The Cloverfield Paradox: la recensione

The cloverfield paradox
© Netflix

In occasione del Super Bowl, Netflix ha pubblicato online il primo trailer di The Cloverfield paradox, prodotto da J.J. Abrams e diretto da Julis Onah.
Quasi in contemporanea il film è stato inserito sulla celebre piattaforma streaming.

Questo è il terzo episodio di una saga iniziata dieci anni fa con Cloverfield, un monster movie realizzato con la tecnica del found footage.

Trama

Un team internazionale di astronauti, cercando di risolvere una disperata crisi energetica in atto sulla Terra, tenta un esperimento che si spinge ben oltre i confini. Il terrificante e contorto risultato diventerà una minaccia per le loro vite.

Cast

Elizabeth Debicki (Mina Jensen), Daniel Brühl (Ernst Schmidt), Gugu Mbatha-Raw (Ava Hamilton), Chris O’Dowd (Monk Mundy), Zhang Ziyi (Tam), John Ortiz (Acosta), Roger Davies (Michael Hamilton), David Oyelowo (Comandante Kiel), Aksel Hennie (Volkov)

Recensione

Nel 2018, quando ti metti davanti alla tv per guardare un film di fantascienza, inutile negarlo, ti aspetti qualcosa che riesca a sorprenderti. Forse perché abbiamo visto troppo o perché ci hanno viziato con produzioni che sono riuscite a causare il cardiopalma a molti diventando veri e propri cult.
E così, quando inizi The Cloverfield Paradox, lo fai con la convinzione di trovarti una pellicola capace di regalarti una storia emozionante, effetti speciali grandiosi, mostri terrificanti. In fondo gli hanno  associato il nome di J.J.Abrams ed è un film che ha già due “fratellini” che lo precedono, qualcosa vorrà pur dire.

Purtroppo però, le aspettative del 90% di voi verranno distrutte.
La storia, già dopo i primi dieci minuti, si preannuncia banale, prevedibile e piena di rimandi ad altri film del genere.

In The Cloverfield Paradox non si fa altro che inserire un gruppo di persone in un ambiente che con il tempo diventerà ostile mettendo a rischio la loro vita. Darwin farà il resto, insieme al panico e a un paradosso temporale utilizzato male. Il cattivo viene annunciato sin da subito ed è abbastanza facile intuire quali saranno le sue azioni.

Viene continuamente fatto intendere che, in seguito a un incidente, qualcosa sia entrato all’interno della stazione spaziale e anche gli atteggiamenti dei protagonisti lasciano pensare a questa possibilità. In realtà non è nulla di tutto ciò. L’equipaggio combatte contro qualcosa di poco chiaro che identificano come “caos”, anche se, per come viene presentato, ha più il sentore di una manifestazione spettrale.

A lungo andare questo nemico invisibile portatore di scompiglio diventa fastidioso, in quanto non si capisce quale sia il suo scopo. Inoltre, le urla, i vermi, gli astronauti che dialogano con loro stessi e tanto altro, non hanno un filo conduttore. Sono degli episodi classificati come paurosi e inseriti a casaccio all’interno del film.

Vengono introdotte diverse sotto trame, ma una buona parte non troverà conclusione. Sembra che a un certo punto tutti si siano annoiati di scrivere la sceneggiatura, e anziché dare un degno sviluppo alle storie create, hanno cercato di chiuderle frettolosamente alla bene meglio.

I personaggi principali lasciano a desiderare. Alcuni sono dei tentativi di rendere movimentate delle vicende noiose. Qualcuno manca di mordente, come per esempio Acosta, incapace persino di morire. Altri sono lasciati “a metà” in quanto la loro storia viene del tutto troncata.  Inoltre è anche inserito il dramma familiare, ma come già accennato, fa parte di quelle sotto trame sviluppate male.

L’asse temporale appare distorto: a tratti sembra che sia causato dal paradosso, ma a lungo andare viene il dubbio che sia la sceneggiatura a contenere qualche piccola falla.

Un sacco di elementi sono lasciati intendere.

Si parla di una crisi energetica a livello mondiale che potrebbe causare una guerra da un momento all’altro. La situazione arriva al limite, si sentono scoppi, vengono dette mezze frasi sulla presenza di qualcosa, si parla di scenari disastrosi, ma non viene mostrato assolutamente nulla. Il caos che regna nel mondo lo si intuisce dalle conversazioni, dagli stralci di telegiornale,  dallo scoppio di una bomba. Non un’immagine che mostri questo scenario apocalittico, solo telefonate. E ok che siamo nell’era dello smartphone, ma a tutto c’è un limite. Dove sono i mostri spaventosi? Dove sono le strade distrutte? Possiamo accontentarci di un’ombra o di un qualcosa che spunta per due secondi da una nuvola? No.

The Cloverfield Paradox è puro intrattenimento, da guardare senza troppe aspettative. Prende in prestito scene di vecchi film cercando di adattarle al suo contesto, risultando  scontato e banale. Si sopravvaluta da solo, introducendo troppe trame senza riuscire a portarne a termine nessuna con successo. Un film che si lascia guardare, ma che non ha nulla di originale ed entusiasmante.

Lo consiglio?

Se proprio non avete niente di meglio da fare….