Trails in the Sky 1st Chapter – La Recensione

Trails in the Sky

Il remake di The Legend of Heroes: Trails in the Sky è pronto a farvi rivivere un classico del genere JRPG.

Solitamente, quando una serie si articola in più capitoli nel corso degli anni, per i nuovi giocatori diventa complesso trovare un punto d’ingresso senza percepire il peso di trame ramificate e di eventi pregressi che si trascinano da un episodio all’altro, scoraggiando anche i più volenterosi. In questi casi, reboot, remastered e remake rappresentano un valido supporto che va a colmare i vuoti narrativi e offrono la possibilità di recuperare titoli altrimenti inaccessibili.
Ed è questo il caso Trails in the Sky 1st Chapter, remake di The Legend of Heroes: Trails in the Sky che in questo adattamento, che arriva a 21 anni dall’uscita originale, abbandona volutamente la prima parte del titolo che lo ricollega alla serie principale per risultare più appetibile al nuovo pubblico.

Disponibile da oggi, 19 settembre, su Nintendo Switch, Nintendo Switch 2, PlayStation 5 e PC, scopriamo insieme il remake di uno dei classici del genere JRPG.

Estelle e Joshua, due fratelli adottivi legati da un profondo affetto, sono pronti ad affrontare l’esame che consentirà loro di entrare nei Bracer, la gilda incaricata di supportare la popolazione nelle richieste più disparate. Decisi a seguire le orme di Cassius, padre dei due ragazzi, riescono a superare l’ultima prova, iniziando a muovere i primi passi come membri ufficiali, animati dal desiderio di crescere rapidamente nei ranghi dell’associazione.
La loro vita scorre senza intoppi fino a quando Cassius riceve una lettera improvvisa dalla capitale, nella quale la sua presenza è richiesta a palazzo, costringendolo a una partenza repentina. Ma ben presto giunge al villaggio la notizia che il mezzo su cui si trovava Cassius è stato preso d’assalto e di lui si sono perse le tracce.
Determinati a scoprire la verità, Estelle e Joshua, accompagnati dalla loro mentore Scherazard, si mettono in viaggio. Ciò che li attende, però, va ben oltre la semplice ricerca del padre scomparso, aprendo le porte a un’avventura che segnerà per sempre le loro vite.

Trails in the Sky

Come un buon vino che migliora nel tempo, anche la storia di Trails in the Sky 1st Chapter supera la prova di resistenza, risultando ancora fresca e godibile come in passato, nonostante i 20 anni sulle spalle. Il tutto grazie a un’ottima scrittura dei personaggi, in un racconto “coming of age” che fa proprio dei suoi protagonisti e della loro crescita il punto cardine della storia. Una trasformazione che poi continuerà nei prossimi capitoli, una caratteristica da sempre riconoscibile nei giochi Falcom e che negli anni ha favorito a cementare nei fan l’interesse e l’amore per i loro giochi.

Trails in the Sky 1st Chapter gode di un cast ben coeso e affiatato, la cui chimica sta nelle battute e nei siparietti che si creano nei momenti meno tesi dell’avventura, come il rapporto fra Scherazard e le sue pessime abitudini con l’alcol o l’ingresso nel party di Oliver, una delle prime aggiunte che incontrerete nell’avventura, personaggio dalla sessualità ambigua e dal modo di fare estremamente goliardico. Anche il worldbuilding di Trails in the Sky 1st Chapter contribuisce a definire quella che è la storia di un mondo pronto a rinunciare alla pace per entrare nuovamente in conflitto, dilaniato dalla sete di potere e dagli interessi economici per il Septium, un potente minerale alla base dello sviluppo economico, industriale e militare di questa società.

Trails in the Sky

Anche rispetto ai successivi capitoli della serie The Legend of Heroes, Trails in the Sky è quello che mantiene forse una dimensionalità più intima nel racconto, concentrandosi maggiormente sui personaggi per creare un legame tangibile fra il giocatore e storia, cosa che non troppi JRPG riescono a permettersi.
Per quanto riguarda l’intreccio narrativo, questo remake si propone come un’opera piuttosto conservativa, senza stravolgimenti o reinterpretazioni di sorta che vadano a modificare gli equilibri di un racconto che ancora oggi funziona alla grande.

Le modifiche più impattanti al gioco sono state fatte lato gameplay, che, come vedremo a breve, abbandona il sistema di combattimento originale per una formula più vicina a quella degli ultimi giochi della serie.
Trails in the Sky 1st Chapter propone un sistema di combattimento ibrido, sfruttando un impianto da action-RPG che, a seconda della situazione, può portarci ad attivare un sistema più classico a turni, in maniera non troppo dissimile a quanto visto in The Legend of Heroes: Trails Through Daybreak (o fuori dalla serie con Metaphor: ReFantazio).

Trails in the Sky

Potremo quindi attaccare i nemici che incontreremo tramite la Quick Battle, sfruttando un attacco rapido per imbastire semplici combo che ci permetteranno di caricare la barra del Craft Attack, un colpo decisamente più potente e in grado di sbilanciare i nemici, bloccandoli. Eseguendo poi una schivata perfetta andremo a ricaricare le due barre della Craft Art, consentendoci di utilizzarla più volte nel corso dello scontro. Da qua, potremo entrare nella stance classica a turni, così da sfruttare il pieno potenziale del nostro party. Se da un lato la Quick Battle risulta ottima per sconfiggere i nemici comuni, specie se il nostro livello è più alto rispetto al loro, la modalità Command Battle ci dà accesso a un ventaglio maggiore di opzioni di combattimento.

Qua avremo una timeline che scandisce l’ordine di attacco dei personaggi e, una volta che sarà il nostro turno, potremo muoverci liberamente nell’area di lotta, posizionandoci in modo strategico rispetto ai nemici, sia per evitare i loro attacchi, sia per colpirli da dietro ottenendo così un vantaggio in termini di danno. Fra attacchi normali e abilità (che consumano l’equivalente del mana per essere attivate), le Arti rappresentano uno degli elementi strategici del gioco e parte principale della personalizzazione dei vari membri del party.
Equipaggiabili attraverso gli Orbmet, dei dispositivi in grado di sfruttare l’energia degli Sceptium, ci troviamo di fronte a una sorta di sistema di upgrade simile alle Materia di Final Fantasy VII, dove ogni Quarzo di Sceptium permette di migliorare i parametri e le statistiche del personaggio sul quale vengono equipaggiati, consentendogli al tempo stesso di accedere a nuove abilità in base al livello del quarzo utilizzato. Nel tempo è possibile poi migliorare gli Orbmet aggiungendo nuovi slot per ospitare un maggior numero di quarzi, che a loro volta daranno accesso a più arti usabili.
Il combat system si arricchisce poi con attacchi di gruppo e follow up, ulteriori azioni che offrono al giocatore la possibilità di ottimizzare i danni in battaglia creando reazioni fra più personaggi, così come l’Overdrive, che offrirà un incremento momentaneo delle statistiche di quel personaggio con conseguente aumento di danni.

Trails in the Sky

Il remake aggiunge anche diverse migliorie sulla qualità della vita, come l’introduzione della “High-Speed Mode”, che permette di velocizzare all’inverosimile il gameplay di gioco, non solo in battaglia aumentando il ritmo degli scontri, ma anche durante l’esplorazione, così da muoverci più rapidamente fra una zona all’altra.
L’esplorazione diventa ancora più snella che in passato, grazie non solo a un pratico sistema di checkpoint che permette di attivare un utilissimo fast travel per muoversi velocemente da una zona all’altra, ma anche a tutta una serie di indicatori su mappa per non perdersi le attività da fare oltre alla quest principale, come le missioni secondarie da Bracer o gli eventi.

Nonostante tutte le migliorie apportate in questo remake, che rendono la vita del giocatore più leggera, Trails in the Sky 1st Chapter rimane un titolo strettamente legato a certe dinamiche di grinding delle battaglie, sia per incrementare il livello dei personaggi, sia per l’ottenimento dei frammenti di Sceptium per tutte le operazioni legate alla creazione di nuovi quarzi o nuovi materiali per potenziare gli equip. Ecco quindi che i vari quality of life vengono in aiuto per addolcire questo aspetto quasi fondamentale del gioco, che, se trascurato, vi porterà a inevitabili blocchi già durante le prime boss fight, che rispetto agli scontri normali richiedono al giocatore strategie precise e una giusta preparazione per essere battuti.

Trails in the Sky

Altro aspetto su cui questo remake punta molto e ci ha lasciati piacevolmente stupiti è il suo comparto tecnico. Seguendo lo sviluppo dei precedenti titoli di Falcom, Trails in the Sky 1st Chapter è sicuramente il titolo migliore mai prodotto dalla software house giapponese, che finalmente esce da quella zona di mediocrità nella quale sguazzavano le precedenti produzioni, che spesso sembravano indietro di almeno un paio di generazioni rispetto alla loro reale pubblicazione. Questo remake celebra in tutto e per tutto il primo capitolo di Trails in the Sky, con un ottimo uso del cel-shading che riesce a dipingere personaggi molto più espressivi e dettagliati grazie a shader più convincenti che in passato. Anche le ambientazioni, per quanto siamo distanti anni luce da un’evoluzione alla stregua di Final Fantasy VII Remake, risultano più convincenti, specialmente nei dettagli o nelle texture più definite. Merito forse di un’illuminazione più curata, che riesce a ricreare quella sensazione “solare” che trasmetteva il gioco originale, ricreando in questa nuova veste tutte le ambientazioni del passato. Ci sono anche un paio di opzioni grafiche selezionabili, una pensata per far girare il gioco in 4K a 60 fps, mentre la seconda abbassa la risoluzione a 1080p, permettendo di sfruttare (a patto che il vostro monitor lo permetta) i 120fps.

Trails in the Sky

Trails in the Sky 1st Chapter vanta un nuovo doppiaggio, sia in inglese che in giapponese, per gran parte dei dialoghi, lasciando “mute” sub quest ed eventi secondari. Anche la traduzione è stata rivista, con un nuovo adattamento che si pone l’accortezza di essere più fedele al materiale d’origine, e un esempio lampante lo abbiamo proprio con l’arrivo in scena di Oliver e delle differenti scelte di adattamento rispetto al capitolo del 2004. Traduzione però non presente in italiano, obbligando la scelta al sempre presente inglese.
Nuovi arrangiamenti invece li troviamo per le musiche storiche del gioco, che vengono aggiornate anche queste per meglio adattarsi al tenore del remake, mantenendone intatto il valore degli originali, vere e proprie icone del genere.

Trails in the Sky 1st Chapter si presenta come un remake riuscitissimo sotto ogni punto di vista, capace di prendere il materiale originale e riproporlo in una nuova versione targata 2025. Dal gameplay alla grafica, passando per il comparto sonoro, ogni elemento è stato riadattato e modernizzato, rendendo l’esperienza più appetibile al grande pubblico e, al tempo stesso, offrendo ai fan storici di The Legend of Heroes l’occasione di riscoprire uno dei capitoli più belli e più iconici della serie, con una storia che ha retto alla prova del tempo e che ancora oggi riesce a fare scuola dal punto di vista della scrittura e del world building.
Per questo non possiamo che consigliare di recuperare Trails in the Sky 1st Chapter, non solo uno dei migliori JRPG dell’anno, ma uno dei più significativi del suo genere.
E, senza rovinarvi troppo la sorpresa, possiamo anticipare che i lavori sul secondo capitolo sono già in corso, un motivo in più quindi per non lasciarsi sfuggire questo gradito ritorno, augurandoci che Falcom scelga di adottare questa stessa base di qualità per i prossimi titoli della serie.

Trails in the Sky 1st Chapter è disponibile su Nintendo Switch, Nintendo Switch 2, PlayStation 5 e PC.

Trails in the Sky
Trails in the Sky 1st Chapter – La Recensione
Pro
Ottimo remake di una perla JRPG del passato.
Gameplay ibrido totalmente rinnovato.
Tecnicamente il miglior gioco di Falcom mai fatto.
Contro
Italiano assente come da prassi.
Nessuna aggiunta extra alla storia originale.
Ad alti livelli il Quick Combat è meno incisivo rispetto a quello manuale.
9
Voto