Lo sceneggiatore britannico Michael Hirst, dal successo della serie I Tudors e ora di Vikings che sta spopolando in tutto il mondo, secondo gli ultimi rapporti sta unendo le forze con il regista hollywoodiano Martin Scorsese, per la realizzazione di una serie su un’ossessione congiunta: i Romani. The Ceasars racconterà la storia dei primi sovrani dell’antica Roma, a cominciare dall’ascesa al potere di Giulio Cesare.
Il pilot è stato scritto, più lo schema per il resto della stagione. Il piano è di creare un nuovo dramma televisivo, che duri diverse stagioni. Le riprese dovrebbero iniziare già l’anno prossimo in Italia.
Hirst ha parlato della sua ovvia contentezza nel lavorare con uno dei registi americani più significativi della fine del XX e degli inizi del XXI secolo. I film di Scorsese, venerati per il loro realismo e le loro esibizioni naturalistiche, includono thriller psicologici e polizieschi come Taxi Driver e Goodfellas, entrambi interpretati da Robert De Niro.
Scorsese è “totalmente appassionato dei romani” ed ha cercato per molti anni di fare un film o una serie su di loro, ha detto Hirst:
“Adora quasi in modo divino il periodo e ne sa molto. Si è messo al telefono con Justin Pollard, il mio consigliere storico e hanno chiacchierato, in parte in latino, sulle fonti per le storie e la poesia romana.”
In Hirst, Scorsese ha trovato un regista che conosce il fatto suo qunado si tratta di tramutare la storia in un dramma. Hirst ha scritto la sceneggiatura del film del 1998 Elizabeth, con Cate Blanchett nei panni della giovane regina dei Tudor, che ha vinto un Oscar ed è stata nominata per altri sei, inclusa migliore fotografia.
In Nord America, i vichinghi hanno attirato fino a otto milioni di spettatori in un episodio. Finora sono previste sei stagioni con un totale di circa 90 episodi. Il sito Web di IMDb lo elenca attualmente come il numero uno al mondo, insieme ad un altro successo, Game of Thrones, al quinto posto. I Tudors ha avuto quattro stagioni e 38 episodi, ha vinto l’Emmy ed è stato nominato per i Golden Globes. Jonathan Rhys Meyers ha recitato nel ruolo di un giovane ed elegante Henry VIII.
The Caesars mirerà a dare una nuova idea del giovane Giulio Cesare:
“Nei film è di solito un uomo di mezza età, alle prese con varie complicazioni politiche. Ma era incredibilmente interessante e ambizioso quando era più giovane. Molti dei Cesari sono saliti al potere quando erano giovani e non abbiamo mai visto ciò sullo schermo. Sarà energia, vitalità ed eccesso di una giovane cultura guidata dai giovani. C’è sempre qualcosa di sorprendente nell’ascesa di un regno relativamente piccolo alla potenza mondiale in un brevissimo lasso di tempo. Non sarebbe successo se fosse stata governata da vecchi politicanti stanchi e da guerrieri in pensione.”
I precedenti cast di Scorsese hanno incluso Leonardo DiCaprio e Daniel Day-Lewis. Intervistato quindi sul cast di The Caesars, Hirst ha dichiarato:
“Uno dei vantaggi nel lavorare con [Scorsese] è che gli attori vogliono lavorare con lui. Lanceremo molti giovani attori.”
La serie inoltre traccerà dei parallelismi con il presente. Hirst ha detto:
“Il passato e il presente sono praticamente la stessa cosa per me, perché è solo una questione di continuità. I Tudor e i Vichinghi, li abbiamo resi risonanti e rilevanti per le persone di oggi.”
Hirst, però, è stato accusato di mettere a nudo la storia, ma egli ha osservato che Scorsese è “molto appassionato di autenticità” e che ha trascorso 10 anni in varie università, tra cui Nottingham e Oxford, e considera la ricerca una vera “gioia”.
Dice che i suoi drammi non sono documentari ma i dettagli sono radicati nella storia:
“Proprio come la storia di Shakespeare ci insegna: si inizia solo con alcuni fatti storici, dopodiché il dramma prende il sopravvento. Non si possono avere entrambi. C‘è una quantità meravigliosa di informazioni, dai racconti contemporanei alla poesia. Però anche i resoconti contemporanei non sono molto accurati. Se tu ed io vedessimo lo stesso evento, sicuramente li vedremo in modo diverso. Ogni rappresentazione è parziale. Non esiste una storia pura.”
Fonte: THE GUARDIAN