Con The Crew 2, Ubisoft ha cercato di ritagliarsi una fetta in un mercato non saturo, ma ricco di eccellenze. Dopo il passo falso con il primo capitolo, sarà riuscita a rifarsi con il secondo?
Il primo The Crew è uscito ben quattro anni fa. Questo incipit è necessario per ricordare come questo titolo, purtroppo, non abbia riscontrato grande successo di pubblico nonostante il grande impegno posto dai ragazzi di Ivory Tower, a tal punto da non ricordare quanto tempo sia passato dall’uscita del primo capitolo. Il problema è la poca, ma spietata ed eccellente, concorrenza posta dell’inarrivabile Forza Horizon e l’altalenante Need For Speed. Ecco quindi che Ubisoft ha deciso di riprovarci, facendosi forza dell’enorme successo delle controparti e vogliosa di mostrare i muscoli e decidendo di produrre il secondo capitolo: The Crew 2. Sarà riuscita a risolvere i problemi del primo capitolo e a ritagliarsi una fetta di pubblico tale da poter battere la concorrenza? Scopritelo nella recensione.
Gameplay
Come già detto poc’anzi, il primo The Crew non ha riscosso grande successo né di critica né, conseguentemente, di pubblico quindi il lavoro di Ubisoft è partito subito in salita. Tante migliorie e modifiche a partire dalla trama che è stata totalmente eliminata per far spazio ad un sistema in stile Forza Horizon, dove noi siamo un pilota alle prime armi e il nostro obiettivo è quello di raggiungere più follower possibili sia dal vivo che sui Social Network. Più si va avanti, faremo gare e supereremo obiettivi, più potremo sbloccare altri eventi e sfidare gente importante. Per progredire nel mondo degli Influencer dovremo gareggiare, partecipare ad eventi, guidare liberamente in modo più pericoloso e artistico possibile e scattare fotografie nei punti più particolari fotografando, ad esempio, sia paesaggi che animali in base all’obiettivo proposto. Potremo esplorare davvero tutto, grazie alla presenza di motoscafi e aeroplani totalmente acquistabili e personalizzabili a proprio piacimento. Sulla personalizzazione, però, becchiamo il primo intoppo poiché se per quanto riguarda la livrea, le modifiche estetiche (cerchioni, specchietti, spoiler e altro) e ovviamente il colore, vedremo di fatto delle differenze estetiche, esse non influiranno sul modello di guida. Per migliorare quei parametri si dovranno modificare sterzo, scarico, motore, freni e altri parametri più tecnici che, però, non influenzeranno l’estetica e potremo applicare queste migliorie solo vincendo eventi o trovando casse segrete – dette casse Live – in giro per la mappa. Il tutto sarà una sorta di loot box in cui ogni miglioria verrà catalogata tra comune, rara ed epica. Insomma, l’approccio è puramente arcade come il primo capitolo con gli stessi difetti del primo per quanto riguarda la guida: estremamente semplice, irrealistica e con un fastidiosissimo effetto saponetta dato anche dal fatto che spesso le auto non si adatteranno perfettamente al terreno con delle compenetrazioni di ruota e terreno difficili da digerire. Attenzione, rispetto al primo capitolo sono stati fatti passi da gigante, ma la sensazione di scivolamento sulle strade sarà sempre presente così come il problema degli avversari elastici, pronti a sorpassare al primo errore o alla prima frenata sbagliata. L’effetto elastico è un elemento caratteristico dei giochi arcade, si avrà sempre la sensazione di essere collegati con un elastico agli avversari che ci seguiranno all’infinito fino a quando, al minimo errore, l’elastico non si trasforma in una fionda facendo passare avanti gli avversari. Sarebbe anche accettabile se non fosse un gioco del 2018 con una forte componente realistica.
Un’altra novità, forse la più bella e interessante, di The Crew 2 è quella di avere una mappa enorme, senza confini e ricca di posti da visitare sia naturali che artificiali e in varie condizioni climatiche dal sole alla neve, dall’alba al buio pesto. La mappa rappresenta gli Stati Uniti, ovviamente non in scala e non estremamente fedele all’originale altrimenti non potrebbe girare nemmeno nei computer della Nasa, ma di fatto il colpo d’occhio è ineguagliabile. Possiamo visitarne ogni angolo, sia via terra, sia via mare che in cielo. Anche qui, però, si riscontrano due problemi: uno grafico e uno di gameplay. Il secondo lo analizzerò nel paragrafo inerente al comparto tecnico, al momento mi limito alla parte gameplay affermando che la mappa, per quanto possa essere grande territorialmente, è fortemente limitata. L’esplorazione è limitata al semplice raggiungimento di una zona da un’altra, nel mezzo possono essere presenti alcuni minieventi come quello di scattare foto, ma di fatto, a lungo andare, diviene tedioso soprattutto quando le distanze sono molto lunghe. Inoltre, per quanto le grandi città siano state ben riprodotte, il resto del territorio è stato realizzato con delle sorte di copia e incolla soprattutto per quanto riguarda il paesaggio e le strade, rendendo l’esplorazione poco coinvolgente. Quindi, dopo le prime ore in cui saremo gasati dalla mole di cose da visitare, poi sfrutteremo a dismisura i viaggi rapidi sempre disponibili. Gli eventi sono tantissimi, di ogni tipologia possibile e in ogni angolo della mappa, ma la mancanza di un multiplayer competitivo è ingiustificabile. Incontreremo altri giocatori in giro per la mappa, potremo giocare in cooperativa in alcuni eventi ed esplorare insieme la mappa, al massimo potremo provare a superare delle mini sfide, ma non in contemporanea (ad esempio sfida di velocità, il primo passa a 250km/h, il secondo a 260km/h e supera il record del primo), ma la mancanza di una modalità PvP si fa sentire, parecchio.
Comparto tecnico
Passiamo al comparto tecnico e prima di parlare dell’altro problema legato alla mappa, apro una parentesi riguardo ai veicoli. Sono più di 200 veicoli tra auto, moto, motoscafi e aerei, ognuno di essi è personalizzabile come spiegato poco prima e presentano una visuale dall’abitacolo dimostrando grande cura realizzativa, peccato che alcuni modelli siano decisamente meno definiti di altri. Evidentissima la differenza tra i veicoli di gioco e i veicoli presenti in libertà per la mappa. Passiamo adesso alla mappa: graficamente non è brutta, si vede il passaggio alla nuova generazione rispetto al primo, ma è difficilmente paragonabile alla bellezza visiva di Forza Horizon per fare un diretto confronto. Inoltre, altro aspetto negativo, è che a differenza di giochi come Driveclub, gli effetti climatici non influenzeranno lo stile di guida, riducendosi ad un mero aspetto grafico che per quanto possa essere anche meraviglioso in certi momenti, appesantisce ancora di più la resa grafica riducendo gli fps. Quest’ultimo, però, non è frequente, pochi rallentamenti degni di nota, ma molti fastidiosi pop up delle non sempre brillanti texture. Per concludere gli aspetti negativi, non posso non citare il doppiaggio in italiano che è davvero penoso: asincrono, confuso, senza enfasi o al contrario troppo enfatizzato e fuori tema. Al contrario la colonna sonora e i suoni ambientali sono perfetti, la prima presenta una vasta gamma di scelte interessanti e di ogni genere possibile che ci accompagneranno lungo le strade degli Stati Uniti. Se poi lasceremo la riproduzione libera, vedremo come la musica che ascolteremo sarà perfettamente collegata a ciò che accade su schermo, gasandoci ancora di più.
Commento conclusivo
In conclusione The Crew 2 non è un brutto gioco, ma non ha fatto quei passi davvero importanti per il successo della serie. Tante migliorie, ma non ben amalgamate e tanti difetti che si ripresentano a distanza di anni. Una mappa enorme che poteva (e magari potrebbe essere attraverso dei DLC) gestita meglio con un ottimo multiplayer in PvP e curata meglio di quanto lo sia già rendendo anche l’esplorazione più avvincente. Di fatto le cose da fare non mancheranno, gli eventi saranno tantissimi e di varia difficoltà, ma manca il mordente di una sfida realistica, priva di effetti saponetta o elastici fin troppo in stile arcade dei vecchi tempi. Definibile un’occasione persa sarebbe esagerato, ma non si può nemmeno parlare di successone.
PS: nella mappa sono presenti numerosi animali e persone che passeggiano per la città, ma purtroppo anche qui il realismo viene accantonato decidendo di far compenetrare questi con i vari veicoli o farli spostare in modo buffo, piuttosto che investirli. Niente, purtroppo anche la possibilità di trasformalo in un Carmageddon è stata annullata.