The Evil Within 2 – Recensione

Versione testata: Playstation 4

Ci siamo rituffati nell’universo distopico e disturbante di The Evil Within con The Evil Within 2, nuovo capitolo dell’horror game partorito dalla mente del grande Shinji Mikami, talentuosissimo sviluppatore giapponese di cui abbiamo già tessuto le lodi per aver dato vita a saghe di successo come Resident Evil e Dino Crisis. In The Evil Within c’è tutto ciò che è stato e che continua ad essere Mikami, un mix di raccapricciante e buia follia, un omaggio al survival horror da troppo tempo bistrattato ma in rapida ripresa negli ultimi anni. La saga di The Evil Within attinge a piene mani, inoltre, dal cinema americano e giapponese. I ragazzi di Tango Gamesworks si son lasciati contaminare da diverse correnti cinematografiche. Impossibile non citare alcuni capisaldi come The Grudge e The Ring (horror-movie giapponesi) o produzioni a stelle e strisce come The Mist, Seven e Prisoners. Il binomio tra film e videogiochi è uno dei più conosciuti e fecondi. La cross-medialità è un fenomeno ormai consolidato nel mercato dell’entertainment, con film che influenzano determinati videogiochi o viceversa. Gli sviluppatori hanno fatto proprie le emozioni e le sensazioni scaturite dalla visione di questo genere di film, dando vita ad un videogioco in grado di intrattenere e al tempo stesso disturbare, di rapire e proiettare l’utente nell’universo di Sebastian Castellanos, nella mente del protagonista, nel mondo di The Evil Within 2.

PRIGIONIERI DELLO STEM

Parlare della trama di The Evil Within 2 non è semplice. Chi non ha potuto giocare il primo capitolo non può comprendere appieno la profondità e la complessità dell’universo creato da Shinji Mikami. C’è da dire in primis che il titolo è un seguito diretto del primo capitolo e che quindi, gli avvenimenti che vi appresterete a vivere si configurano cronologicamente dopo quelli narrati nel primo episodio. Una cosa che non possiamo omettere, è il fatto che lo STEM, sistema in grado, grazie all’unione di più menti, di generare e proiettare l’utente in una sorta di realtà parallela, è ancora una volta fulcro della trama di The Evil Within. Le vicende riprendono con il nostro protagonista, l’ormai ex detective Sebastian Castellanos, che affoga le proprie delusioni in qualche bicchiere di troppo. Le novità, però, non si faranno attendere: la morte della figlia di Sebastian non è altro che una messa in scena partorita dalla malsana mente della Mobius. Lily è viva e vegeta e per tutto questo tempo è stata utilizzata dalla stessa Mobius come Nucleo dello STEM. La mente della prescelta Lily, infatti, è l’unica a donare stabilità al mondo fittizio di cui vi abbiamo accennato poco fa. Ma allora perché è proprio la Mobius a cercare Sebastian Castellanos? Il dilemma è ‘subito’ risolto: Lily è sparita all’interno del sistema, qualcosa è andato storto e l’unico in grado di mettere le cose a posto è il nostro protagonista. La trama di The Evil Within 2 è nettamente più chiara rispetto a quella del primo capitolo. Gli sviluppatori raccontano una storia matura e tremendamente introspettiva, Castellanos dovrà fare i conti con i tormenti di una vita cambiata radicalmente, con gli incubi ricorrenti di ciò che è successo in tutto questo tempo, con il lento e infruttuoso recupero di una stabilità mentale oramai minata dalle vicende del primo episodio. All’interno della città fittizia di Union dovremo entrare in contatto con la squadra di ricerca (o quel che resta) e avere a che fare con personalità che hanno contribuito al crollo del sistema. Su questo, però, non vi anticiperemo nulla.

EVOLUZIONE

The Evil Within 2 è l’evoluzione naturale del primo capitolo. Eccezion fatta per i movimenti di Sebastian, ancora troppo rigidi (magari volutamente), i ragazzi di Tango Gamesworks hanno svolto un lavoro di ottima fattura. Per la prima volta avremo a che fare con sezioni all’aperto. Saremo liberi, quindi, di girovagare per la città di Union in cerca di provviste e di materiali per potenziare le nostre armi o il nostro peronaggio. Le novità non finiscono qui perché sarà possibile cimentarsi in missioni secondarie che ci verranno affidate da alcuni personaggi prigionieri dello STEM e ancora in vita. Queste side-quest ci permetteranno di accumulare materiali preziosi o, ancora meglio, qualche arma. Le posizioni e i punti di interesse saranno segnati su una comodissima mappa mentre, con una sorta di trasmittente avremo la possibilità di captare segnali e richieste d’aiuto. Il sistema di puntamento è rimasto pressoché invariato, le munizioni non sono mai troppe ed è consigliabile usarle con molta parsimonia e quando possibile sfruttare le doti stealth di Sebastian, accoltellando un nemico alle spalle. Come già anticipato, è presente un sistema di potenziamento del personaggio. Per migliorare le abilità non dovremo fare altro che raccogliere il gel verde, rilasciato dai nemici o situato in alcuni punti del mondo di gioco, e recarci attraverso uno specchio (come accadeva nel primo episodio), nella rappresentazione del nostro vecchio ufficio. Qui, sedendoci su una sedia a rotelle, potremo accedere all’albero delle abilità e quindi potenziare: salute, combattimento, furtività e resistenza. Non finisce qui, sui banchi di lavoro, solitamente sistemati nelle stanze di salvataggio, avremo la possibilità di creare e potenziare le nostre armi, oppure fabbricare munizioni e kit medici. La difficoltà globale di The Evil Within 2 è più bassa rispetto al primo capitolo. Gli sviluppatori lo hanno reso più accessibile ma non per questo semplice. Il consiglio è quello di giocarlo fin da subito alla media o alla difficoltà massima. Le boss fight sono la ciliegina sulla torta e la longevità del titolo si attesta sulle 15-17 ore.

NON TUTTI GLI INCUBI VENGONO PER NUOCERE

Tecnicamente, The Evil Within 2, si difende piuttosto bene e rappresenta un passo in avanti rispetto al precedente episodio. La modellazione poligonale dei personaggi è più che buona e il frame rate è stabile. Qualche incertezza su alcuni ambienti, realizzati in maniera approssimativa. Il tutto, però, è di grande impatto e riesce a donare al titolo quell’atmosfera malata di cui ha bisogno: un acquisto consigliatissimo per tutti coloro che hanno avuto a che fare con il primo capitolo e che amano il genere survival-horror.

The Evil Within 2
Pros
La 'libertà' è cosa gradita
Atmosfere pazzesche
Malato al punto giusto
Cons
Tecnicamente non eccelso
8.7
Voto