V-Rally 4 torna dopo una pausa durata tanti anni. Divertimento, varietà e buoni circuiti, ma bastano per farlo emergere tra i racing game?
Era il lontano 1998 quando uscì il primo V-Rally, gioco sviluppato da un gruppo di sviluppatori di grande talento all’epoca conosciuti come Infogrames Multimedia. All’epoca il gioco era meraviglioso come la maggior parte dei videogiochi per Playstation: grafica di altissimo livello e una grande cura alla componente multiplayer locale. La fisica dell’auto era l’unica pecca a differenza del concorrente Colin McRae Rally: bastava, infatti, toccare un po’ di erba o di ghiaia fuori dalla pista per far rotolare e impazzire l’auto finendo capovolta. L’attrito era inesistente di fatto e non vi era alcuna differenza tra i terreni dove si gareggiava. Sto, però, parlando di venti anni fa e dopo questo titolo, a cui ho giocato per ore e ore, ne sono usciti altri tre che però presentavo gli stessi pregi e difetti che a poco a poco lo hanno allontanato dai concorrenti.
A più di quindici anni di distanza dall’uscita dell’ultimo V-Rally, il team di sviluppo di WRC 7 e Kylotonn ha deciso di usare il suo motore grafico proprietario, il motore KT, per realizzare il quarto capitolo di questa prestigiosa e divertente “saga” automobilistica. Fin dall’inizio, però, tutti eravamo consapevoli che si trattasse di un’esperienza di corse differente rispetto a quella di WRC 7, ma quanto differente? E soprattutto, è una nota positiva? Scopriamolo insieme.
Gameplay
Già dal primo avvio del gioco, notiamo che Kylotonn ha voluto provare a copiare Dirt 4 della Codemasters allontanandosi, di fatto, da tutti i precedenti V-Rally. Lo si nota fin dalla voce della nostra aiutante che risulterà stanca e superficiale come accade in Dirt. La voce, comunque, ci renderà partecipi di tutte le parti del gioco e delle diverse discipline divise in Rally, Rallycross, Buggy (o baja racing), l’Hillclimb (a volte Downclimb) e la Gymkhana, che qui prende il nome di Extreme-Khana. Tutto questo è estremamente simile al titolo di Codemasters. La modalità carriera permette di girovagare per il mondo e di partecipare alle competizioni di diverse categorie, ma la progressione risulta essere decisamente confusa poiché non esiste un calendario né degli obiettivi chiari verso cui puntare. Si hanno solo degli obiettivi sporadici spesso nemmeno inerenti alle gare, quindi il gioco si riduce in una continua ricerca della vittoria così da accumulare denaro, comprare veicoli sempre migliori e partecipare alle altre sfide proposte di volta in volta.
Il completamento delle corse farà scomparire queste dalla mappa di gioco e farà spazio a quelle successive sulla carta più complesse e articolate, ma gli sviluppatori hanno glissato un modo per informare il videogiocatore sul percorso più sensato da seguire rendendo il tutto confusionario e distorto. La scelta è chiara, la volontà è quella di non fossilizzare il videogiocatore in una sola disciplina portandolo a provare di tutto, ma così il risultato è caotico e senza mordente. Il problema è che anche la modalità online è gestita nello stesso modo. Nella modalità carriera si dovrà, comunque, assumere un agente, degli ingegneri e dei meccanici da pagare secondo un salario prestabilito alla fine di ogni mese e ciò influirà sia positivamente che negativamente sulle finanze così come alle spese per le altre vetture, i miglioramenti e le riparazioni.
Analizziamo adesso le varie modalità: la modalità Rally è abbastanza classica, una sfida contro il tempo cercando di percorrere un tratto più o meno complesso nel minor tempo possibile rispetto agli avversari. Il V-Rally Cross prevede delle gare contro altri avversari visibili all’interno di tracciati circoscritti dove vi è l’obbligo di passare almeno per un giro nella sezione segnalata in rosso, che vi farà perdere un po’ più di tempo del previsto. Col Buggy invece è quasi all’opposto: le piste sono davvero ampie, prevedono salti, enormi pozze di acqua stagnante e si corre sentendo addosso un senso di libertà adrenalinica. L’Hillclimb, o Downhill quando capiterà di dover scendere giù lungo un tracciato, prevede l’uso di bolidi lanciati a folle velocità. Qui la prima nota positiva ovvero diversi scorci paesaggistici mozzafiato, frutto del talento creativo del team di sviluppo che – come in tutte le altre modalità – ha dovuto inventarsi da zero le piste, visto che V-Rally 4 non usufruisce di alcuna licenza ufficiale. In Extreme-Khana l’accento è posto sulle derapate e le sfide proposte comprendono spesso strade molto strette, tortuose e ricche di zone in cui riflessi e abilità devono fondersi al meglio per totalizzare il miglior risultato possibile. V-Rally 4, quindi, a parte il caos, non annoia e la varietà è garantita dai ventidue tracciati, ciascuno disponibile in diverse condizioni meteo. Senza contare le diverse località appositamente create per le gare classiche da rally. Vi è anche un gran numero di auto, più di cinquanta, tra storiche e moderne. Allora, quale è il problema più grossi di V-Rally 4 dal punto di vista del gameplay?
Il problema è che nonostante sia uscito a un anno di distanza da WRC 7, V-Rally 4 è un gioco che riesce a essere peggiore in tutto. Non si riesce a capire il motivo dato che gli sviluppatori sono gli stessi, ma il modello di guida è impreciso, le auto tendono a pattinare eccessivamente, il sovrasterzo è sempre accentuato indipendentemente dal modello della vettura, e lo zigzag sarà la nostra unica specialità anche se ci prenderemo la mano. Non ci sono opzioni per migliorare o quanto meno limitare questi problemi, perché gli unici interventi attuabili sono legati alla meccanica e all’assetto che non aiutano poi chissà quanto. Addirittura in WRC 7, KT Games era riuscito a bilanciare tutti i vari aspetti della fisica della ghiaia, e il fatto che simulassero sia la temperatura esterna che quella interna degli pneumatici significava che potevano offrire una sensazione di guida realistica e perfettamente prevedibile senza mai diventare troppo facile. Qui tutto questo è inesistente e anche gli aspetti che dovrebbero essere realistici come i danni all’auto, in realtà sono imprecisi e per nulla reali. Solo alcune parti dell’auto sono distruttibili e i danni sono totalmente casuali.
Comparto tecnico
Dal punto di vista tecnico, V-Rally 4 è nella media, si poteva fare certamente di più. La grafica vede dei paesaggi molto belli, carichi di elementi poligonali e di vario genere perché mostrano territori come Siberia, Romania, Cina, Kenya, Giappone, Malesia con un misto tra natura e città. L’illuminazione è ottima, soprattutto nelle fasi di giorno e di tramonto, un po’ meno nelle fasi notturne. Peccato gli interni delle auto e soprattutto un sonoro che si limita ad avere un buon doppiaggio e un buon suono ambientale, ma è pessimo per quanto riguarda le colonne sonore ripetitive e monotone. Sono praticamente sempre le stesse canzoni ripetute in loop.
Commento conclusivo
In conclusione V-Rally 4 non è quell’esperienza che ci si aspettava. Confusionario, poco realistico e poco appagante, ma è comunque molto divertente. Non mancano le cose da fare, non mancano le vetture per farlo e graficamente è pure godibile. Se solo gli sviluppatori avessero posto più cura nei dettagli e lo avessero trattato più come un WRC che come un’errata scopiazzatura di Dirt, a quest’ora saremmo dinnanzi ad un capolavoro.