The Outer Worlds 2 – La Recensione

The Outer Worlds 2

The Outer Worlds 2 segna il ritorno di Obsidian nello spazio con un GDR più profondo, maturo e tecnicamente evoluto. La scrittura brilla per ironia e spessore morale, le scelte contano davvero e lo shooting è finalmente appagante. Restano da limare IA e corpo a corpo, ma il risultato è uno dei migliori RPG del 2025.

Il ritorno nello spazio secondo Obsidian Entertainment è finalmente alle porte. The Outer Worlds 2, seguito diretto del GDR sci-fi più irriverente degli ultimi anni, arriverà il 29 ottobre 2025 su tutte le console, con un accesso anticipato fissato al 24 ottobre. Il gioco sarà disponibile dal Day One su Game Pass , ma noi abbiamo avuto la possibilità di giocarlo in anteprima e farci un’idea ben precisa e chiara: il viaggio tra satira, moralità e spari al plasma e biomassa è più intenso che mai con alcune formule incredibilmente funzionali e intelligenti, tuttavia resta ancora qualche imperfezione da sistemare.

Versione testata: PlayStation 5

Un ritorno all’universo più cinico della galassia

A prima vista, The Outer Worlds 2 non stravolge la formula del suo predecessore. Lo humor graffiante, la critica al capitalismo sfrenato e l’estetica rétro-futurista tornano in grande stile, ma con una scala più ampia e una scrittura più incisiva. Obsidian non ha voluto rifare tutto da zero: ha preferito raffinare, ampliare e consolidare un’identità che ormai è marchio di fabbrica. Il risultato è un sequel che profuma di familiarità ma sa sorprendere per la densità del mondo di gioco e la qualità dei dialoghi, ancora più articolati e reattivi.

Fin dalle prime ore si percepisce il peso delle scelte, la coerenza morale delle decisioni e l’ironia pungente che accompagna ogni missione. È un ritorno cinico, intelligente e irresistibilmente umano. La scrittura, infatti, è ben fatta ed è il fiore all’occhiello di Obsidian. Finalmente torna a brillare con dialoghi lunghi, sfaccettati e straordinariamente vari, capaci di intrecciare sarcasmo, introspezione e filosofia con naturalezza disarmante. Ogni conversazione è una sfida intellettuale, e il tono delle risposte può cambiare il corso degli eventi: essere diretti, empatici o spietati ha sempre una conseguenza tangibile.

State attenti, però, a non saltare troppi dialoghi. Anche in questo gli sviluppatori di Obsidian sono stati furbi. I dialoghi si possono skippare, ma farlo troppe volte, oltre a generare specifici difetti, porta il gioco a selezionare casualmente delle risposte generando momenti ilari, ma anche molto pesanti e imprevisti. Vi consigliamo, quindi, di salvare manualmente molto spesso anche perché i salvataggi automatici non sono sempre perfetti.

Una personalizzazione incredibilmente varia e articolata

Ciò che cambia radicalmente è la personalizzazione del personaggio, sia estetica (merito anche della presenza delle due nuove visuali in terza persona che permettono di godere di ogni modifica apportata al nostro protagonista e non solo) sia delle abilità. La prima presenta un editor abbastanza ricco che consente una buona caratterizzazione del personaggio sia dal punto di vista fisico che estetico con un’ampia scelta di tatuaggi, piercing, orecchini e tanto altro ancora.

L’aspetto più importante e fondamentale per il gameplay è il passaggio dagli attributi, che erano statistiche su cui si investiva quando si saliva di livello, a vere e proprie peculiarità che dettano il funzionamento del personaggio e che prendono il nome di Tratti. Sono 12, alcune delle quali fondamentali come Ingegneria, Esplosivi, Armi, Hacking e Comando, e a inizio gioco se ne possono scegliere un massimo di due, solo che in questo caso bisogna anche scegliere obbligatoriamente un difetto che bilancia importanti bonus con dei malus. Sono 3 inizialmente, più avanti vi spieghiamo un po’ meglio il sistema di difetti, ma colpiscono maggiormente Stupidità, che impedisce di mettere punti in cinque delle 12 Abilità e Malattia, che fa perdere salute e resistenza alle tossine.

Sebbene possa sembrare un’ulteriore semplificazione, l’obiettivo è fare in modo che i punti assegnati alle varie Abilità man mano che si aumenta di livello abbiano un impatto più evidente durante il processo di crescita, rispetto agli effetti minimi che si avvertivano con il vecchio sistema degli Attributi. Questo, poi, porta al nuovo sistema di Perk definiti Vantaggi, che sono più di 90 tra cui scegliere. Ci sono anche livelli di abilità specifici necessari per accedere a determinati Perk e questi offrono veramente cambiamenti significativi a ciò che si può fare in combattimento, nelle conversazioni, nell’esplorazione e altro ancora. The Outer Worlds 2 invita il giocatore, quindi, a costruire non solo un alter ego, ma una vera e propria identità morale e non esiste la riattribuzione dei Perk, quindi ogni selezione deve essere ben oculata poiché definitiva.

Un esempio è il Vantaggio che permette di mirare, sparare e ricaricare mentre si accelera e si procede in scivolata, per chi vuole affrontare i nemici con la mentalità di uno sparatutto tradizionale. Oppure i Vantaggi Serial Killer e Psicopatico, che garantiscono bonus a chi si cimenta in un gioco molto più violento. O ancora il Vantaggi Ranger Spaziale, che permette di convertire i punti dell’Abilità Eloquenza in bonus di danno in battaglia. Insomma, ogni scelta è fondamentale affinché il gioco possa prendere la strada che noi vogliamo e questo vale anche nei dialoghi e nell’ambiente che ci circonda. Le diramazioni nei dialoghi possono variare in base alle Abilità e ai Vantaggi di cui si dispone, oppure il personaggio può percepire nell’ambiente cose che altrimenti non sarebbe in grado di comprendere, in modo che i risultati della sua build non siano solo limitati agli scenari di combattimento.

Questi sono solo alcuni esempi di come questi sistemi alimentino stili di gioco specifici, con l’intenzione di ricompensare il giocatore per le sue scelte. Come se ciò non bastasse c’è anche il nuovo sistema di Difetti, brevemente accennato poco sopra, ma che entra a gamba tesa anche durante il gameplay. Questi spuntano improvvisamente nel corso della partita a seconda delle azioni che si compiono. Per esempio si ruba spesso? Ecco il difetto Cleptomane che vi permette di ottenere una quantità maggiore di oggetti, ma potete essere scoperti più facilmente. Si combatte spesso in modalità furtiva? Ecco il difetto Gioco Sporco che vi riduce la vita del 25% ma vi rende ancora più furtivi. Addirittura si potenziano Tratti vari senza dare priorità specifiche? C’è pure il difetto che ti obbliga a potenziare solo quei Tratti con meno punti rispetto agli altri. Insomma, anche qui grande varietà, tuttavia ogni difetto può essere accettato o rifiutato, ma in quest’ultimo caso considerate che non vi comparirà più nel corso della partita. Tuttavia c’è anche un difetto che vi costringerà ad accettare tutti i difetti futuri, perché i ragazzi di Obsidian pensano proprio a tutto.

Dopotutto un aspetto che bisogna sottolineare è che The Outer Worlds 2 è, a tutti gli effetti, un vero gioco di ruolo. Il sistema di tratti, abilità, talenti e specializzazioni si influenzano a vicenda e questo consente di creare personaggi diversi con approcci completamente differenti. È un ritorno alle origini di Obsidian, una struttura che ricorda i grandi classici del passato. Il gioco, quindi, offre libertà, rigiocabilità e un sistema di progressione che premia la sperimentazione. È qualcosa che non si vedeva da tempo, forse dai tempi di Fallout: New Vegas. In termini di meccaniche, le abilità contano davvero: se si investe in scienza, potrete accedere a opzioni di dialogo uniche, se si investe in hacking si possono sbloccare velocemente componenti elettroniche e aeree segrete, se si preferiscono gli esplosivi, si potranno aprire nuove vie distruggendo ostacoli e così via. Ogni scelta è definitiva e modifica radicalmente gli approcci alle missioni, qualsiasi esse siano perché tutte sono studiate per mettere in pratica le varie abilità acquisite.

Sparatorie più appaganti, corpo a corpo da rivedere

Sul fronte del gameplay, le differenze con il passato si fanno sentire. Lo shooting è ora molto più soddisfacente: le armi da fuoco trasmettono un senso di impatto realistico, i colpi hanno peso, e il sound design contribuisce a dare quella sensazione di fisicità che nel primo capitolo mancava. Ogni pistola, fucile o arma sperimentale racconta una storia attraverso la sua potenza e il suo feedback tattile ben implementato anche sul Dualsense di PlayStation 5. C’è davvero una grandissima varietà di armi sia a distanza che bianche e ognuna di loro può essere migliorata attraverso aggiunte che si possono trovare in giro o acquistate o ancora create in appositi banchi da lavoro usando le relative formule e i materiali specifici.

Anche le armi seguono la personalizzazione del personaggio perché potete scegliere approcci stealth con armi silenziose o attacchi massicci con armi pesanti che possono essere personalizzate tramite proiettili elettrici, ghiaccianti, infuocanti, tossici e così via. I sopracitati Vantaggi consentono anche di sbloccare abilità aggiuntive come per esempio la capacità di colpire un avversario con un proiettile elettrico e contemporaneamente anche qualsiasi nemici accanto.

Meno convincente, invece, il combattimento corpo a corpo, che resta rigido, un po’ impreciso e non regala lo stesso feedback delle armi a distanza. I colpi non sempre vanno a segno come dovrebbero e per alcune armi non si capisce bene la distanza per cui vanno usate. Anche la varietà di animazioni non è ancora all’altezza del resto del sistema, poiché i nemici, soprattutto quelli umani, danno la sensazione di essere dei “pupazzotti” gommosi mentre quelli robotici, anche i più colossali, non donano la giusta sensazione di possanza e robustezza quando vengono colpiti. Nulla di drammatico, ma dopo la fluidità delle armi da fuoco la differenza si nota.

Ritornano nuovamente i gadget che aggiungono una notevole profondità tattica. Il rallentamento del tempo funziona egregiamente grazie al dispositivo di Dilatazione Temporale Tattica, che ritorna dal primo capitolo. Si potranno anche utilizzare scudi temporanei per proteggere il protagonista dal gas Zyranium, un dematerializzatore per sbarazzarsi dei corpi indesiderati e uno scanner N-Ray che rivela i nemici invisibili e permette di vedere attraverso le pareti. Forse il gadget più interessante sono gli stivali con doppio salto, che aprono nuove possibilità di esplorazione verticale in modo estremamente gratificante. Più si va avanti e più si trovano altri strumenti come uno chiamato Modulatore di Anomalie Fenditura, utile per chiudere le fratture dimensionali anche se il suo impiego è più narrativo che pratico.

Altra novità in termini sia di combattimenti, ma anche di narrazione in generale sono i compagni di viaggio. Il loro utilizzo durante le missioni è opzionale, ma non figurano più come semplici aiutanti con bonus statistici, bensì come personaggi vivi, con personalità, convinzioni e limiti morali. Commentano le scelte, si scontrano tra loro e possono persino lasciare la squadra se i nostri ideali divergono troppo dai loro (o possiamo cacciarli noi stessi). Hanno anche delle missioni personali che approfondiscono il passato di ciascuno e che noi possiamo decidere di seguire o meno e queste ricordano da vicino la complessità emotiva di Mass Effect. Inoltre anche loro aumentano di livello e possono sbloccare specifiche migliorie e abilità.

Rispetto al primo The Outer Worlds ora è stato posto l’accento anche su una migliore mobilità, su un comportamento più intelligente dei nemici e su tipi diversi degli stessi. Non c’è più la scalabilità dei livelli, di conseguenza ora si tiene conto maggiormente conto della difficoltà, consentendo al giocatore di gestire gli scontri con maggiore consapevolezza. Tuttavia l’intelligenza artificiale è ancora da migliorare. I nemici alternano momenti di aggressività credibile ad altri in cui sembrano dimenticare la presenza del giocatore. È un difetto che spezza talvolta l’immersione, ma che potrebbe essere corretto prima del lancio. Tuttavia sono molto più attenti e tattici, con momenti davvero complessi da gestire e numerose morti al conto finale.

Arcadia, una colonia viva e dinamica

The Outer Worlds 2 è ambientato in un futuro alternativo che si è discostato dalla nostra linea temporale nel 1901, quando il presidente statunitense William McKinley non venne assassinato. Di conseguenza, Theodore Roosevelt non gli succedette mai, e i grandi trust industriali dell’epoca non furono mai smantellati. Questo evento portò alla nascita di una società iper-corporativa e rigidamente classista, dominata dal potere incontrastato delle megacorporazioni. Con il passare dei secoli, queste entità economiche iniziarono a colonizzare lo spazio e a terraformare pianeti alieni, con risultati spesso imprevedibili.

Mentre il primo The Outer Worlds era ambientato nella colonia di Halcyon, The Outer Worlds 2 si svolge nella ricca e isolata colonia di Arcadia. Il giocatore interpreta un agente al servizio della Direttorato Terrestre, un organismo amministrativo incaricato di mantenere i rapporti e la cooperazione tra la Terra e le sue colonie. Inviato su Arcadia per indagare sulle fratture nello spazio-tempo che hanno completamente isolato le colonie dal pianeta natale, il protagonista scopre un conflitto politico e industriale tra due grandi poteri: il Protettorato, un governo totalitario che detiene il monopolio sui viaggi a velocità superiori a quella della luce, e la Soluzioni della Zia, una nuova megacorporazione nata dalla fusione tra la casa farmaceutica Zia Cleo e il produttore di beni di consumo Soluzioni Spaziali.

Quest’ultima ha invaso Arcadia con l’obiettivo di sottrarre al Protettorato il controllo sulla tecnologia dei viaggi superluminali, con un piano ancora più ambizioso: utilizzare tale tecnologia per dominare le fratture spazio-temporali e, di conseguenza, controllare tutte le rotte commerciali tra le colonie. Al contempo noi scopriamo di essere stati traditi proprio durante una missione delicata contro il Protettorato e partiamo alla ricerca della traditrice, costruendo alleanze, compiendo tradimenti e scoprendo segreti.

Nel corso del gioco si farà la conoscenza di tante altre fazioni e ognuna di esse ha una propria ideologia, e le scelte del giocatore influenzano reputazione (c’è uno specifico sistema di reputazione per ogni singola fazione), alleanze e conseguenze politiche. Obsidian ha ripreso il miglior sistema di Fallout: New Vegas e lo ha reso ancora più ramificato. Il risultato? Un universo che reagisce davvero, dove nulla resta immutato. Ogni personaggio principale e secondario che si incontra ricorda le scelte e le risposte che vengono date durante i dialoghi (vi è proprio una stringa nei sottotitoli in cui viene informato il giocatore che quel personaggio sta ricordando la risposta) pertanto durante alcune missioni può capitare di ricevere inaspettati aiuti da chi avevamo aiutato in precedenza o attacchi massicci da chi avevamo tradito.

È un sistema che funziona molto bene e non diviene particolarmente invasivo permettendo, comunque, un’ampia manovra personale e autonoma. Però state attenti: anche un semplice furto in un accampamento, se scoperti, potrebbe modificare ogni cosa. Al riguardo c’è anche un sistema di taglie così che possiate decidere se pagare il debito o diventare un ricercato universale.

Mondi tutti da esplorare

Le nuove ambientazioni sono un mondo di contraddizioni. Vi sono colonie industriali sull’orlo del collasso, dove le megacorporazioni combattono guerre economiche e i coloni sopravvivono tra deserti tossici e città scintillanti. La struttura delle mappe è più aperta e verticale, con hub interconnessi e meno schermate di caricamento. Non è un open world in senso stretto, ma la libertà d’azione è tangibilmente superiore rispetto al passato con tante sezioni anche di platforming ben ottimizzate e inglobate.

Le ampie zone aperte sono un punto chiave di questo sequel e, attenzione, sebbene non sempre più grande non significa migliore, Obsidian ne era pienamente consapevole durante lo sviluppo. Per questo motivo, The Outer Worlds 2 pone l’accento sulla densità e premia i giocatori che si aggirano per le sue aree alla ricerca di storie secondarie e bottini. I punti di interesse in lontananza sono intenzionali e sono stati collocati per attirare i giocatori verso quei luoghi in modo da far scoprire loro missioni fuori dai sentieri battuti e si possono raggiungere anche tramite specifici viaggi rapidi.

È una meccanica interessante che premia l’esplorazione e non annoia il giocatore in continui movimenti dal punto A al punto B, ma anzi lo coinvolge facendogli osservare scorci meravigliosi di ogni pianeta. Inoltre vi è la possibilità di conoscere più o meno strambi NPC con cui poter parlare e con cui svolgere mini-quest dai risvolti non sempre positivi. Per esempio mi è capitato di incontrare un soldato in preda al panico che ci chiedeva di dargli una granata per sconfiggere dei nemici. Inizialmente non gliel’ho data invitandolo a darsi prima una calmata. Durante un altro giretto, l’ho rivisto, ci ho parlato, l’ho trovato più calmo e gli ho dato la granata. Inutile dire che dopo pochi secondi si è fatto esplodere.

Tecnologia e regia: l’Unreal Engine 5 si fa sentire

Dal punto di vista tecnico, il salto generazionale è evidente. L’Unreal Engine 5 dona nuova linfa visiva all’universo di The Outer Worlds 2: i riflessi, le ombre dinamiche e la densità degli ambienti conferiscono un senso di profondità e realismo inedito per la serie. Le città al neon pulsano di vita, i cieli alieni sembrano dipinti, e ogni texture ha una nitidezza che cattura lo sguardo. Il colpo d’occhio è veramente altissimo, ci sono mondi in cui ci si perde letteralmente nell’osservare ogni singolo dettaglio. Inoltre è presente il passaggio dal giorno alla notte e questo porta alcuni mondi a cambiare totalmente sia vita sia aspetto. Per esempio alcuni cristalli iniziano a illuminarsi rendendo un paesaggio giornaliero vuoto e triste, un agglomerato di luci meraviglioso di notte. E cambiano anche la fauna e gli NPC che si aggirano per il mondo di gioco.

La durata di The Outer Worlds 2, solo per quanto riguarda le missioni principali, si attesta intorno alle stesse ore del suo predecessore, infatti siamo sulle 30 ore circa. Con tutte le missioni secondarie e la ricerca dei collezionabili si superano abbondantemente le 60 ore. Durante le prove effettuate su PlayStation 5 le performance si sono mantenute stabili, segno che il motore regge bene anche nelle situazioni più complesse. Non abbiamo riscontrato bug degni di nota, né bug grafici particolari. Con un gioco così vasto, però, non sono mancati qualche fastidioso glitch sonoro durante gli scontri, qualche icona di attenzione dei nemici che rimaneva anche quando questi erano stati abbattuti, ma anche qualcosa di più importante, tuttavia per fortuna sporadico, tipo trigger bloccati o salvataggi automatici capricciosi risolti con un riavvio del gioco.

Dal punto di vista del comparto sonoro tutto è curato nei minimi dettagli: dal rumore dei passi che varia a seconda del tipo di terreno, al rumore dei nemici differente per armatura e stazza. Sono anche presenti delle specifiche stazioni radiofoniche che diffondono notizie, informazioni utili, canzoni e addirittura ulteriori missioni di salvataggio o di recupero oggetti. Di notevole impatto anche il doppiaggio in inglese: ogni personaggio con cui possiamo interagire presenta un doppiaggio e a volte ci sono NPC che parlano tra di loro e noi possiamo stare ad origliare informazioni utili. Non sempre l’espressività dei personaggi è coerente con il parlato, ma quest’ultimo è di altissimo livello.

Conclusioni

The Outer Worlds 2 non è un sequel rivoluzionario, ma nonostante ciò le varie migliorie e novità apportate lo rendono un seguito più ambizioso, più consapevole e più maturo. Si spara meglio, è scritto decisamente meglio e si dialoga con più intelligenza e libertà. Le imperfezioni, dall’IA incerta al corpo a corpo un po’ legnoso, non offuscano il quadro generale, che resta quello di un GDR fortemente identitario e capace di unire ironia e profondità morale come pochi altri. Obsidian ci consegna, quindi, uno dei giochi di ruolo più importanti del 2025, un titolo capace di far convivere sparatorie elettrizzanti e dialoghi che ti fanno davvero riflettere. Vedremo in che modo decideranno di mantenere vivo l’universo di Arcadia tra DLC e aggiunte.

The Outer Worlds 2 sarà disponibile dal 29 ottobre per PlayStation 5, Xbox Series X/S, Microsoft Windows

The Outer Worlds 2
The Outer Worlds 2 – La Recensione
Pro
Scrittura, narrativa e dialoghi di altissimo livello
Sistema di gioco più profondo e incredibilmente personalizzabile
Evoluzione tecnica e direzione artistica straordinaria
Contro
Combattimento corpo a corpo ancora debole
Intelligenza artificiale altalenante
8.5
Voto