Sky: Figli della luce è un po’ sequel, un po’ erede di Journey, ma è un’esperienza adatta a tutti.
Fin dal suo debutto con Flow nel 2006, Thatgamecompany si è contraddistinta per regalare esperienze uniche, visive e sonore, prima con Flower e poi con il grandioso successo di Journey, fino all’ultimo videogioco, uscito nel 2019 su dispositivi mobile e meno di un mese fa anche su Nintendo Switch, Sky: Figli della Luce.
Con Sky: Figli della luce però, il team ha voluto provare qualcosa di diverso. Non solo uscendo prima su mobile, ma proponendo un titolo a tutti gli effetti free to play, con micro-transazioni legate solamente a un fattore estetico e alle stagioni speciali. Inoltre, si tratta di un’esperienza profondamente multiplayer, anche se meno consona rispetto a quanto siamo abituati, come avrete modo di leggere più volte in questa pagina. Dopo aver portato a termine l’avventura principale e aver esplorato un po’ il post game (e il season pass dedicato al Piccolo Principe), scopriamo insieme se il nuovo gioco di Thatgamecompany vale il vostro tempo, tra pregi e difetti di Sky: Figli della Luce.
Sky: Figli della Luce ci mette nei panni di un bambino, caduto dal cielo, in grado di risvegliare gli spiriti smarriti. Sarà nostro compito riportarli ai rispettivi templi e guidare al contempo altri bambini di luce non fortunati da avere la nostra stessa consistenza fisica.
In questo viaggio non saremo soli perché, come vi ho già anticipato, Sky è un titolo multigiocatore, e mentre viaggerete negli affascinanti paesaggi sarete circondati da altri giocatori come voi. Se volete potete stringere amicizia, offrendo una delle due valute di gioco: la candela. Questo vi permetterà di collaborare con il nuovo giocatore e completare insieme determinati obiettivi, oppure guidarlo verso spiriti che potrebbe non aver trovato. Potete anche decidere di non stringere nuove amicizie, e di affrontare il gioco da soli, andando incontro al vostro destino ( e subendone le “relative” conseguenze).
Thatgamecompany non vi obbliga ad affrontare il gioco da soli o in gruppo, vi lascia liberi di esplorare le sei diverse zone e raccogliere tutto quello che trovate, siano spiriti , bambini di luce o cera necessaria a rimpinguare la vostra scorta di candele.
Si tratta di un’esperienza co-operativa molto diversa rispetto a qualsiasi altro gioco, e che eredità per molti versi quanto fatto dal team su Journey. Potreste anche trovarvi davanti un puzzle risolvibile solo da più persone, e trovare un giocatore che lo sta risolvendo al vostro fianco permettendovi di proseguire.
Nella mia esperienza, ho affrontato quasi tutta l’avventura al fianco della mia ragazza, sui nostri Nintendo Switch. Prima di ciò però abbiamo provato a giocare con due piattaforme diverse (iPad pro e Nintendo Switch), non riuscendo a raggiungerci in nessun server.
I bambini di Sky possono farsi trasportare dal vento, volando da un posto all’altro esplorando le sei vaste zone che compongono il suggestivo regno creato da Thatgamecompany. Raccogliendo i già citati bambini di luce, potrete potenziare il vostro mantello, e volare più in alto e più a lungo. Tenendo per mano un altro giocatore, il mantello si ricaricherà automaticamente, grazie al calore emanato dai due giocatori. È una meccanica di gioco profondamente riuscita e legata a doppio filo con la trama della produzione. Purtroppo una mappatura dei tasti poco intelligente, rischia in ogni momento di rovinare il tutto.
Inspiegabilmente infatti, Thatgamecompany ha deciso di mettere qualsiasi interazione sul tasto Y , sia con i PNG , sia con gli altri giocatori, sia con l’ambiente circostante. Il risultato è un continuo sbagliare a selezionare nei momenti più concitati, anche a causa di qualche banale bug grafico o movimento di telecamera impreciso. Spero in futuro una patch sistemi questo piccolo errore.
Se in passato avete giocato Journey, il senso di dejavù che vi trasmetterà Sky sarà quasi costante. Il tutto è probabilmente voluto: nella trama, il detto non detto tipico di Thatgamecompany, lascia molti collegamenti con il gioco precedente. Anche le fasi finali, con l’ascesa verso un determinato luogo, mi hanno ricordato l’ultima mezzora del precedente titolo, lasciando davvero adito a pochi dubbi su quanto le due esperienze siano veramente collegate.
Se l’esperienza della storia principale è paragonabile al precedente lavoro del team, c’è un aspetto su cui Sky mostra il fianco e potrebbe accusare il colpo dei giocatori non occasionali. Essendo un titolo Free to play, mi aspettavo da qualche parte alcune delle meccaniche di farming (e grinding) tipiche del genere. Sky non è da meno, e per acquistare le modifiche estetiche o gli oggetti da svago come strumenti e fuochi d’artificio, richiede un dispendio di cuori. Per ottenere questi cuori dovrete creare un determinato numero di candele, e offrirle agli spiriti salvati. Le candele si possono creare raccogliendo la cera sparsa nei livelli, che si rigenera ogni giorno.
Una volta finito il gioco, avrete accesso a delle candele speciali, che serviranno per sbloccare una seconda(e poi una terza) serie di ricompense. Queste candele però si basano sul numero di bambini di luce salvati in ogni avventura, causando un ciclo infinito di raccolta. Ovviamente, è possibile accelerare il tutto tramite micro-transazioni, con dei pack appositi che danno strumenti e per l’appunto candele.
Una volta finito il gioco, avrete accesso anche agli eventi stagionali. Al momento è in corso l’evento dedicato al Piccolo Principe, ma sparse per le diverse zone del gioco potrete trovare degli spiriti speciali provenienti dalle passate nove stagioni. Si tratta di un ottimo modo per permettere anche ai nuovi giocatori di ottenere emozioni e pose speciali, non ripetendo in eterno gli stessi eventi.
Questa dualità sulla questione Free to play è, probabilmente, il più grande difetto dell’ultima produzione di Thatgamecompany. Costringere a grindare cera per settimane, per poter ottenere un elemento estetico, potrebbe farvi presto abbandonare i cieli meravigliosi di Sky.
Nonostante la bassa risoluzione dello schermo di Nintendo Switch, Sky: Figli della Luce può contare su una modalità performance a 60 fps, e su una grafica, che migliora leggermente la resa visiva ma abbassa il frame rate a 30 fps. Vi consiglio in tutta onestà la modalità performance, anche perché il titolo è molto colorato e sembra spesso un dipinto nonostante le tre dimensioni.
Ancora una volta, ad accompagnare i suggestivi paesaggi, troviamo una colonna sonora grandiosa, capace di trasmettere esattamente le emozioni provate esplorando i diversi ambienti di gioco, e in grado di spegnersi completamente quando necessario, lasciando solo il rumori dei passi del nostro bambino.
Se avete apprezzato le altre produzioni di Thatgamecompany, provate a fare un giro su Sky: Figli della Luce, magari insieme a un amico. Alla fine questa volta il biglietto non costa nulla, e potreste innamorarvene follemente.