UN POSTO DOVE VIVERE: Recensione e INTERVISTA all’autrice Midori Yamane

Un posto dove vivere intervista Midori Yamane
Un posto dove vivere, ecco a voil'intervista con l'autrice Midori Yamane.

Un manga targato UPPER COMICS!

upper comicsL’Upper Comics ha fatto centro!
Tutti gli amanti della cultura e delle tradizioni giapponesi non possono ignorare “Un posto dove vivere”; si tratta di un’opera realizzata dall’artista Midori Yamane: scoprite di più su di lei alla fine dell’intervista!
(QUI  la sua pagina FB)

– Potete trovare la RECENSIONE e la SINOSSI del manga subito dopo l’intervista –

 

INTERVISTA

1) Buongiorno Signora Midori, come nacque la sua passione per il disegno?

“Buongiorno a voi!
Ho sempre avuto la passione per il disegno.
Non so cosa mi ha spinto. Comunque è anche vero che il Giappone è il paese dei segni. Siamo circondati.
Sia alla scuola materna che alle elementari ci sono le lezioni di disegno.
Ah, poi, quando ho imparato a leggere già esistevano le riviste di manga e quindi le leggevo.

Il mio passatempo preferito era quello di disegnare il mio manga su un quaderno. Il protagonista che preferivo era “Mari-chat”, una ragazza della mia stessa età che viveva in un castello con tanti animali (si vede che l’aria maligna del materialismo già era cominciato a crescere…).
Naturalmente non c’era una storia vera e propria, disegnavo quello che avrei voluto fare”.

 

2) Come mai ha scelto di disegnare con questo stile davvero caratteristico e particolare?

“In primo luogo, non ho mai imparato bene l’uso del pennino.
Non è per me.
Poi era da un pò che mi attiravano i segni gestuali.
Infine ho scoperto “fudepen” della Pentel, ed ho esclamato: ‘è mio!’
Mi pento di non aver imparato bene l’arte della calligrafia con il pennello, eppure era una delle materie sia alla scuola elementare che alle medie.
Adesso mi sto avvicinando alla tecnica “sumi-e”, cioè il disegno con la china. Un disegno monocromatico con la sfumatura di grigio.
Fino ad ora ho sempre colorato digitalmente tutte le tavole, ma per la pubblicazione della Upper Comics ho fatto tutto in bianco e nero. D’ora in poi, le linee le farò con il fude-pen e le ombre le farò con il pennello con la china.
Così il profumo di “una volta” aumenterà.”
3) Come mai ha scelto di raccontare il suo passato?
“Prima di tutto non ho la testa di inventare le cose di fantasia. Quindi se dovessi creare una storia, l’argomento devo estrapolarlo dai fatti.
Stavo cercando un argomento per un web-manga. Ho tanti amici italiani su FB e molti, con immesso piacere, hanno interesse a scoprire di più sul mio paese. Così, prima ho deciso il mio target, come fanno quasi tutti gli autori di manga.
Dopo di che mi sono detta: ‘cosa racconto ai miei amici del bel paese?’
In quel in Giappone ci fu un disastro politico grazie al quale ho riflettuto molto sul Giappone, la sua tradizione e la mentalità, ecc. Poi ci fu subito quel famoso, orribile terremoto seguito dallo tsunami. La catastrofe fu veramente pesante, ma ho avuto varie informazioni sui comportamenti dei sopravvissuti. Questi hanno dimostrato di essere civili, senza rubare, aiutandosi e portando pazienza.
Così ho pensato che forse tutt’ora nel popolo giapponese è rimasto qualcosa di buono, anche se sta per scomparire.
(come avevo accennato nel libro, è stata un’operazione voluta dagli americani nel dopo guerra e ora sta fiorendo l’effetto di quella operazione).
Questi pensieri mi hanno portato alla mia infanzia.
Grazie al fatto che sono mamma e bado a mio figlio, mi sono venuti in mente tanti ricordi e tante cose di mia madre ed i miei nonni.
Mi sono accorta che all’epoca (anni cinquanta e sessanta)  siano stati l’ultimo periodo in cui viveva la tradizione vera propria, e credo che anche qui in Italia sia stato così.
Avevo i nonni che sono nati durante l’epoca Meiji, quel grande periodo in cui il Giappone è stato costretto ad un grosso cambiamento, pur lasciando la mentalità e abitudine tipicamente giapponese. Il cambiamento è stato molto forte e si trattava dell’occidentalizzazione sul sistema politico e militare per non subire colonizzazione da parte degli occidentali, tuttavia i giapponesi dell’epoca sono riusciti ad occidentalizzarsi lasciando vivere la tradizione.
Negli anni ’50 e ’60, cioè prima che arrivasse il boom economico che ha cambiato il valore della vita, insieme alla ricchezza materiale abbiamo cominciato a perdere il valore spirituale.
Quindi a mio avviso, gli anni ’50 – ’60 sono stato l’ultimo periodo in cui tutti vivevamo con i valori diversi di oggi.
In più, oggi le informazioni sul Giappone si possono trovare facilmente sul web o volendo si potrebbe anche visitarlo fisicamente.
Tuttavia trovare e scoprire la vita quotidiana di una persona comune di quel passato forse diventa più difficile. Quindi eccomi qua!
Spero che non vi sto facendo annoiare…”.
4) Quale messaggio vorresti far arrivare ai lettori?

“Prima di tutto le informazioni della vita quotidiana dell’epoca, quindi la casa fatta di legno e carta con i tatami, come ci vestivamo, gli oggetti e utensili e molto altro…

Poi vorrei far arrivare anche la parte che ‘non si vede’: i nostri comportamenti e la mentalità che fa nascere quei comportamenti.

La mentalità sarebbe quel valore nella vita più spirituale che materiale. Quando ero giovane, poi ho vissuto l’epoca di “Women’s Liberation” e quindi pensavo che diventare la donna di casa e una madre sarebbe una vita più noiosa.”

 

Ci sono significati e messaggi profondi all’interno dell’opera…
Molto spesso ci dimentichiamo del valore della famiglia e la bellezza delle tradizioni!

 Un posto dove vivere Midori Yamane
5) Cosa apprezza di più del Giappone Moderno?
“La tecnologia.
Ci sono tante tecnologie di cui non si sa molto.
Per esempio, tecnologia per far crescere le piante nel deserto, lo sapevate?
Lo Shattle della NASA se non ci fosse la tecnologia della KYOCERA (una ditta di ceramica) non partirebbe.
Avete mai sentito parlare degli Shinkansen? Si tratta di un treno super veloce: da quando è stato inaugurato non ha mai fatto incidente!
Poi del Giappone Moderno amo quelle cosine che non servono a nulla ma ti fanno venir voglia di averle tutte!
Non vi andrebbe di possere un salvadanaio di “Senza Volto” dello studio Ghibli? Lui tiene le due mani aperte, tu metti le monete e quando raggiunge la quantità di peso stabilito con un suo piccolo ‘ah…’ le ingoia!
Poi ci sono tantissime bustine di plastica di snack, di salsa di soia per il Bento, che si possono aprire senza fatica.
Una mini katana per aprire le lettere o per tagliare la carta, fatta direttamente dai maestri di katana! L’ho saputo pochi giorni fa, ma hanno fatto delle quantità limitate e le hanno vendute tutte.”
6) Invece che cosa ha pensato venendo in Italia? Cosa le é piaciuto e cosa no?
“L’Italia è il bel paese! Ha tutto!
La natura, la gastronomia, la cultura, la storia.
Quando la prima volta che sono stata in italia, dopo che aver girato con un’amica la Francia e la Spagna, la prima cosa che ho notato è stata l’allegria come la Spagna e non come la Francia, ma la Spagna ha quell’atmosfera, come dire, “terra” , “grezzo”.
Se la Spagna fosse un segno gestuale, come un’artista che mette la sua mano nel colore e butta sul foglio, l’Italia la immagino come se dopo quel segno gestuale ci fosse un segno architettonico preciso, che attraverso due linee creano un’armonia stupenda.
Quello che non mi piace dell’Italia, è che piano piano sta venendo distrutta dalla corruzione!
7) Quindi attraverso il suo manga il suo scopo é quello di portare un pó di “giapponesitá” nel bel paese?
“Beh, si può dire anche così.
Naturalmente l’Italia non deve diventare il Giappone. Ma dovrebbe esserci meno corruzione, più rispetto degli altri e più armonia con la natura non farebbe male.
Possiamo iniziare dal non buttare immondizia per strada, o sulla riva del mare.
Recentemente sono stata sull’isola di Favignana. Un bel posto di mare, con l’acqua limpida, una piccolissima spiaggia nascosta, ma piena di bottiglie e buste di plastica… aiuto!”.
8) Comunque che consiglio darebbe a coloro che vorrebbero intraprendere la strada del mangaka?
“Bisogna rendersi conto che non esiste una bacchetta magica per diventare bravo a disegnare. L’nico metodo è praticare, praticare, praticare e praticare. Tutti i giorni.
Poi un altro elemento importante è quello di essere curioso.
Anche se ti piacesse lo stile manga, ma volessi avvicinarti alla porta di un professionista, devi curiosare anche le altre tipologie di fumetto!
Poi siete in Italia, il paese dell’arte, i capolavori sono dappertutto! Andate a vedere i musei, le chiese, le mostre.
Nutrite gli occhi.
Per chi volesse diventare un autore completo e quindi creare anche la storia, bisogna sapere che da zero non nasce nulla, in te devi avere degli ingredienti.
Se hai solo farina, puoi fare poco o niente. Ma se hai un pò d’acqua puoi fare la pasta. Se hai del lievito di birra puoi fare la pizza. Se hai il pomodoro, se hai anche la carne, i pesci….
Più ingredienti hai, più la tua cucina sarà ricca! Anche nel creare la storia è stessa cosa.
Così, leggerai diversi libri, quelli classici e quelli moderni, vedrai tanti film, ti saranno d’aiuto anche i libri di sceneggiatura scritti dai vari sceneggiatori di hollywood, quelli della pixer, ne esistono davvero tanti. Ti fanno capire come bisogna ragionare.
Trova il tuo hobby, quello che ti interessa, oltre disegnare. Questo ti aiuta a trovare che tipo di autore vorresti essere e anche il tuo tema.
Il grande Tezuka, per tutte le sue opere (più di 700, pazzesco no?) c’è un “tema” in comune: ‘che cos’è la vita?’
Il mio potrebbe essere ‘la scoperta della quotidianità’ oppure ‘essere sensibili ai piccoli gesti’
Tra Tezuka e me c’è una grande distanza sia in termini di grandiosità sul tema, sia sulla quantità produttiva. Ma ora ho acquisito un tipo di filosofia, cioè che ognuno vive la sua vita, perché ognuno ha un ruolo diverso.
9) Vuole dare un ultimo saluto ai suoi lettori?
“I Manga (fumetti) sono un bellissimo modo di trasmettere e comunicare con la gente.
Spero che li amiate sempre di più e se qualcuno volesse diventare autore o editore, in questa era digitale c’è tanta possibilità: ci sono nuovi metodi e nuovi modi di esprimersi.
Sta a voi giovani scoprire e inventare.
Quindi, ‘GAMBATTE KUDASAI’!”

Ecco un’ESCLUSIVA solo per noi di Nerdmovieproductions…

10) Sta preparando un secondo libro collegato a “Un posto dove vivere”?

“Si. Sperando di riuscire a fare in tempo per il Lucca Comics 2017.
‘Un posto dove vivere’ è un libro che “per caso” è stato pubblicato dalla Upper Comics, ma per me è il lavoro della vita; a prescindere da qualsiasi situazione continuerò a produrli finché la morte non ci separi.
Su quell’argomento ho troppe cose da dire!”

RECENSIONE

Il volume autobiografico “Un posto dove vivere” si presenta molto bene alla vista: una copertina rigida con sfondo prettamente bianco, mostra disegni “semplici” che definiscono fin da subito lo stile della Signora Un posto dove vivere Midori YamaneMidori.

Dopo aver letto il manga, posso dire che trovo davvero molto appropriato questo stile di disegno al racconto, perchè collego la semplicità dei piccoli gesti alla “semplicità” dei disegni.
E’ possibile immergersi in quel passato quasi surreale, vivendo in prima persona le tradizioni raccontateci dall’autrice.

Quella semplicità che si cela dietro i piccoli gesti ci fa notare quanto ormai diamo poca importanza a queste cose, svalorizziamo costantemente quello che ci viene offerto dal prossimo, la figura di mamma e papà che costantemente ci proteggono e ci sostengono.

Ci fa capire quanto poco rispetto ci sia oggi e quanto sia grande la differenza che intercorre tra il nostro mondo attuale e quello di Midori…. Solo 50 anni di differenza eppure vi è un abisso tra le due realtà, che è in grado di farci sentire piccoli e lontani da quella vita di una “semplice” bambina.

Ho trovato quest’opera coinvolgente, non solo per tutto quello sopra citato, ma anche per il suo lato istruttivo: Midori ci racconta di usi e costumi del Giappone, ci descrive tradizioni che ancora oggi vengono rispettate e ci narra un pò di questo magnifico paese da cui tutti noi potremmo trarre ispirazione.

L’opera è stata in grado di farmi riflettere sul dopoguerra, infatti l’autrice ci racconta come la perdita di quei valori e l’occidentalizzazione del Paese del Sol Levante sono state IMPOSTE dagli americani, i quali applicarono delle operazioni perUn posto dove vivere Midori Yamane annientare la tanto amata “giapponesità” che ci viene raccontata da Midori.

 

<<Da amante del Giappone ho adorato la strada intrapresa dalla signora Midori Yamane, dunque è lecito farle un grosso augurio per il futuro ed attendere il prossimo volume!>>

 

SINOSSI

“Un’autrice di fumetti racconta in modo intimistico la propria infanzia nel Giappone degli anni ‘50 e ‘60, analizzando i risvolti del rapporto con la sua famiglia, con la sua nazione d’origine e con l’ambiente che la circonda, tutto narrato dalla casa in cui è cresciuta.

Midori Yamane, mangaka famosa nel paese del Sol Levante dagli anni ’70, ci regala in esclusiva un’opera autobiografica introspettiva di rara eleganza, raccontata con coscienza di sé e di quello che è stata, anche con un po’ di nostalgia”.

 

Da sapere sull’autrice: ‘Midori Yamane’

midori yamaneNata a Tokyo nel 1954, l’anno del cavallo e sotto il segno dei pesci.
Da quando ha imaparato a leggere è entrata nel mondo dei manga.
Si laurea presso l’università femminile delle Belle Arte “Joshi Bijyutsu Daigaku”.
Viaggia in Europa del sud nel 1978 e s’innamora dell’Italia quando ci torna l’anno successivo. Fatale. Visto che vive ancora in Italia.
Negli anni novanta lavora come redattore esterno della redazione settimanale Morning della Kodansha per un progetto, “Autori non giapponesi creano opere ex novo per il mercato giapponese”.
Gli autori trattati sono Igort, Leila Marzocchi, Marcello Jori, Giuseppe Palumbo.
Nel frattempo, per pochi anni, ha pubblicato un “saggio-manga”, basato alla vita reale quotidiana, dal titolo “La vita di Roma”.
Dopo la chiusura del progetto, collabora come docente del seminario la narrazione e tecniche Manga presso la Scuola Internazionale di Comics ed è stata traduttrice per la Marvel Italia e Coconino Press.

Una volta appresa l’esistenza del progetto Upper Comics si offre di arricchirlo con la sua opera “Un posto dove vivere”, interessante autobiografia che racconta in modo intimistico la sua infanzia nel Giappone degli anni ’50 e ’60.

Si definisce “manga-editor”, cerca di trasmettere la sua conoscenza della struttura dei manga ai presunti fumettisti ma anche a chi non interessa il manga, perché la tecnica della narrazione dei manga è quella della regia.

UPPER COMICS: una nuova realtà tutta italiana!

La Upper Comics è una casa editrice multimediale nata a Messina nel 2016 dalla mente di Gaetano Scoglio.

Il loro scopo è quello di far conoscere sempre più artisti emergenti, dare spazio a capolavori come quello della Signora Midori e accompagnare il lettore attraverso incredibili avventure grazie a fumetti di qualità.

Dall’action allo steampunk, l’UPPER COMICS si propone di pubblicare (digitalmente e su carta) storie a fumetti con varie cadenze.

A questa nuova realtà tutta italiana l’intera redazione di Nerdmovieproductions fa un grosso in bocca al lupo!

Clicca QUI per scoprire il loro sito ufficiale e tutte le opere disponibili.

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