The Boys continua ad offrire una visione moderna sul panorama supereroistico.
The Boys è stata sicuramente una delle serie più apprezzate del 2019, probabilmente la sorpresa dell’anno per quanto riguarda il catalogo di Prime Video. Proprio grazie al servizio di Amazon, a partire da domani saranno disponibili i primi tre episodi della Stagione 2, mentre i successivi verranno rilasciati a cadenza settimanale ogni venerdì.
Ho visto in anteprima i primi tre episodi di questa nuova stagione e sono pronto a darvi le mie opinioni senza nessun dettaglio sulla trama. Sfortunatamente però, dovrò parlare di quanto è successo nel finale della prima stagione e di alcuni avvenimenti della controparte cartacea. Quindi, se non avete ancora visto la prima serie, vi invito a non proseguire la lettura.
Questa seconda stagione riparte mostrandoci il nuovo status quo dei protagonisti: Butcher (Karl Urban) è sparito, Hughie, Frenchie, Latte Materno e Kimiko sono ricercati e vivono lontano dai riflettori. Starlight (Erin Moriarty), dopo aver scoperto il segreto di Hughie (Jack Quaid) e del Composto V, è intenzionata a farla pagare cara alla Vought.
Butcher nel frattempo cerca di fare chiarezza su quanto ha visto: sua moglie è viva e deve trovare un modo per riaverla con se, a qualunque costo.
Patriota (Anthony Starr) intanto si deve confrontare con il nuovo uomo in carica (Gennaro Esposito), che ha ammesso nel gruppo un nuovo super, la sardonica Stormfront (Aya Cash). Allo stesso tempo, il super eroe più forte del pianeta cerca di instaurare un legame col figlio. Abisso (Chace Crawford) è ancora in pausa dai Sette e cerca di raggiungere un compromesso con se stesso.
Queste prime puntate ruotano principalmente attorno ai personaggi di Hughie e di Starlight, uno che si chiede se è adatto al gruppo in cui si è ritrovato, e l’altra che si domanda se i super sono tutti degli sporchi bugiardi. Uno dei messaggi che Eric Kripke, il creatore della serie, ha raccolto dall’opera a fumetti di Garth Ennis, è proprio quella di trovare il proprio spazio, tra una scazzottata e uno sbudellamento. Sono lieto che questa stagione continui a puntare anche sulla caratterizzazione dei personaggi oltre che sul mero intrattenimento.
Era già chiaro con il finale della prima stagione, la serie tv non avrebbe più seguito le vicende dei The Boys fumettistici. E da un lato è molto meglio così: Kripke ha tracciato la propria strada che cambia totalmente le carte in tavola dei ragazzacci di Butcher, e riesce a concedere anche ai lettori del fumetto un punto di vista moderno sul gruppo.
Questo ovviamente anche alle performance attoriali dei protagonisti e ai dialoghi irriverenti che, tra una parolaccia e l’altra, alzano la tensione tra i super e gli umani. Questi primi tre episodi hanno tutti i pregi visti nella prima stagione: un sapiente utilizzo dei brani musicali, e un focus dedicato alle interazioni tra i due gruppi.
Nonostante un inizio “tranquillo” i momenti d’azione non mancano, tra scontri tra super ed esplosioni inattese. Il punto di forza rimane comunque nei dialoghi, a volte non serve che i protagonisti menino le mani (anche se succede) ma basta uno sguardo , una serie di parole, o un sorriso per mandare tutto all’aria. Il bello di The Boys è proprio questo, e fortunatamente l’atmosfera è rimasta invariata rispetto alla prima stagione. Certo, giudicare da soli tre episodi, sia in positivo che in negativo, non sarebbe giusto quindi mi posso semplicemente limitare a questo calmo inizio. Già nella terza puntata, il ritmo aumenta, e si inizia a intravedere il piano di Kripke per questa seconda stagione.
Sono veramente curioso di cosa ci riserverà il resto della stagione, tra una Stormfront inedita e il rapporto tra Butcher e Hughie in costante evoluzione.