Etica e giustizialismo nel nuovo capitolo di Saw
Spiral – L’eredità di Saw, film diretto da Darren Lynn Bousman, è un nuovo capitolo legato al franchise splatter Saw. Ci eravamo lasciati con Saw: Legacy e la rivelazione che alcune vittime di Jigsaw avevano iniziato ad emularlo. Questo spauracchio ora è sempre più reale, qualcuno sembra voler prendere le vesti del noto serial killer e punire tutti coloro che lo meritano.
Sinossi
Quando un poliziotto viene trovato morto in un modo molto simile alle uccisioni di Jigsaw, il capo della polizia Angie Garcia (Marisol Nichols) decide di affidare il caso al detective Zeke Banks (Chris Rock), affiancato dal collega inesperto William Schenk (Max Minghella).
Durante le indagini, i due si rendono sempre più conto che i tanti crimini commessi nell’ultimo tempo hanno troppo in comune con gli omicidi di cui si è macchiato da Jigsaw, nonostante quest’ultimo sia sicuramente morto. Zeke è sempre più deciso a scoprire chi sta cercando di emulare le gesta del sadico, finendo sempre più in una pericola ed intricata tela.
Bousman è un veterano del franchise, dietro la macchina da presa ha diretto tre capitoli della saga principale. Lo stile alla Saw infatti traspare dalla pellicola. Però emulare Saw, il film in questo caso, non è facile e il risultato è deludente e scadente. Alcuni problemi sono davvero viscerali, altri sono meno radicati e proprio per questo sono ben più difficili da digerire. Partiamo dal presupposto che la prima pellicola è inarrivabile ma che il mondo che ne è nato ha avuto alti e bassi rimanendo una delle realtà horror più interessanti del panorama degli ultimi anni. La storia che si somma tra i film è davvero interessante ed è il punto di forza del franchise che gli ha permesso di rimanere in piedi nel corsi di tutto questo tempo. Ed ecco che qui cade, la prima volta, Spiral. La storia c’è, nei primi minuti può lasciare anche l’interesse di vedere come procede, però poi diventa banale, prevedibile e a tratti anche particolarmente confusionaria. Gli eventi diventano sempre più veloci e privi di importanza, senza costruzione di un pathos o di aspettative che permettano allo spettatore di sentirsi interessato.
Il voler a tutti i costi essere un film del franchise Saw, averne tutti i crismi e gli aspetti stilistici non funziona. Dopo Saw: Legacy la saga avrebbe avuto bisogno di un restyling, una nuova veste che potesse dare nuova linfa e nuova forma al franchise. Spiral, invece, cade nuovamente. Rimane ancorato ad un modello si rodato ma anche datato, che non riesce più a trascinare ma che sa solo di già visto senza troppe pretese. La storia c’era, le intenzioni potevano esserci forse bastava avere il coraggio di partire con un prodotto nuovo. Non basta qualche scena splatter, con macchinari articolati che servono per punire sbirri corrotti a salvare la pellicola.
E nemmeno quello che sulla carta poteva essere il punto di forza salva Spiral. Il cast era di tutto rispetto e particolarmente interessante. Tralasciando Samuel L. Jackson, che ha impostato la modalità autopilota per questa pellicola, vedere Chris Rock in un ruolo di particolare pathos mi aveva intrigato molto. Purtroppo la sua performance non lascia nulla, complice uno script davvero dimenticabile. L’attore spesso eccede nelle emozioni, portando ad esasperare il suo personaggio fino all’esagerazione. Anche gli attori comprimari sono particolarmente piatti, con battute pressoché standard e pochissima profondità.
Nel complesso Spiral è un film mal sviluppato e poco riuscito. Nulla lo riesce a far riemergere dal baratro che minuto dopo minuto lo inghiotte. Complici tanti fattori, alcuni davvero troppo radicati nell’idea di dover fare un film della saga Saw senza fare un cambio necessario di stile e concept generale. Spiral ha anche l’enorme problema di essere frettoloso, confusionario e con uno script davvero banale e prevedibile. Purtroppo, questo nuovo progetto del franchise, strutturato palesemente su più film, inizia nel peggior modo possibile bruciandosi un cast ottimo e una storia di partenza intrigante.