Silent Hill ƒ – La Recensione

Silent Hill f

Un nuovo orrore vi aspetta in Silent Hill f!

Per Konami il 2025 è stato l’anno dei grandi ritorni. Quello di Suikoden, con una collection che ripropone i primi due giochi della serie, quello di Gradius, un’antologia che raccoglie alcuni dei pezzi più rari del celebre shoot’em up, e naturalmente quello di Snake, con il remake del capitolo più amato di sempre di Metal Gear. A chiudere l’anno ci pensa invece un altro titolo molto atteso, che segna il ritorno sulle scene di un’altra storica serie Konami, che nel tempo si è un po’ persa ma su cui la casa giapponese sembra voler puntare di nuovo con decisione. Dopo l’ottimo remake di Silent Hill 2 e lo sperimentale The Short Message, è tempo di voltare pagina e dare il benvenuto a Silent Hill ƒ, una nuova avventura survival horror che abbandona la poco ospitale cittadina americana, per un viaggio indietro nel tempo, nel Giappone rurale degli anni ’60.

Fin dal suo annuncio Silent Hill ƒ ha spaccato in due la fanbase. Se con Silent Hill 2 la serie era tornata in carreggiata grazie a un remake capace di omaggiare l’iconico secondo capitolo e, al tempo stesso, rinnovarlo nella narrazione e nei contenuti, l’idea di un episodio di Silent Hill senza Silent Hill è di fatto abbastanza divisivo.
La filosofia alla base di questo nuovo progetto è però più simbolica. Silent Hill diventa un concetto, uno stato contorto e disturbante dell’animo umano, un limbo di dannazione eterna, dove i suoi protagonisti cercano una una via di espiazione per le proprie colpe.

Ed è proprio ciò che accade a Hinako all’inizio di Silent Hill f. Ci troviamo a Ebisugaoka, un piccolo villaggio rurale immerso nel verde delle montagne giapponesi, nei primi anni ’60. Dopo l’ennesimo litigio con il padre violento, Hinako fugge di casa e si addentra nel cuore del paese, ma qualcosa sembra fuori posto. La cittadina è completamente deserta e per le strade aleggia una strana atmosfera, quasi sinistra. Raggiunti i suoi amici, una misteriosa presenza si manifesta improvvisamente davanti a lei, colpendo l’amica Sakuko e uccidendola in un istante. Insieme a Shu, il suo inseparabile “compagno” di giochi e a Rinko, l’altra amica del “cuore”di Hinako, i tre tentano la fuga attraverso Ebisugaoka, cercando un modo di sfuggire a questa pericolosissima presenza che sembra aver contaminato ogni angolo del villaggio.

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Inizia così Silent Hill ƒ, trascinandoci fin da subito in un’atmosfera ricca di tensione e mistero, dove la classicità dell’horror psicologico tipico della serie si fonde con il misticismo folklorico dell’antico Giappone, creando un mix ben riuscito in termini di efficacia del racconto. Nei panni di Hinako, il giocatore si ritrova costantemente sospeso tra realtà e incubo, incapace di distinguere ciò che è concreto da ciò che nasce dagli orrori di Silent Hill, portandoci più spesso a dubitare di tutto e tutti. Alla scrittura della storia abbiamo Ryukishi07, autore noto soprattutto per Higurashi When They Cry, una serie di visual novel murder mystery molto apprezzate nel sottobosco videoludico e che in “ƒ” riversa il suo stile e alcuni dei temi ricorrenti nei suoi precedenti giochi. Nella sua interpretazione di Silent Hill, Ryukishi07 crea un’istantanea del periodo storico in cui è ambientato il gioco, focalizzandosi in particolar modo sulla figura della donna nella società patriarcale giapponese del dopoguerra, “schiava” delle tradizioni e assoggettata al volere dell’uomo, che la riduce a semplice oggetto di controllo e manipolazione. Quello che impariamo fiancheggiando Hinako nella sua discesa verso l’abisso è una vita tormentata dal dolore, dagli abusi di un padre alcolizzato all’abbandono della sorella o il bullismo scolastico delle compagne che la disprezzano e la chiamano “traditrice”. Anche il rapporto con Shu, l’inseparabile amico d’infanzia nasconde oscuri risvolti, molti dei quali viaggiano sempre sul filo dell’ambiguità.

Se nei Silent Hill classici i protagonisti si ritrovavano in versioni “corrotte” della città, spesso arrugginite e decadenti, Silent Hill ƒ ci conduce invece nei corridoi di un immenso tempio, dove Hinako è accompagnata da un enigmatico uomo dal volto celato dietro una maschera di volpe. Sarà lui a guidarla in un rituale sacro dal significato oscuro, il cui esito e impatto su quanto sta accadendo a Ebisugaoka restano avvolti nel mistero.

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Nonostante quindi il cambio di setting Silent Hill ƒ si comporta e spaventa come un Silent Hill in piena regola, adottando però una cifra stilistica dettata dall’influenza folcloristica, che lo affianca in maniera tangibile più a serie come Fatal Frame e Siren, in un periodo di piena riscoperta del mondo giapponese e delle sue antiche tradizioni. La storia ci viene raccontata anche dai frammenti di diari e lettere che troveremo durante l’esplorazione di Ebisugaoka, e che ci forniranno un contesto maggiore della storia e dei suoi abitanti. Questo influirà anche sulla risoluzione degli enigmi e dei puzzle, che richiedono un’attenta analisi del testo per essere compresi a pieno ed arrivare ad una soluzione. In alcuni casi però abbiamo trovato che alcune soluzioni fossero fin troppo specifiche rispetto agli elementi in nostro possesso, forse dovuta ad una traduzione forviante.

Silent Hill ƒ è un gioco la cui durata è nella norma per il genere a cui appartiene, con una prima run può essere portata a termine tranquillamente nel corso di 10 ore o poco più. Una volta completato il gioco e assistito al finale (che è uguale per tutti i giocatori nella prima run), si sbloccherà la modalità New Game+, che conserverà parte dei progressi ottenuti e introdurrà nuovi requisiti per accedere a finali alternativi, compreso un “true ending” che finalmente solleverà il velo sul reale significato del viaggio di Hinako. Abbiamo apprezzato il tentativo di Konami di dare valore narrativo alla rigiocabilità, con i successivi finali che non risultano fini a sé stessi, ma ciascuna run contribuisce ad ampliare la comprensione della storia, svelando nuovi dettagli, aree precedentemente inaccessibili e offrendo così un più forte senso di progressione e scoperta.

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Rispetto ad altri capitoli di Silent Hill, “ƒ” propone un approccio al combattimento decisamente peculiare, per molti ritenuto simile a quello dei souls-like. E la verità non è molto lontana dai fatti. Pur essendo una ragazzina, Hinako vanta doti atletiche eccezionali e a sua volta uno stile combattivo che le permetterà di sopravvivere alle mostruosità che infestano i vicoli di Ebisugaoka. Armata di armi improvvisate come tubi di ferro, coltelli e falcetti gli scontri si svolgono in duelli uno contro uno (almeno nelle fasi iniziali), con la possibilità di agganciare il nemico avendolo sempre sottocchio, e in caso di attacco schivare i colpi ricevuti, con tanto di evasione perfetta che va a ripristinare la barra della stamina, che scandirà quante azioni in successione potremo compiere. Ed è proprio la stamina l’elemento destabilizzante di tutto il combat system, che in caso di un consumo eccessivo, bloccherà i movimenti di Hinako, rendendola del tutto inerme. Silent Hill ƒ vi porta quindi a conoscere bene i nemici e i loro pattern d’attacco, a capire quando schivare o quando attaccare senza rischi, e in generale a capirne il “callout” dei colpi e a leggere il combattimento, soprattutto per quanto riguarda i contrattacchi, che ci permettono di ribaltare le sorti della lotta. Ogni mostro, prima di un attacco importante, si bloccherà per qualche istante mostrando a video un effetto tipo “glitch” che indicherà al giocatore il momento giusto per effettuare il nostro contrattacco. Si tratta di pochi secondi e dovremo essere più rapidi che mai per inserirci nella difesa avversaria e colpirlo. Qua ci viene in aiuto una seconda barra, che indica lo stato della salute mentale di Hinako. Questa, se sfruttata ci consentirà di aumentare la finestra d’azione della counter, permettendoci di facilitare il processo. D’altro canto se i livelli di sanità mentale si abbassano sarà più difficile concentrarsi sui contrattacchi, così come Hinako diventerà più soggetta dagli attacchi nemici e in alcuni casi a risentirne sarà proprio la sua salute. Un altro aspetto da tenere di conto è quello della durevolezza delle armi, che subiranno il peso degli attacchi consumandosi dopo ogni scontro, fino a distruggersi. A nostra disposizione, e in quantità sempre molto limitata, è possibile usare dei kit di riparazione, che ripristineranno lo stato di distruzione dell’arma consentendoci di estenderne la durata per qualche altro scontro.

Durante la nostra fuga per la sopravvivenza, avremo modo di raccogliere diversi oggetti, molti dei quali utili al ripristino di salute, stamina e sanità mentale. L’inventario, inizialmente piuttosto limitato, ma espandibile con il progredire del gioco, richiederà una gestione attenta con gli oggetti speciali e quelli in eccesso che potranno essere offerti all’Hokora, i santuari utilizzati per salvare la partita. In cambio riceveremo Fede, una risorsa che può essere spesa per pescare un Omamori casuale, ovvero un talismano capace di donare abilità speciali, ripristinare la salute mentale o potenziare una delle caratteristiche principali di Hinako (le solite salute, stamina o stabilità mentale). In combattimento potremo accedere all’inventario rapido tramite una serie di scorciatoie che ci consentiranno di passare da un’arma all’altra o di curarci senza dover fermare il gioco.

Se nelle prime ore il sistema di combattimento di Silent Hill ƒ funziona discretamente bene, a mostrare qualche segno di cedimento è nelle fasi più avanzate, dove i limiti combattivi di Hinako si scontrano con un surplus a schermo di nemici da sconfiggere obbligatoriamente, cosa che impatta decisamente in maniera negativa sul consumo della stamina e della sanità mentale. L’assenza ad esempio di una parata, disponibile solo per alcune tipologie di armi più grosse come martelli demolitori e asce, è forse uno dei limiti che più si sente in queste occasioni, rendendo difficile gestire lo scontro con più nemici. Anche perché spesso capita di combattere all’interno di piccole stanze, corridoi o strade circondate da edifici, creando delle situazioni “cieche” che non permettono di vedere bene intorno a noi e, in particolar modo, chi ci sta attaccando del gruppo. È vero che siamo di fronte ad un survival horror, ed è giusto che tutti questi aspetti vengano considerati e facciano parte di questo aspetto legato alla sopravvivenza, ma è anche vero che ai livelli di difficoltà più alti in più di un’occasione sono più le volte che si muore per certi limiti strutturali del sistema di combattimento che per altro.

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In compenso Silent Hill ƒ recupera tutto nella sua messa in scena e nel voler offrire al giocatore un mondo di gioco che sia non solo spaventoso a livello psicologico, e quindi di racconto, ma anche da vedere. La Ebisugaoka di Shilent Hill f riesce ad essere molto più evocativa ed efficace in termini di ambientazione rispetto alla stessa Silent Hill, grazie proprio alla sua estetica rurale e ai continui richiami al folklore giapponese. Le atmosfere horror ci sono tutte, e la sensazione di pericolo imminente è sempre dietro ogni angolo. Il villaggio poi risentirà nel tempo dell’influenza maligna dell’entità che si aggira per le sue strade, e che si manifesta come una fioritura massiccia che avvolge cose e persone, schiacciandole sotto il peso dei suoi petali e dei gigli del ragno rosso, che fra estetica e simbolismi, sembra trasportare il giocatore nelle profondità di un fondale marino. Anche i nemici si presentano come una sorta di mix fra vecchio e nuovo corso di Silent Hill, dove le infermiere assassine dai movimenti scattosi vengono rimpiazzate da manichini dalle forme femminili ma altamente letali. E così gli altri nemici, la cui unica pecca è di essere abbastanza limitati come varietà di tipologia, finendo subito l’ispirazione. Lato performance il gioco necessita però ancora di qualche accorgimento. In generale, in modalità prestazioni, Silent Hill ƒ si comporta discretamente, offrendo una buona qualità dell’immagine e numerosi effetti a video, come riflessi, nebbia volumetrica e i cambiamenti in tempo reale della flora. Dove soffre però è durante alcuni combattimenti, dove la presenza di più nemici mette in crisi tutto il sistema, in particolar modo nelle aree aperte sul finale del gioco, rendendolo a tratti ingiocabile per i continui rallentamenti a singhiozzo. Anche durante l’esplorazione e possibile assistere a sporadici scatti, probabilmente dovuti al caricamento delle aree di gioco in situazione di continuità.

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Torna alle musiche lo storico compositore della serie, Akira Yamaoka, il cui sound è facilmente riconoscibile fin dalle prime note del tema iniziale. Un sinonimo di garanzia che conferisce al gioco quella coerenza stilistica con gli altri capitoli della serie di Silent Hill, che contribuisce a confezionare un’atmosfera unica e ricca di tensione. Non troviamo però alcun doppiaggio italiano, elemento che per alcuni contribuisce a rendere più immersiva l’esperienza. Tuttavia entrambi i doppiaggi presenti, sia quello italiano che quello giapponese, sono recitati ottimamente, e resi a video ancora meglio grazie a degli otttimi modelli 3D dei personaggi, estremamente espressivi e perfetti nel loro ruolo di attori virtuali.

Nonostante non sia ambientato nell’omonima cittadina che da nome al gioco, Silent Hill ƒ è più Silent Hill di molti altri capitoli post Silent Hill 3 che abbiamo avuto modo di giocare nel corso degli anni. Quello in cui sono riusciti Ryukishi07 e il team di sviluppo è stato lo sviscerare l’anima della serie e trasportarla in un nuovo contesto narrativo. Silent Hill diventa qua più un concetto astratto che ci racconta una storia di dolore e abusi, vista attraverso gli occhi della sua protagonista. Se la storia funziona a dovere, ed è valorizzata da una rigiocabilità importante, a non convincere a pieno è un sistema di combattimento che a volte rema contro il giocatore stesso, diventando quasi un elemento di disturbo. Nel complesso però il ritorno di Silent Hill segna una sorta di rinascita della serie, che speriamo nei prossimi anni, fra remake annunciati e nuovi progetti, riesca a ritrovare lo splendore di un tempo.

Silent Hillƒ è disponibile su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC.

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Silent Hill ƒ – La Recensione
Pro
Le atmosfere alla Silent Hill ci sono tutte.
Una storia di paura che mescola dramma personale e folklore giapponese.
Graficamente riesce a creare la giusta tensione visiva...
Contro
...anche se il frame rate deve essere migliorato in più parti.
La telecamera fatica a seguire i combattimenti.
Il rinnovato sistema di combattimento rischia di non convincere a pieno tutti.
8.4
Voto