[ads]Ad un mese esatto dal caso del papà di Varese che aveva pubblicato su Facebook una lettera indirizzata alle insegnanti in cui spiegava la sua decisione di non far svolgere al figlio i compiti assegnati per le vacanze è riscoppiata sui social la polemica sui Compiti a casa. Una mamma ha infatti pubblicato sul popolare social Network una foto della giustificazione scritta sul diario della figlia per non aver fatto i compiti.
Ora, personalmente non sono mai stato fan dei compiti a casa, come non sono mai stato fan della scuola, perché siamo onesti chiunque preferirebbe fare sport, guardare serie tv, o fare qualsiasi altra attività di nostro piacimento piuttosto che studiare o lavorare.
Io sono cresciuto facendo i compiti a casa, ne ho fatti dalle elementari fino all’università (si lo ammetto magari dimenticandomene o copiandone qualcuno per strada ma si è sempre trattato di casi isolati) e col senno di poi mi rendo conto che è stato giusto così e sono grato ai miei genitori per le sgridate e le punizioni ricevute quando non li facevo.
Onestamente penso sia estremamente diseducativo svilire l’autorità dell’insegnante (lungi da me difenderli) e giustificare il proprio figlio con questa facilità soprattutto di fronte alla richiesta di leggere una pagina del sussidiario, gesto che potrebbe portare via al massimo 30-40 minuti di tempo.
I compiti sono come lo sciroppo, fanno schifo da mandare giù ma sono necessari. Badate che non sono mai stato un secchione ed ero il primo a festeggiare quando qualcuno si dimenticava di dare i compiti a casa ma riflettendo ora dopo anni e anni di studio so per certo che senza compiti a casa non avrei praticamente combinato nulla nel mio periodo scolastico. Quello che mi perplime è questo boom di genitori delle nuove generazioni così inclini a giustificare ogni comportamento dei figli.
Ci si lamenta tanto delle nuove generazioni quando il problema è da andare ad analizzare alla radice. A volte vedo ragazzini compiere azioni e gesti che vengono poi giustificati dai genitori e che ai miei tempi mi avrebbero fatto guadagnare solamente punizioni esemplari.
Ma forse sono io che sto diventando vecchio e non mi riesco più ad adattare alle mode, d’altronde tra qualche mese compierò 26 anni e potrò finalmente recarmi anche io ad ammirare il cantiere sotto casa.