Una vita da Dug: la recensione dei cinque cortometraggi Pixar

Torna su Disney+ il cane più simpatico di sempre

La recensione di Una vita da Dug

In arrivo dal 1° settembre su Disney+, Una vita da Dug è la serie di cinque cortometraggi Pixar tutti incentrati sull’indimenticabile cane parlante del film animato Up. Grazie a Disney, abbiamo avuto la possibilità di vedere i corti in anteprima e, possiamo assicurarvi, ci hanno conquistato dall’inizio alla fine. Non importa che abbiate dieci o trent’anni, sarà impossibile non sorridere e fare gli occhi a cuoricino nel vedere cosa combinerà Dug episodio dopo episodio, costantemente vittima di situazioni tragicomiche. E, soprattutto, se quando avete visto Up per la prima volta vi eravate innamorati di lui, sarà bello per voi scoprire che quel sentimento non è cambiato affatto.

La sinossi

Dopo gli eventi di Up, Dug e Carl fanno ritorno in città e insieme vanno a vivere in una nuova casa. Carl, da burbero e scontroso, è diventato molto più affabile e finalmente ha trovato un nuovo compagno di avventure.

Il punto di forza di Una vita da Dug è la semplicità narrativa che caratterizza tutti e cinque i corti. Lo sceneggiatore Bob Peterson – che ha lavorato “solo” ad alcuni dei capolavori Pixar (Alla ricerca di Nemo, Toy Story 2, A Bug’s Life, Ratatouille, Up) è riuscito a bilanciare, seppur nel poco tempo di durata di ciascun corto, i momenti divertenti a quelli più riflessivi, dando vita a storie coinvolgenti e dal forte appeal. Come Pixar ci ha insegnato in tutti questi anni, infatti, nel rivolgersi ai “più piccoli” non bisogna mai essere troppo didascalici nel modo di raccontare qualcosa; così anche stavolta il messaggio arriva senza che si debba ricorrere a triti spiegoni, che di certo farebbero annoiare lo spettatore più adulto.

Al contrario, Una vita da Dug non annoia mai, e anzi affronta tematiche profonde che vanno oltre il gioco: l’empatia, l’amore per il prossimo, la consapevolezza di sé e dei propri limiti. Dug non è solo un cane simpatico; ancor più umanizzato per via del suo collare ultra tecnologico che riesce a farlo parlare, ma qui si pone come qualcuno in cui i bambini possono immedesimarsi e crescere insieme a lui. Man mano che Dug impara una lezione, li porta con sé e li guida come farebbe un vero amico.

Perché Dug è così: è il cane incontrato per strada che inizia a farti le feste anche se non sei il suo padrone, ti darebbe tutto senza chiedere niente in cambio – a meno che voi non siate degli scoiattoli, in quel che caso scappate – e anche se a volte tira troppo la corda (in tutti i sensi) è impossibile non amarlo per quello che è.