Ispirato alla “golden age” degli strategici a turni, Triangle Strategy è qua!
Trovarsi a scrivere di un gioco che tratta della guerra, in un periodo storico come questo non è affatto semplice, ma cercheremo di farlo tenendo bene a mente che nonostante i temi trattati, per quanto verosimili in alcuni frangenti, Triangle Strategy è un prodotto di intrattenimento e in quanto tale si discosta dalla realtà dei fatti.
Sebbene il gioco sia arrivato sulle nostre console con un tempismo a tratti ironico, Triangle Strategy ha il compito di rispolverare il genere dei giochi di ruolo tattici a turni. Genere che alla fine degli anni ’90 fece il boom, consegnando alla storia classici come Final Fantasy Tactics, Ogre Battle o Fire Emblem, di cui solo quest’ultimo sopravvissuto alla prova tempo.
E dopo l’ottimo esperimento con Octopath Traveler, il duo Tomoya Asano e Masashi Takahashi torna a produrre, in collaborazione con Artdink, un nuovo JRPG della “serie” HD-2D, questa volta rispolverando i fasti della golden age degli strategici a turni.
Triangle Strategy racconta la storia del continente di Nortelia, un luogo dove la pace dei tre regni che la governano rischia di rompersi definitivamente a causa dei fragili equilibri e le faide centenarie che da sempre ostacolano il quieto vivere.
Ferro. Sale. Commercio. Sono le tre punte del triangolo economico di Nortelia, ed ogni regno detiene il possesso di una di queste ricchezze, creando negli avversari invidia e quel senso di impotenza che mal si sposa con le ambizioni di potere.
La storia di Triangle Strategy si apre su Serenoa, il futuro regnante di Wolfhort e Frederica, sua promessa sposa e discendente del casato di Aesglast, alle porte del loro matrimonio, un’unione spinta da interessi economici a riconferma del buon rapporto fra i due regni. Purtroppo però la pace a Nortelia è destinata a finire quando l’imperatore di Aesglast decide di attaccare il regno di Glenbrook, accusandolo di aver tradito la loro fiducia e tramato alle loro spalle per impossessarsi interamente di un nuovo filone di ferro, che secondo le trattative sarebbe dovuto essere spartito equamente. Fra intrighi e tradimenti, con l’uccisione del regnante di Glenbrook inizierà un periodo nero per Nortelia e i suoi abitanti.
Ma sarà proprio l’intervento di Serenoa e Frederica a rivoluzionare le sorti della storia.
Infatti una delle caratteristiche chiave di Triangle Strategy riguarda l’impatto che avranno le decisioni che saremo chiamati a prendere nel corso dell’avventura e che dirotteranno gli eventi verso molteplici epiloghi.
Questo comporterà che ci troveremo a visitare location diverse, o incontrare e arruolare determinati alleati in base a cosa sceglieremo di fare e a loro volta alcuni personaggi usciranno di scena a causa della piega che prenderà il racconto. E il tutto sarà determinato da come decideremo di comportarci nel corso del gioco affidandoci in più di un’occasione alla Bilancia Risolutrice. Questo strumento di giustizia verrà usato per prendere decisioni “democratiche” sentendo l’opinione dei propri compagni su un determinato argomento e tentando di influenzare le loro convinzioni, portandoli dalla nostra parte e votare a nostro favore. Si aprirà quindi una fase interattiva dove conversare con i vari personaggi, e alcune scelte di persuasione saranno disponibili solamente se raccolte le giuste informazioni dai NPC o assistendo ad eventi secondari.
La presenza di più “route” narrative è sicuramente un incentivo alla rigiocabilità, spinti dalla curiosità di percorrere tutte le varie linee narrative ed avere una visione più chiara di tutta la storia e dei suoi personaggi. A livello di bilanciamento fra narrazione e gameplay, questa verte maggiormente verso la prima, dando l’impressione che il tutto si svolga con una certa lentezza, data la necessità di dover dare il dovuto spazio a tutti i protagonisti di questa grande avventura corale, dove l’unico rischio è che non tutti riescano a guadagnarselo finendo per rimanere fuori dalla luce dei riflettori.
Come potete immaginare, avendo più strade da percorrere la durata di Triangle Strategy si preannuncia abbastanza generosa, con una prima run che tranquillamente raggiungerà e supererà le 40 ore, o qualcosa di più in base a quanto tempo dedicherete ad eventi secondari o al potenziamento delle unità (argomento che affronteremo a breve), per aumentare ulteriormente nel ripercorrere i nostri passi nel caso vogliate seguire un nuovo finale o magari puntare al true ending del gioco.
Parlando del gameplay, Triangle Strategy si sviluppa intorno a meccaniche abbastanza classiche per il genere degli strategici a turni.
Chi sperava in un erede spirituale di Final Fantasy Tactics forse dovrà rivedere le sue aspettative, senza però che questo sia necessariamente un male. Rispetto al classico Square Enix, in Triangle Strategy ogni unità avrà una sua classe predefinita, e al netto di promozioni che ne miglioreranno statistiche e aumenteranno il parco mosse, non sarà possibile cambiarne il tipo, a mo’ di “job system”. Questo però assume un retrogusto più strategico, trasformando gli stage che affronterete in una sorta di “puzzle” da risolvere schierando in battaglia le giuste “pedine” in grado di contrastare le unità avversarie.
Come in ogni strategico a turni, il posizionamento dei vari membri del party è il primo passo verso la vittoria. Non solo schierarsi in posizioni di vantaggio sulla griglia del campo, come rialzi o alle spalle dei nemici influenzerà le percentuali d’attacco ed evasione (in fase di difesa) o danni maggiori, ma anche la vicinanza ai compagni di squadra permetterà di eseguire attacchi in sequenza che prosciugheranno la barra della salute degli avversari. Bisognerà poi prestare attenzione all’area di gioco, sfruttando con furbizia gli effetti del terreno, caselle malus che possono applicare effetti negativi e danni alle unità che si trovano li sopra.
Fortunatamente Triangle Strategy offre tutti gli strumenti perfetti per affrontare la battaglia al meglio, a partire dalla panoramica dell’area di gioco, al sistema di riquadri e linee, che ci fornisce tutta l’infografica per capire raggio d’azione di allearti e nemici, fino alla modalità simulazione, che ci darà un’idea degli effetti dei nostri attacchi e valutare al meglio la strategia migliore da impiegare.
Ad ogni turno le azioni eseguite saranno ripagate con dei punti esperienza, che consentiranno al personaggio in uso di livellare ed ottenere nuove abilità. Così facendo sarete quasi “costretti” a non sprecare il turno a vuoto ma di compiere anche azioni di potenziamento e cura pur di portarsi a casa qualche punto.
Ogni unità poi disporrà di alcuni punti abilità che potranno essere impiegati per usare le skill di classe, e si ricaricheranno nel corso della battaglia permettendo di utilizzarle nuovamente una volta raggiunto il quantitativo necessario.
Per quanto riguarda le classi, le unità dispongono di 3 livelli, distinti fra iniziale, avanzata ed élite. Se quella iniziale si spiega da sola, le altre permetteranno al personaggio di avanzare di rango migliorando le statistiche, ed accedendo a nuove abilità, decisamente più potenti e distruttive. Per poter fare il salto di qualità non solo dovrete raggiungere un determinato livello, ma essere anche in possesso della medaglia richiesta.
Nel corso della storia poi sarà possibile accedere all’accampamento, una sorta di “hub” che ci permetterà di partecipare alle Battaglie Immaginarie, una serie di stage da affrontare per livellare la squadra, in particolar modo utile nel caso si voglia potenziare le unità che solitamente non vengono schierate in campo. Sempre qua potremo acquistare dal mercante oggetti da impiegare in battaglia, come cure e rimedi ad alterazioni di status, o accessori da affibbiare alle nostre unità che ne miglioreranno le statistiche, o ancora scambiare i punti encomio ottenuti eseguendo alcune azioni specifiche durante gli scontri con le Carte Vincenti, degli ordini speciali da impiegare in battaglia, in quantità limitate, e che nell’economia della lotta possono rivelarsi fondamentali per ribaltare situazioni di svantaggio.
Non sarà invece possibile toccare gli equipaggiamenti della squadra, ma potremo intervenire migliorando quello esistente tramite la forgia, migliorando grado e abilità, come ad esempio la potenza dell’arma stessa, i punti vita e difesa dell’unità, o aumentando i danni delle magie, in caso di maghi o la precisione per gli arcieri, andando a compensare un po’ l’assenza di libertà sul fronte della personalizzazione offerta da altre serie strategiche.
A livello di difficoltà, affrontando l’avventura selezionando quello standard, Triangle Strategy offre un buon grado di sfida, stimolante al punto giusto e capace di di spronarvi a sperimentare le strategie migliori per portarsi a casa la vittoria.
L’unica vera ombra di questo sistema di combattimento lo ritroviamo nella gestione dei punti esperienza legato alle azioni realmente effettuate, che rischia di avvantaggiare le unità di supporto rispetto a quelle basate sul semplice attacco ravvicinato, obbligandoci nel caso a ricorrere più spesso del dovuto alle battaglie immaginarie per pareggiare il livello della squadra senza lasciare nessuno indietro.
La semplicità del gameplay poi favorisce l’immediatezza dell’azione, aprendosi anche a quei giocatori che di solito evitano questi strategici a turni come la peste, dimostrandosi un titolo con una curva d’apprendimento abbastanza dolce ma capace di regalare soddisfazioni nelle fasi più avanzate.
Quello che salta subito all’occhio vedendo Triangle Strategy è il suo comparto grafico, fiore all’occhiello delle nuove produzioni Square Enix HD-2D.
Qua è possibile notare un’enorme passo avanti fatto rispetto ad Octopath Traveler in termini di resa visiva, sebbene il gioco sia strutturato diversamente a causa della sua natura da strategico a turni. Ogni ambientazione di gioco è ottimamente dettagliata ed impreziosita da giochi di luce e di profondità, creando quell’effetto “tilt shift” che da l’impressione di guardare un diorama in miniatura. Il tutto condito da una direzione artistica di altissimo livello, un vero e proprio splendore per gli occhi.
Come nel più classico degli strategici viene utilizzata la visuale isometrica, e se nelle fasi narrative non sarà possibile interagire con l’ambiente, in quelle esplorative e durante le battaglie potremo agire direttamente sulla telecamera per poter ammirare meglio le ambientazioni, e sul campo avere una visuale migliore sulle azioni da compiere sulla griglia.
Non convincono troppo invece le “idle animation” dei vari personaggi in attesa del loro turno, con un rame rate che sembra quasi scattare rispetto alla normale fluidità del gioco. E sempre sul lato fluidità in alcune delle mappe più complesse il motore di gioco si concederà qualche “scatto” di troppo ma nulla che influisca minimamente nel gameplay.
Il gioco si comporta poi ottimamente sia docked che in portatile, rendendolo un titolo perfetto anche da giocare in mobilità, anche se, proprio in handheld la visuale di gioco tende ad essere di difficile lettura nelle situazioni più concitate, come ad esempio distinguere alleati e nemici. ma come detto in precedenza, basterà agire sulla camera virtuale per adattare la visuale alle nostre esigenze.
Anche la colonna sonora non tradisce le aspettative e ci offre un emozionate accompagnamento musicale che sa quando toccare le giuste corde emotive. Per la questione doppiaggio e adattamento invece bisogna dire che i testi in italiano si sposano meglio con il voice over originale giapponese, mentre il dub inglese, e a loro volta i testi, sembra prendersi qualche libertà narrativa in più, facendo preferire la combinazione ita/jap rispetto all’altra.
Triangle Strategy mantiene alte le aspettative. Non sarà l’erede spirituale di Final Fantasy Tactics come molti speravano, ma nella sua classicità stilistica riesce a dimostrarsi un ottimo strategico a turni, con una storia raccontata divinamente e un gameplay semplice ma diretto. C’è qualche piccola sbavatura qua e la, come una lentezza generale nel raccontare la storia, o il bisogno di compiere determinate azioni per salire di livello, pena il grinding per livellare la propria squadra, ma nel complesso Triangle Strategy è un titolo perfetto per chi è a secco di strategici a turni e un ottimo “entry point” per tutti quelli che non masticano il genere ma ne sono sempre stati incuriositi. Così come fu per Octopath Traveler, ci auguriamo che Triangle Strategy riesca a far breccia nel cuore dei giocatori, e che sia solo l’inizio per una nuova, epica, serie.