniziano come piccoli villaggi e, crescendo, possono specializzarsi in base alle tessere circostanti. I borghi possono successivamente essere aggiornati a città, ma non sempre è la scelta migliore, creando un equilibrio strategico tra lo sviluppo “verticale” e quello “orizzontale”. Inoltre le mappe sono più dinamiche, creando anche crisi climatiche da gestire come eruzioni vulcaniche, esondazioni di fiumi, terremoti e tanto altro. Questo crea situazioni uniche e imprevedibili che modificano radicalmente la struttura delle città col rischio di perdere edifici e unità al loro interno.

Purtroppo, le partita si concludono in un’Epoca Modena che però intende circa cinquant’anni fa. Un peccato, perché una fase più futuristica non avrebbe stonato, considerando i progressi tecnologici degli ultimi trent’anni. Non è presente nessun elemento di intelligenza artificiale, veicoli elettrici o droni e questo è, per certi versi, una piccola limitazione rispetto alla realtà. Probabilmente una futura espansione futura introdurrà questi elementi e, continuiamo a sottolinearlo, anche senza DLC, il gioco offre già tantissimi contenuti. Tuttavia, sarebbe stato bello vederli nella versione base, visto che stiamo vivendo un’epoca di grandi innovazioni tecnologiche sotto ogni punto di vista.

Un 4X classico che rispetta tutti i canoni del genere

Al netto dell’eccessiva semplificazione, fin da subito si comprendono i motivi che hanno portato Firaxis a optare per questo sistema di transizione tra le epoche. Questo approccio rende il gioco più gestibile senza più la necessità di calcolare centinaia di scenari improbabili. Di conseguenza, Civilization VII gira molto meglio su hardware meno potenti (come appunto PlayStation 4 e Nintendo Switch), permettendo di raggiungere un pubblico più ampio. Inoltre, la suddivisione in epoche offre interessanti vantaggi strategici. Ogni nuova epoca inizia nel modo più pacifico possibile, ma per esempio se si nota che una città o un villaggio è a portata di conquista, ma il vostro avversario è troppo forte per affrontare una guerra aperta, potete approfittarne. Conquistate rapidamente la città prima del passaggio di epoca, e una volta entrati nella nuova era, la pace mondiale viene ristabilita e voi vi trovate con un nuovo insediamento e un avversario potenzialmente forte, indebolito. Ci vuole un po’ per accorgersene, ma una volta compresa la meccanica, funziona davvero bene.

Dopotutto chiunque abbia giocato a un titolo 4X conosce le sue meccaniche principali e Civilization VII le rispetta tutte pienamente. All’inizio si esplora: dove fondare una città, dove si trovano gli avversari e, ancora più importante, cosa stanno pianificando? Poi si passa all’espansione: un piccolo insediamento cresce fino a conquistare il continente. Con il passaggio all’Epoca delle Esplorazioni, la mappa si amplia ulteriormente e gli oceani vengono domati alla ricerca di nuove terre. Dopo la colonizzazione, si sfruttano le risorse disponibili, si individuano le debolezze degli avversari e si cerca di sopraffarli. Infine, si può scegliere se passare all’eliminazione o scegliere una via più pacifica. In Civilization VII ci sono molte vie per la vittoria, e completando determinati obiettivi si ottengono punti legacy.

Ogni epoca ha i propri obiettivi opzionali che vi guidano verso una condizione di vittoria, ma potete scegliere di perseguirne uno, più di uno o nessuno, adattando così la vostra strategia. Verso la fine delle prime due epoche si verifica una crisi economica progressivamente peggiore, fino alla conclusione dell’era, momento in cui la vostra civiltà attuale rinasce come una nuova fazione. Se nessuno si trasforma in un tiranno e non emerge un dittatore in erba, la partita spesso finisce con una stasi, dove vince chi ha accumulato più punti.

Questo però non è propriamente un aspetto positivo poiché senza puntare alla completa eliminazione degli avversari, bisogna fare un po’ di tutto senza specializzarsi, il che può risultare frustrante. Ogni epoca è nettamente delimitata, ma lo è così tanto che non è possibile ottenere un reale vantaggio in un determinato ambito. Un peccato, perché così si finisce per fare tutto a metà a meno che voi non decidiate di trasformarvi in maestri della guerra o non decidiate di vincere la corsa allo spazio mandando qualcuno sulla Luna: farlo significa vincere automaticamente la partita.

La storia è cruciale, ma Machiavelli che controlla i Mongoli?

In un gioco che mette a disposizione tanti leader storici, è chiaro come la storia svolga un ruolo cruciale. Gli sviluppatori di Firaxis lo sanno da anni e anche Civilization VII ci regala ancora una volta citazioni memorabili e piccole lezioni di storia. Anzi, proprio grazie alla suddivisione delle partite in tre epoche ben definite, possiamo dire che in questo capitolo sono persino migliori che mai. A ogni transizione temporale, infatti, possiamo cambiare stile di gioco e leadership. Questo ha un impatto notevole: per esempio, si può vedere gradualmente Napoleone perdere il suo rigido controllo per adottare un approccio più democratico. Si possono anche sbloccare unità speciali di nuove civiltà o cambiarle del tutto, così da partire come italiano, magari trasformarsi in un esploratore spagnolo e finire la partita da americani. Potrebbe sembrare una meccanica strana, ma in realtà è davvero ben pensata. Dopotutto, realisticamente parlando, tanti leader o civiltà non sono mai arrivate all’epoca moderna. Le civiltà evolvono e si trasformano nel tempo, e questo Firaxis lo sa, quindi ha saputo rappresentare questo aspetto in modo eccellente.

Allo stesso tempo, però, a non cambiare è il vostro leader che rimane con voi per tutta la partita ed è possibile combinare le sue abilità uniche con quelle delle civiltà che scegliete in ogni epoca, rendendo ogni partita diversa. Inoltre, i leader guadagnano esperienza dopo ogni partita, sbloccando piccole abilità aggiuntive che rendono i successivi utilizzi più interessanti. Tuttavia, alcune scelte di leader risultano, ovviamente, piuttosto insolite e storicamente imprecise. La combinazione di questo sistema con la rotazione delle civiltà può portare a situazioni bizzarre, come Machiavelli che guida gli italiani, poi i Mongoli e infine la Germania, rompendo completamente l’immersione per i giocatori più attenti alla sopracitata storicità.

Tante migliorie e tecnicamente di alto livello

Il combattimento è stato migliorato con l’introduzione delle unità comandante, che permettono di raggruppare fino a otto unità in una singola casella e muoverle come un unico esercito. Quando necessario, le unità possono essere schierate individualmente, tornando al sistema di combattimento a unità singola per casella visto in Civilization VI. Inoltre, è possibile inviare rinforzi direttamente dal fronte premendo un solo tasto, riducendo il fastidioso micromanagement delle campagne militari più lunghe. La diplomazia è stata rinnovata introducendo una nuova valuta che serve sia per proporre che per rifiutare accordi con i rivali. Questo sistema consente anche di interagire con i villaggi indipendenti e con le città-stato, ma le risorse disponibili sono limitate, quindi vanno utilizzate con saggezza. Un’aggiunta richiesta da tempo dai fan è la possibilità di navigare sui fiumi, aumentando il ruolo delle unità navali nel gioco e permettendo di esplorare oltre le coste già nell’Epoca dell’Esplorazione.

Civilization VII è visivamente splendido: ogni tessera ha edifici e paesaggi unici, e anche le unità sono dettagliate e ben realizzate. Il comparto audio è altrettanto eccezionale, con una colonna sonora fantastica e ottimi effetti sonori. Tuttavia, il gioco non gira perfettamente su PlayStation 5 e non tanto per i comandi che, sebbene non siano ben tarati per la versione console, dopo un po’ di abitudine funzionano. Il vero problema è la gestione della visione d’insieme. Quando finisce un turno, tutte le unità si muovono contemporaneamente se è stato dato loro un ordine. Se ci sono diverse unità sparse sulla mappa, c’è una buona probabilità di perderne di vista qualcosa. Ogni tanto prima di avanzare al turno successivo, il gioco avvisa di comandare delle unità, altre volte no. Personalmente ho perso coloni e persino interi eserciti semplicemente non osservandoli e dimenticandomeli. Lo zoom out è comunque limitato a ristrette porzioni di mappa, quindi prima di passare il turno conviene sempre farsi un giretto con la visuale o avere bene in mente ogni tattica in corso. Questo diventa importante anche perché, a ogni turno, vi è un salvataggio automatico.

Conclusioni

In definitiva Civilization VII è un gioco con tantissimi alti, ma anche numerosi bassi. Un grande classico della serie che mostra tutto il suo reale potenziale dopo qualche tempo e grazie alle espansioni. È bellissimo da giocare e più ricco di contenuti di tanti altri capitoli precedenti, peccato solo che la storia termini troppo presto con progressi tecnologici non presenti. Inoltre, è strana vedere l’assenza di alcuni leader iconici siano stati esclusi. Detto questo, il sistema di costruzione dell’impero è realizzato in modo eccellente e questo è un aspetto importante che dimostra come ci siano le basi, ma serve solo rifinire il tutto.

Sid Meier’s Civilization VII è già disponibile su PlayStation 4 e 5, Xbox Series X|S, Xbox One, Nintendo Switch e PC.

Civilization VII
Sid Meier’s Civilization VII
Pro
Riesce a rinnovare qualcosa nonostante sia una serie di lunga data con meccaniche consolidate
Nuovo sistema di gestione delle città
Miglioramenti ai sistemi di combattimento e diplomazia
Grafica e colonna sonora straordinarie
Contro
La nuova suddivisione delle Epoche non convince pienamente
Parecchi problemi di UI e comandi macchinosi nella versione console
La versione di lancio sembra un po' incompleta in attesa dei DLC
L'Epoca Moderna risulta già vecchia
7.5
Voto