The Precinct – La Recensione

The Precinct

The Precinct è un open-world poliziesco caotico e divertente, con buona trama e dinamiche intriganti, ma penalizzato da doppiaggio debole, IA limitata e poca vitalità cittadina.

Tutti, o quasi, siamo in trepidante attesa del nuovo capitolo di casa Rockstar Games, ma con il rinvio di Grand Theft Auto VI al 2026, molti appassionati del genere si sono ritrovati a dover ricercare una valida alternativa in grado di colmare, almeno temporaneamente, il dolore per questo ulteriore rinvio. Una delle principali sorprese, nonostante anch’esso abbia ricevuto vari rinvii, è stata The Precinct, un titolo open-world sviluppato da Fallen Tree Games Ltd. e ambientato in una città fortemente influenzata dalla criminalità. Noi vestiremo i panni di un giovane agente della polizia impegnato a districarsi tra le vie di una Averno City dall’estetica neo-noir. Tra situazioni assurde e grande libertà d’azione, The Precinct regala un’esperienza caotica e divertente, a tratti surreale, ma con qualche difetto di troppo.

Versione testata: PlayStation 5

The Precinct: la trama inaspettatamente articolata

Il gioco è ambientato nel 1983 e vede come protagonista Nick Cordell Jr., un giovane agente appena uscito dall’accademia di polizia e assegnato al dipartimento della città di Averno City. Nick, oltre alla passione, è motivato da una missione personale: scoprire cosa si cela dietro la morte del padre, anch’egli un abile poliziotto caduto in servizio per cause misteriose. Affiancato dal veterano Kelly, prossimo alla pensione, il giovane Cordell si ritrova fin da subito coinvolto in un’indagine su due gang rivali che controllano l’intera città.

The Precinct

La narrazione è semplice, ma ben costruita e la nebbia si dipana man mano che si prosegue con le normali attività di pattuglia. Quest’ultime, infatti, consentono di raccogliere prove così da sbloccare missioni principali. Un’aggiunta interessante è la presenza di una sottotrama legata a un terribile serial killer. Si conclude in un modo un po’ affrettato e poco incisivo, ma l’intera linea narrativa offre varietà nelle indagini e introduce dinamiche investigative originali e intriganti. The Precinct non dura molto, ci si attesta infatti intorno alle 14 ore per completare tutto, ma è una durata ben equilibrata al tono e agli argomenti della storia.

Ciò che un po’ stona e che spezza il ritmo della narrazione, purtroppo, è il comparto vocale. In generale, infatti, proprio il sonoro è uno degli elementi più deboli di The Precinct, ma in questo caso ci soffermiamo sul doppiaggio. I ritratti statici dei personaggi e i dialoghi a turni con pause forzate e innaturali, rendono le conversazioni artificiose e a tratti fastidiose. Le battute divertenti vengono spesso seguite da risate o risposte posticce e mal sincronizzate. Alcune voci tendono anche a gracchiare e il volume non è sempre bilanciato con voci che risultano più alte di altre. Non tutto il cast vocale è da bocciare, tuttavia il livello generale è altalenante e penalizza anche le sequenze narrative ben scritte.

La dura vita della legge

The Precinct non nasce come un simulatore di polizia, ma ne imita alcuni aspetti e lo fa anche ottimamente. Ogni giornata è scandita da turni in cui bisogna scegliere che tipo di interventi svolgere: si va dalle semplici multe per eccesso di velocità o addirittura per grafitaggio, alle rapine, furti e aggressioni, fino agli arresti per guida in stato d’ebrezza che potrebbero trasformarsi in dinamici e pericolosi inseguimenti. Il tutto si può scoprire effettuando pattugliamenti a piedi o in volante. Non sono scelte fisse e immutabili, perché in realtà si può reagire a qualsiasi crimine anche se non rientra nelle attività previste per quel turno, però permettono di gestire le giornate con più dinamismo e realismo, cercando di essere più o meno coerenti con le proprie scelte. Si guadagnano punti esperienza per qualsiasi crimine risolto, indipendentemente dalla missione assegnata e proprio questo aspetto, in alcuni frangenti, rende le scelte poco incisive e riduce il coinvolgimento strategico.

The Precinct

I crimini si attivano dinamicamente e può capitare di notarli semplicemente girovagando per strada. Può, infatti, capitare di vedere qualcuno che scippa un ignaro passante o una sparatoria, a quel punto intervenire diviene un obbligo morale e lavorativo. Una volta intervenuti, poi, si può immobilizzare il sospetto con armi letali o non letali, per poi perquisirlo e impuntargli i reati osservati. Il protagonista possiede un taccuino che può essere consultato in ogni momento e, come se fosse un piccolo vademecum, aiuta a comprendere come comportarsi davanti a ogni infrazione.

Questo sistema è uno degli aspetti più riusciti del gioco perché offre un buon equilibrio tra azione arcade e simulazione. Purtroppo, però, dal punto di vista della lotta al crimine principale, ovvero alle gang che controllano Averno City, queste si distinguono solo per il colore dei vestiti: rosso o viola. Un po’ come accadeva ai tempi di Grand Theft Auto: San Andreas con le celebri gang che invadevano ogni angolo di Los Santos, Las Venturas e San Fierro, anche in questo caso le differenze sono minime e poco evidenti, solo che essendo nel 2025 risulta un’occasione mancata per diversificare un po’ il gameplay. Sarebbe stato divertente, infatti, modificare gli approcci a seconda della gang contro cui scontarsi.

The Precinct

L’imprevedibilità di The Precinct, invece, sta proprio nel caos urbano e nella dinamicità di esso. La città è viva, pullula di persone e automobili. Come accade anche nella realtà, un semplice controllo a campione può trasformarsi in un inseguimento ad alta velocità se il sospetto fugge e questo è il bello del Crime Generation System. Non è detto che questo possa essere effettuato con l’auto della polizia, a volte tocca rubare o prendere un’auto civile per poter compiere l’inseguimento d’urgenza. È proprio qui che interviene l’ottimo supporto radio con cui poter richiedere rinforzi, studiare tattiche di contenimento e richiedere interventi mitigativi come posti di blocco con strisce chiodate.

Ma cosa succede se compiamo dei danni? Purtroppo in questo The Precinct è poco preciso e coerente. L’eccesso di violenza causa penalizzazioni nette, ma solo se si prendono decisioni folli come sparare volontariamente a colleghi, passanti o criminali che si sono palesemente arresi. Se invece durante un inseguimento si investono pedoni, si creano danni alle altre vetture o si applica troppa forza durante un normale controllo come con un arresto non necessario, la pena si limita a un piccolo malus e un rimprovero formale. Certo, investire i pedoni è pressoché impossibile visto che la loro IA è strutturata per tuffarsi fulmineamente e scappare dal pericolo, ma qualora riusciste a prenderli in stile Acchiappa la Talpa, tranquilli, non vi succederà nulla.

Sistema di guida confuso, ma divertente

Gli agenti di Averno City si fanno subito riconoscere per la loro grande audacia e follia. Derapate, inseguimenti a tutta velocità e arresti a suon di tamponamenti, sembra di essere in Fast & Furious o Need for Speed, ma è la parte più spettacolare di The Precinct. Il gioco, infatti, regala questi momenti esilaranti e totalmente imprevedibili che fanno da ottimo contrappunto all’atmosfera da thriller che, se gestita male, poteva risultare monotona e noiosa.

The Precinct

Quando siamo noi alla guida, però, non è semplice e anzi nelle fasi iniziali risulta complesso e frustrante. Le auto accelerano rapidamente, ci sono parecchie curve, strade strette, traffico e la visuale isometrica dall’alto non sempre aiuta. La fisica arcade permette di distruggere elementi ambientali come recinzioni e pali della luce creando danni lievi ai veicoli, tuttavia con il tempo si sboccano veicoli più resistenti e performanti che rendono gli inseguimenti ancora più emozionanti e cinematografici.

Inseguire i criminali esperti non è assolutamente semplice. La loro IA di guida è perfetta, non sbagliano mai un colpo, mentre il nostro personaggio ha una lentezza naturale nei movimenti. Come detto poco sopra, giocando si blocca l’opportunità di rubare un’auto civile per compiere inseguimenti in caso di urgente necessità, ma in questo caso i tempi di reazione rendono difficile recupere terreno verso un criminale ampiamente in fuga.

Comparto tecnico tra bellezza e vuotezza

The Precinct spicca per la sua inusuale e retrò visuale isometrica dall’alto. Sebbene possa sembrare un po’ anacronistica, in realtà è proprio un punto di forza per originalità e bellezza realizzativa. Averno City è affascinante, piena di neon e giochi di luce, con meravigliosi riflessi tra le pozzanghere della pioggia e scorci davvero suggestivi anche nei quartieri più malfamati. Ogni distretto ha un’identica visiva distinta e questo aiuta a comprendere anche i diversi tipi di crimini che potrebbero accadere.

Purtroppo, però, la città manca di vitalità. Nonostante quanto detto poco sopra, ovvero che la città è ricca di auto e persone che girovagano, ciò che manca è proprio l’energia e il realismo. Gli NPC si muovono in maniera ridondante e innaturale, spesso in gruppi omogenei che compiono le stesse azioni. Anche gli edifici appaiono vuoti e privi di interazione, e gli unici che spiccano sono quei pochi che, per necessità di gameplay e di storia, si possono visitare anche al loro interno. Ciononostante, anche in quest’ultimi casi, la vitalità interna è pressoché inesistente.

The Precinct

Insomma gli NPC sono studiati per attivarsi solo quando c’è qualche trigger ben preciso, ma in tutto ciò non aiuta nemmeno il comparto audio. Se il doppiaggio è impreciso, in questo caso possiamo parlare di mancanza vera e propria di suoni ambientali. Non ci sono dialoghi dei passanti (questi sono ridotti a dei balloon testuali), non ci sono rumori urbani, ci sono solo rumori di passi, motori, al massimo suoni da ufficio generici, sirene e piccoli suoni inerenti alle azioni che vengono compiute. Questa assenza mina l’immersione e rende il mondo meno credibile. Le musiche di sottofondo a loro volta sono poche e ripetitive. Tecnicamente, comunque, il gioco è solido dal punto di vista del frame rate, tuttavia non è esente da bug e glitch anche se fortunatamente sporadici. Il sistema di shooting, purtroppo, è da rivedere poiché legnoso e poco appagante.

The Precinct

Non ci sono, poi, feature particolari usando il Dualsense di PlayStation 5 e, curiosità negativa per noi italiani, sono presenti numerose lingue, perfino il polacco per quanto riguarda i testi scritti, ma niente italiano. Il doppiaggio sonoro, invece, è solo in inglese.

Conclusioni

In conclusione The Precinct è un gioco che ha tanto potenziale e diversi spunti riusciti. Il mix tra gestione, azione e follia urbana lo rende originale e divertente. Tuttavia, alcune meccaniche poco approfondite e una città che appare più come un set scenico che un ecosistema vivo lo trattengono dal diventare un vero cult. Ci sono tanti più o meno piccoli problemi che minano l’esperienza generale del titolo, ma se amate l’imprevedibilità e cercate un sostituto temporaneo di GTA, questo titolo saprà sicuramente intrattenervi per diverse ore.

The Precinct è disponibile su PlayStation 5, Xbox Series X/S e PC Microsoft Windows

The Precinct
The Precinct
Pro
Storia semplice, ma intrattenente e ben articolata
Gestione del crimine e varietà di approcci
Inseguimenti divertenti e frenetici
Visivamente Averno City è splendida...
Contro
...ma manca di vitalità
Comparto audio da rivedere totalmente
Shooting poco soddisfacente
Movimenti legnosi e lenti rispetto a una IA improntata sulla perfezione
7
Voto