Versione testata: Playstation 4
Non c’è che dire, Sniper: Ghost Warrior 3 propone una struttura ludica che rappresenta una novità per un gioco del genere. L’implementazione di un, seppur non vastissimo open world, aggiunge profondità ad un titolo che fa della padronanza del fucile da cecchino il proprio diktat. Sniper: Ghost Warrior 3 racconta le vicende del marine Jonathan North, ufficiale con grandi abilità da tiratore scelto. Il gioco è ambientato interamente nella Repubblica della Georgia e, lo scopo del nostro personaggio, sarà quello di porre fine alle azioni di alcuni gruppi di separatisti ed evitare una più che probabile guerra intestina. Ma, come raccontato dal prologo, la missione del nostro Jon North, ha una duplice valenza: oltre all’incarico assegnatogli dal governo americano, il marine dovrà fare i conti con la scomparsa del fratello minore. La storia, quindi, si svilupperà su due linee parallele: una riguarda la missione primaria, l’altra invece, la ricerca spasmodica del famigliare Robert, scomparso da due anni proprio in quelle terre durante una missione, e tenuto prigioniero, molto probabilmente, dalla cellula separatista. La trama è ben raccontata e riesce fin da subito a catalizzare l’attenzione del videogiocatore. Tanti buoni propositi che purtroppo non godono di una realizzazione tecnica all’altezza. Vi spiegheremo tutto nel corso della nostra review.
SNIPER, CHE PASSIONE
Partiremo con il parlarvi della struttura del titolo sviluppato da CI Games. Negli episodi passati, Sniper Ghost Warrior, ha sempre adottato una formula controllata e contenuta, il passaggio ad un ambiente aperto e completamente esplorabile non ha spaventato gli sviluppatori, anzi, ha donato al titolo tutta la libertà di cui c’era bisogno. Un ottimo modo per approcciare e sviluppare dinamiche stealth, infatti, è proprio quello di avere a disposizione un ambiente vasto e sfruttare la morfologia del territorio per poter avere la meglio sul nemico. Partiamo col dire che sarà possibile spostarsi, anche con alcuni mezzi, in tutti i punti della mappa, oltre questo sarà data la possibilità di usufruire dell’ormai abusato ‘Viaggio Rapido’, e raggiungere in un attimo un punto già visitato della regione. Le missioni, o almeno quelle più comuni, richiederanno un approccio tipico, ovvero: raggiungere il punto più sopraelevato in prossimità della zona della missione, utilizzare il binocolo o l’utilissimo drone per mappare l’ambiente circostante e di conseguenza, i nemici. Sarà fondamentale, quindi, cercare una zona in cui appostarsi comodamente ed iniziare ad effettuare una prima scrematura dei soggetti ostili, questa tendente, quasi sempre, dall’esterno verso l’interno. Se l’obbiettivo della nostra missione è, all’interno della zona designata o magari nascosto all’interno di un edificio, la serie di azioni prima citate, vi porteranno al tanto agognato ‘Mission Complete’. La gestione dell’inventario, in questo senso, ricopre un ruolo fondamentale, nel nostro nascondiglio, infatti, sarà possibile utilizzare degli appositi banchi di lavoro per ampliare il nostro arsenale, produrre vari tipi di munizioni e modificare con nuovi accessori le nostre bocche da fuoco. Il gunplay ha, però, una duplice faccia. Impugnare il nostro fedele fucile da cecchino, regolare altezza e mirino, ed infine, colpire, dona grande soddisfazione. Il nostro sorriso perde vitalità, però, nel momento in cui dovremo interpretare il titolo come uno sparatutto leggermente più dinamico e tuffarci quindi nel cuore dell’azione. Il nostro Jon North si trasformerà in un soldato di primo pelo, impacciato, rigido, e quasi mai capace di andare a segno al primo colpo nel caso di uno scontro con nemici in movimento. Ad inficiare il risultato finale vi è poi, una IA dei nemici non particolarmente brillante. Per aggiungere un po’ di pepe, i ragazzi di CI Games, hanno inserito piccole feature che faranno contenti gli amanti del genere, una di queste è l’usura del silenziatore che, dopo i primi colpi, non farà più il proprio lavoro. Un’altra cosa da non sottovalutare è la direzione e la forza del vento, in grado, come da tradizione, di modificare la traiettoria dei nostri proiettili, proiettili che saranno a nostra disposizione in quantità abbastanza limitate.
COSì PROPRIO NO…
Abbiamo già accennato ad alcuni difetti di questa produzione, ora approfondiremo proprio questo discorso, raccontandovi cosa proprio non ci è piaciuto di Sniper: Ghost Warrior 3. Sappiamo di avere a che fare con un open world e che oltre alle missioni della storia principale, suddivisa in quattro atti, avremo la possibilità di approcciare anche operazioni secondarie. Queste riescono a distogliere dagli incarichi principali ma, a dirla tutta, qualitativamente tendono verso il basso, assomigliandosi fin troppo: libera l’avamposto, ruba dei dati, hackera quel pc, ben presto vi verranno tutte a noia. L’altro grande problema di cui vi abbiamo accennato riguarda l’intelligenza artificiale, incapace, nella maggior parte delle occasioni, di interpretare e rispondere alle azioni del nostro personaggio. Gente che non si accorge del proprio compagno deceduto a pochi metri di distanza, scarsa mobilità delle truppe, e un attimo dopo, tutto e il contrario di tutto, nemici iper-vigili, grandi ronde, eccessiva aggressività. Insomma, quasi ma una via di mezzo, poco equilibrio. A condire i malus del titolo vi è una realizzazione tecnica sufficiente: a volte in grado di stupire, ed in altre occasioni, di subire vertiginosi crolli, con cali di frame rate, bug sparsi qua e là e caricamenti fin troppo lunghi. Superficiale le gestione delle abilità del personaggio, davvero ridotta all’osso e non in grado di spostare per davvero gli equilibri.
Tirando le somme, Sniper: Ghost Warrior 3 è un titolo valido in alcuni aspetti e carente in altri. Ci sentiamo di consigliarlo agli amanti del cecchinaggio, il titolo, nonostante alcune lacune, vi saprà dare soddisfazioni.