The end of the f***ing world: la recensione del nuovo teen drama targato Netflix

Le persone non sono risposte, sono domande in più…

Cos’è The End of the F***ing World (nel prosieguo abbreviata con TEOTFW)?

Una serie televisiva britannica creata da Jonathan Entwistle, scritta da Charlie Covellbasata sull’omonimo fumetto di Charles Forsman. La prima stagione è composta da otto episodi, che sono stati pubblicati su Netflix il 5 gennaio 2018.

https://www.youtube.com/watch?v=vbiiik_T3Bo

La storia racconta di due adolescenti: James, interpretato da Alex Lawther, che crede di essere uno psicopatico e Alyssa, interpretata da Jessica Barden, una ragazza ribelle, lunatica e insoddisfatta della sua vita. Decidono di scappare di casa per fuggire da tutti gli schemi che li fanno sentire intrappolati in una vita noiosa. Intraprendono un viaggio che si rivelerà essere pieno di problemi e che li porterà a cercare il padre di Alyssa.

TEOTFW sembra essere la serie tv della quale parlano tutti in questi giorni. Il pubblico si divide: c’è chi ne decanta le lodi e chi, invece, la classifica come inutile e banale.

Certo è che, se si dovesse giudicare il tutto dai primi 3 episodi, il voto sarebbe miseramente basso. L’introduzione, infatti, non è delle migliori. Sembra che ci troviamo di fronte ad un teen drama super trash, dove entrambi i protagonisti sono costruiti attraverso dei banali stereotipi. Alyssa pare essere una specie di ninfomane sovversiva, che cerca di mostrarsi sicura di sé ed è in perenne combutta con il mondo. A tratti, durante i primi episodi, la si odia proprio.  James invece, un ragazzino introverso e disadattato con l’ossessione dell’omicidio.

Dopo aver letto questo, vi viene già voglia di cambiare canale, vero? Non lo fate però. Andando avanti scoprirete un lato che inizialmente viene completamente celato.

Alyssa e James in realtà indossano delle maschere che, una volta tolte, rivelano il loro vero “io” . Entrambi i protagonisti vivono in un mondo fatto di un enorme disagio causato da delle situazioni che incidono negativamente sulla loro formazione e serenità. Con la fuga, tentano di scappare da una vita che li fa soffrire tremendamente, e vediamo due adolescenti che provano ad atteggiarsi ad adulti, ma che inevitabilmente, si ritrovano vittime di una vita che ancora non li appartiene, e quando capiranno ciò, tenteranno nuovamente di fuggire. TEOTFW è semplicemente la storia di due diciasettenni che non riescono a trovare il loro spazio nel mondo.

Ogni singolo episodio non dura più di 22 minuti e devo dire che ho particolarmente apprezzato questa caratteristica, poiché rende il tutto veloce, donando alla storia un ritmo serrato incapace di annoiare lo spettatore. Inoltre, nonostante sia ricca di avvenimenti e affronti tematiche non semplici da trattare, non si pecca mai di superficialità pur non scendendo nei particolari.

La serie è ricca di rimandi ai vecchi film: James dopo aver chiesto di essere picchiato ad un gruppo di ragazzi, telefona da una cabina telefonica con la faccia pestata ricordando Edward Norton nel film di David Fincher, Fight Club; Alyssa, attraverso alcuni atteggiamenti, lascia pensare alla Lolita che vediamo nel film di Adrian Lyne e il suo abbigliamento sembra uscire fuori da Buffalo 66. E per ultimo, possiamo anche trovare un rimando a Pulp Fiction di Quentin Tarantino. La scena della tavola calda, infatti, fa venire in mente Zucchino e Coniglietta mentre discutono prima di rapinare una caffetteria.

Il finale mi ha lasciato molto perplessa in  quanto pone il tutto davanti un bivio (No, non ho letto il fumetto quindi non ho idea di come continui il tutto). Le possibili strade che la storia può intraprendere sono due:

  1.  La serie termina con un finale “romantico”, degno della storia raccontata, ma che rappresenta un pugno nello stomaco;
  2. tutto è quello che non è, e il finale lascia una porta aperta per una probabile seconda stagione.

TEOTFW è una serie dai molteplici aspetti, un melting pot fra una road story, un thriller, un teen dramma e una commedia romantica; il tutto intriso di humor nero e scene splatter.  La storia, quando inizia ad ingranare, è un vero e proprio pugno nello stomaco in quanto fa pensare e riflettere sul disagio giovanile, di come i ragazzi abbiano bisogno di una persona di riferimento e cosa può accadere nel momento in cui questa figura manca o è del tutto sbagliata.

La consiglio?

Certo che sì. Mi raccomando però, superate lo scoglio dei primi tre episodi.