Ulula torna a ballare, per i 20 anni di Space Channel 5, con un nuovo episodio per VR!
Negli anni ’90 SEGA viveva uno dei suoi massimi momenti produttivi, la Re Mida del videogioco. Con Dreamcast ogni uscita riusciva a strappare consensi di critica e pubblico, inanellando successi uno dietro l’altro. REZ, Shenmue, Jet Set Radio, sono solo alcuni dei grandi titoli che hanno accompagnati i fan di SEGA, anticipando le mode e le tendenze di una generazione che era appena nata.
Fra titoli più o meno famosi però, nacque dall’instancabile mente di Tetsuya Mizuguchi Space Channel 5, uno strambo rhythm game che rielaborava il concetto del classico Simon Says in chiave videoludica, il tutto condito dal sex appeal della sua eroina, Ulala, personaggio che entrò nel cuore di migliaia di giocatori diventando un icona sexy, come una Lara Croft d’oriente.
Purtroppo però quegli anni furono anche l’inizio del declino di una SEGA uccisa da un marketing scellerato che non fu in grado di spingere la sua macchina dei sogni e molte delle sue serie nacquero e morirono con Dreamcast.
Space Channel 5, nonostante un sequel e uno spin-off su Game Boy Advance è rimasto per anni nel cassetto, scontentando i fan che avrebbero dato di tutto pur di vedere la reporter spaziale di nuovo in azione. Qualcosa però sembra essersi mosso, e a ridosso dei 20 anni dell’anniversario di Space Channel 5, Ulala è pronta a tornare a ballare e sconfiggere alieni, con un seguito pensato per PlayStation VR e prodotto da Grounding Inc. software house giapponese che racchiude al suo interno alcune figure chiave di SEGA, pur orfana del suo creatore.
Armatevi quindi di caschetto virtuale, impugnate i PS Move e iniziate a ballare con Space Channel 5 VR Kinda Funky News Flash!
Up, down, Chu Chu Chu
Fra tutti i giochi usciti su Dreamcast, Space Channel 5 era sicuramente quello più strambo. Ambientato in un futuro fatto di viaggi spaziali, alieni e tutine aderenti dai colori sgargianti, il nostro compito era quello di aiutare Ulala, una space reporter in caccia di scoop a respingere un’invasione alinea a colpi di…ballo.
L’eccentrica avventura creata da Tetsuya Mizuguchi, l’uomo della sinestesia, metteva di fatto in scena un musical interattivo, nel quale la nostra eroina doveva replicare con il giusto ritmo le mosse dei Moroliani. Niente indicatori, niente aiuti. Tutto era basato sul tempismo e sul colpo d’occio, e sulla capacità dei giocatori di memorizzare i vari “up”, “down” e “chu” che era possibile replicare grazie ai tasti del pad.
Con Kinda Funky News Flash! Ci si sposta però in un altro ambiente, quello virtuale, abbandonando il pad per farci usare il nostro copro per simulare le coreografie dei nemici. Come in una specie di Just Dance a tema Gioca Jouer, i PS Move diventano estensioni delle nostre mani e ci permettono di di dar vita al nostro avatar virtuale. Al contrario del gioco originale, qua non impersoneremo Ulala ma una sua assistente che la affiancherà nella missione fino alle fasi finali del gioco.
Questa nuova incarnazione rende Space Channel 5 più interattivo ed immersivo.
Ci si ritrova a visitare la stazione spaziale dove iniziava l’avventura originale, sulle note di Mexican Flyer, il cui ritmo scandiva in maniera secca e decisa i movimenti di Ulala. Sicuramente il cambio di prospettiva dona al gioco un nuovo volto, e lo aiuta ad essere percepito in maniera più organica ed intuitiva dal giocatore. Adesso, obbligati al movimento del nostro corpo dovremo spostarci a destra e sinistra, o abbassarci per evitare i laser degli alieni, o replicare i “chu”, l’atto dello sparare per farli fuori e passare ai successivi.
La modalità storia si compone di una manciata di stage che si concludono nel giro di un ora o poco più, a seconta di quanto sarete bravi nel completare i singoli stage.
Una durata troppo breve, che mette in evidenza tutti i problemi del gioco. Se dal lato del gameplay Grounding riesce a traslare nella realtà virtuale l’esperienza di Space Channel 5, fallisce nel creargli una struttura. Se si esclude il primo stage, messo li a puro scopo di fanservice, questa nuova avventura di Ulala è tremendamente blanda e dimenticabile. Non c’è un minimo sviluppo di storia, e quel poco che viene buttato nel calderone finisce bruciato in velocità dalla poca durata.
Vuoto spaziale
Gli sviluppatori non si sono nemmeno preoccupati di creare un contesto per Ulala, che si ritroverà quindi a rifare le stesse cose del passato senza la minima spiegazione del caso. Se questo non è un grosso problema per i fan, che vengono mossi dall’amore per il personaggio, lo diventa per chi non ha mai provato Space Channel 5 o non sappia cosa sia. Proprio in questo caso manca qualsiasi spinta “emotiva” nel giocatore, che si ritroverà davanti un personaggio come tanti, e probabilmente pure insignificante a causa di queste condizioni.
I lati negativi di Space Channel 5 VR Kinda Funky News Flash! Emergono poi conclusa la modalità storia, quando che il giocatore, dopo aver speso 40 e passa euro, scopre che non c’è molto da fare. Infatti è possibile allenarsi con la modalità Arcade, che ripropone gli stage del gioco aggiungendo qualche variante, o la ben più interessante Trial Dance. In questa modalità dovremo affrontare in successione e senza interruzioni 100 stage cercando di seguire con la massima precisione tutte le mosse degli avversari. La Trial Dance è forse dove viene fuori maggiormente l’essenza di questa nuova incarnazione di Space Channel 5, andando ad introdurre nuove mosse non presenti nella Storia, e mostrando un lato creativo che avremmo sicuramente apprezzato di più anche nell’altra modalità.
C’è poi una sezione dedicata ai protagonisti, una sorta di Wiki su Space Channel 5 nella quale è possibile trovare varie informazioni sui personaggi, da Ulala agli alieni Moroliani, ma da sola questa non basta a colmare la pochezza di informazioni per i nuovi giocatori.
Ma com’è l’esperienza virtuale di questo Space Channel 5 VR Kinda Funky News Flash!?
Space Channel 5 VR è un titolo che tecnicamente si mantiene in linea con le altre produzioni dedicate alla realtà virtuale. Solido, colorato, cerca di replicare lo stile tozzo della grafica dreamcastiana e va a ricreare nel dettaglio lo stage iniziale del primo gioco, mettendo in risalto le forme e il design della space age degli anni ’60 del titolo Sega, e copiando lo stesso stile per i livelli successivi. Non essendo un titolo che implica i movimenti nello spazio virtuale vengono meno tutte le problematiche relative alla chinetosi e permettendoci così di godere a pieno del gioco, pur per quel poco tempo che vi porterà via.
Le musiche, sparate direttamente nelle cuffiette del PS VR sono in linea con quelle passate, con una soundtrack eclettica e ben ritmata che renderà impossibile non scatenare il vostro piede che cercherà in tutti i modi di tenere il ritmo. La possibilità di scegliere fra due tracce audio evidenzia però un problema legato alla lettura dei testi, che in VR appaiono sfocati e poco leggibili.