La “Words Matter Task Force” del dipartimento IT dell’Università del Michigan, la scorsa settimana, ha pubblicato un ampio elenco di termini ritenuti offensivi e ha proposto delle alternative da utilizzare. Tra la lista dei termini offensivi c’erano “picnic” e “brown bag”, letteralmente “borsa marrone” ma che riprende nello specifico il termine usato per indicare una riunione informale o una sessione di scambio di informazioni o simili che si fa durante la pausa pranzo quando, di solito, si mangia qualcosa al volo contenuto dentro un sacchetto di carta di colore marrone.
L’elenco aveva lo scopo di “comunicare in modo più efficace con i clienti” utilizzando un linguaggio specifico che non “danneggia il morale” o “esclude inavvertitamente le persone dal sentirsi accettate per fomentare una cultura sana e inclusiva”. La task force ha affermato che l’uso di un linguaggio inclusivo è “indispensabile per creare una cultura in cui tutti si sentano benvenuti, apprezzati e rispettati”. Per termini come “uomini” o “uomo”, la task force ha suggerito un termine più neutro come “persone” o “persona”. Ma ciò che spiccava davvero nell’elenco erano le parole “brown bag” e “picnic”. In alternativa a queste parole “offensive”, la task force ha suggerito “pranzo e apprendimento” per “brown bag” e “raccolta” per “picnic”.
Non è chiaro il motivo per cui “brown bag” sarebbe stata offensiva. Tuttavia, il motivo per cui la task force ha ritenuto offensivo “picnic” potrebbe derivare da affermazioni sui social media secondo cui la parola ha le sue origini nel linciaggio degli afroamericani. Reuters aveva riferito a luglio che il termine deriva dalla parola francese del XVII secolo “pique-nique”, che veniva utilizzata per descrivere gli incontri sociali in cui i partecipanti portavano cibo o altri oggetti. Quindi le sue origini non avrebbero nulla a che fare con omicidi di matrice razzista.