È innegabile: le fiere del fumetto sono da tempo mutate in qualcosa di più grande, raccogliendo a sé gli appassionati non solo della Nona Arte, ma anche dei videogiochi, del cosplay e, più in generale, della cultura nerd. Il “Be Comics! Be Games!”, evento padovano che da anni attira migliaia di persone da tutto il Veneto (e non solo) non fa eccezione, impegnandosi a migliorare e ad ampliare i propri orizzonti anno dopo anno. Un miglioramento coadiuvato anche dal flusso sempre maggiore di pubblico, che ha superato i 22.000 visitatori in questa edizione del 2025.
Al di là della moltitudine di espositori, è sempre un piacere constatare la presenza di diversi ospiti del panorama del fumetto. Ospiti come Federico Vicentini (autore anche dello splendido poster dell’evento), Vincenzo Federici, Stefano Tamiazzo, Sio, Daw, Simone Pace, Marco Checchin, Valerio Held, Michela da Sacco e Donald Soffritti. Un roster di autori che, divisi tra uno stand e l’altro, si sono resi disponibili a firmare copie dei propri lavori, fare sketch e, in alcuni casi, a prestarsi per diverse interviste.
Nel corso di questa edizione del Be Comics! Be Games! abbiamo avuto il piacere di fare una chiacchierata proprio con i succitati Simone Pace e Marco Checchin, autori che hanno saputo prendere l’animo umano e declinarlo attraverso racconti emozionanti e dal forte impatto sul pubblico. Seguiteci, quindi, alla scoperta di questi due fumettisti e dei retroscena che hanno portato alla nascita delle loro opere più recenti.

[LUCA MAZZOCCO] Ciao, Simone e ciao, Marco! Benvenuti sulle pagine di NerdMovieProductions e grazie infinite per questa intervista! Partiamo subito con la domanda di rito: prima volta al Be Comics! Be Games!? Come vi state trovando a Padova?
[MARCO CHECCHIN] Ciao, Luca! Grazie a te! Guarda: il Be Comics! Be Games! l’ho vissuto i primi anni come volontario, cosa che mi ha permesso di vedere il “dietro le quinte” del fumetto. All’inizio era sicuramente più votato alle autoproduzioni, poi con il cambio di location si è ingrandito e ha coinvolto anche altre passioni. Ammetto però che questa è la mia prima edizione da autore, quindi l’emozione è comunque molto grande.
[SIMONE PACE] Ciao, Luca! Per me, invece, è la prima volta al Be Comics! Be Games! e, in generale, è proprio la prima volta che vengo anche a Padova. Devo dire che è un piacere vedere un evento di questo tipo anche in Veneto, che si affianca a quello organizzato dagli amici del Treviso Comic Book Festival. Speriamo che il “fumetto” continui a rimanere presente in queste fiere e che, anzi, possa espandersi ancora di più e ritornare a essere al centro di tutto.
[LM] Fantastico! Prossima domanda: da dove ha origine la vostra passione per la Nona Arte? Ricordate qual è stato il primo libro a fumetti che avete letto?
[SP] Vabbè, facile! Per me è il numero di Dragon Ball dove Zarbon combatte contro Vegeta su Namecc. Ricordo ancora la “sottiletta” azzurra della Star Comics, che conservo con grande trasporto, anche se ormai è tutta consunta e in alcune pagine non si legge più nulla. Subito dopo, invece, la run di Straczynski e Romita Jr. su Spider-Man, che mi ha dato il colpo finale e mi ha fatto innamorare del fumetto.
[MC] Anche io ho grandissimi ricordi di Dragon Ball! Il primo albo che mi ha fatto dire “questa è una roba pazzesca” è stato però il numero dieci di PK, che grazie a delle splash page epiche mi ha permesso di unire la passione per la Disney con quella per i supereroi. Mi ha fatto capire che “Topolino” poteva essere anche altro, raccontando storie diverse e “adulte”.

[LM] Tutto bellissimo! Apprezzo ogni singola storia che avete citato, quindi direi che siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Altre due domande a bruciapelo: quali sono i tre fumetti che vi hanno cambiato la vita e qual è l’autore che amate di più?
[SP] Eh vabbè, difficilissimo! Un po’ vorrei anche fare l’intellettuale, però la verità è che senza Dragon Ball non sarei andato da nessuna parte. Ma anche Hugo Pratt e tanti, tantissimi, fumetti Marvel (uno tra tutti il ciclo di Bendis e Bagley su Ultimate Spider-Man). Ammetto, però, che le prime tavole che ho realizzato sono state delle copie di alcune pagine di Naruto, quindi non posso non citare Kishimoto. Alla fine la storie che si leggono da bambini sono quelle che ti lasciano dentro qualcosa e che, in un modo o nell’altro, ci portiamo appresso anche una volta cresciuti.
[MC] Io vado a colpo sicuro sull’autore, perché senza Lorenzo Ceccotti (LRNZ) non sarei qui oggi. Il suo approccio al lessico del fumetto e lo studio del metodo di lavoro sono due elementi che apprezzo davvero tantissimo di lui. Mi ha permesso di capire che questo non è un mestiere per il quale ti devi rinchiudere nella tua torre d’avorio, bensì devi condividere la tua esperienza con gli altri per poter crescere. Per quanto riguarda i tre racconti, invece, vado con “Ping Pong” di Taiyo Matsumoto, “Rusty Brown” di Chris Ware e “Blankets” di Craig Thompson. E Dragon Ball, ovviamente. Sono giorni che con Simone parliamo di Dragon Ball! Mi permetto anche una “menzione d’onore” per Wizards of Mickey, che praticamente fondeva il lessico shonen con i personaggi Disney. Una bomba!
[LM] Bellissimo! Ma veniamo anche ai vostri lavori. Vi faccio ora un paio di domande, una più artistica e una più commerciale. La prima è: qual è l’elemento del fumetto (come linguaggio) che amate di più?
[SP] Aspetta che ci penso, perché voglio rispondere bene a questa domanda! Per me, principalmente, il fumetto è narrazione visiva. Questo si traduce nel fatto che considero il testo un arricchimento, un’aggiunta, all’aspetto grafico. Cerco sempre di fare in modo che le mie storie siano comprensibili anche senza alcuna parola, sfruttando lo storytelling come solo il fumetto mi permette di fare. Amo il modo nel quale questo medium gestisce il tempo, raccontando al lettore il passato, il presente e il futuro con un’immediatezza incredibile. Se io riesco a essere “padrone del tempo”, allora nel fumetto posso fare di tutto. Aggiungo anche che mi dispiace vedere alcuni autori tentare di inseguire altri linguaggi, senza sfruttare al 100% il lessico del fumetto. Dopotutto sono convinto che il “giropagina” sia uno strumento molto più potente di qualsiasi cliffhanger televisivo.
[MC] Ora io non voglio rubarti la risposta, ma giuro che potrei ripeterla uguale uguale. Se posso fare un’ulteriore aggiunta, amo il fatto di dover disporre le immagini su una griglia, che arriva dritta in faccia al lettore non appena vede la pagina. Questo bilanciamento, sommato alla possibilità di stringere, allungare e ingrandire le varie vignette, è qualcosa che solo il mondo del fumetto può fare. Prima ho citato non a caso Chris Ware, autore che mi ha formato tantissimo sotto questo punto di vista.

[LM] Tutto molto vero, tanto che uno dei miei volumi preferiti è “Occhio di Falco: Vita Normale”, di Matt Fraction e David Aja. La seconda domanda, invece, è: cosa possono trovare i lettori di unico nei vostri fumetti? Qual è il punto di arrivo che avete tracciato con le vostre ultime opere?
[SP] Uuuuh! Su “Fiaba di cenere” ho voluto prendere la realtà e filtrarla con il genere narrativo utilizzato, nel caso specifico un dark fantasy. Credo che questa struttura sia utilizzata moltissimo nei manga, che vengono sfruttati dagli autori per raccontare ai giapponesi il Giappone. Che si tratti di “shinigami” o di “volpi a nove code” poco importa. Si tratta di metodi di comunicare il quotidiano attraverso la cultura e il fantastico anche a chi ha come obiettivo quello di essere “semplicemente” intrattenuto. “Cuore”, invece, vuole raccontare la decadenza urbana di Roma attraverso un mondo cyberpunk che offre diversi spunti in comune con le mie zone. Credo che questo sia il metodo da seguire per far appassionare i lettori italiani all’Italia.
[MC] Io non ho una risposta così elaborata, ma ti posso dire quello che spero accada ai lettori di “Questi muri”. Vorrei tantissimo che le persone si appassionassero e si immedesimassero con i miei personaggi, ricordandoseli una volta chiuso il fumetto. Qualcosa di simile a quello che accade a me ogni volta che guardo un film dei fratelli Coen, durante i quali finisco per innamorarmi di tutti questi personaggi strambi e imperfetti.
[LM] Bellissimo! Un’ultima domanda e poi vi lascio in pace: quali sono i vostri piani per il futuro? Potete anticiparci qualcosina?
[SP] Ma certo! Io sto lavorando a una serie di fantascienza per un editore americano, della quale mi occuperò però solamente dei disegni. Il mio scopo è quella di completarla entro l’anno e di poterla poi portare anche Italia, magari proprio tramite Edizioni BD. Sempre a Edizioni BD ho proposto da poco una storia western-fantasy ambientata in Italia e che spero possa venire pubblicata in futuro.
[MC] Io, invece, sto facendo un periodo di detox. O meglio: nulla di troppo grande o elaborato, ma una piccola autoproduzione da portare all’Arf. L’idea è quella di provare ad andare sulla narrativa di genere e, per essere precisi, sull’horror. Sempre “psicologico”, sia chiaro, ma quale sbudellamento ci sarà comunque.

[LM] Simone, Marco: grazie infinite. Spero che questa chiacchierata vi sia piaciuta e speriamo di potervi accogliere di nuovo presto sulle pagine di NerdMovieProductions, magari proprio in occasione del prossimo Be Comics! Be Games!.
[SP] Grazie a te, Luca! È stato un vero piacere!
[MC] Davvero, sì! Alla prossima e un saluto a tutti i lettori di NerdMovieProductions!