Da oggi pomeriggio a causa di un post di Piero Pelù sul fatto che la sua matita alle urne era cancellabile si è diffusa la matitafobia, tanto che sui social non si parla praticamente d’altro e mi è sembrato più volte di ritrovarmi in una cartoleria invece che su Facebook.
Le reazioni dei quarantenni Kaffèèèè non sono tardate ad arrivare con commenti del tipo: “perchè si usa la matita?!”, “Si cancella!!!”, “Pulizia kontatti!”.
Ve la do io la risposta a tutte queste domande, risposta che avreste potuto trovare con una breve ricerca su internet ma evidentemente era troppo faticoso.
La matita normale con cui siete abituati a disegnare dai tempi della vostra infanzia ha al suo interno una mina composta unicamente da grafite. Le matite usate per il voto, dette anche copiative, hanno al suo interno anche anche un colorante solubile in acqua (blu di metilene o violetto di metile), e un collante (gomma adragante). Le matite copiative risultano però essere indelebili solamente sulla scheda elettorale realizzate con una particolare filigrana e composizione chimica che ne impediscono la cancellazione in quanto la normale gomma cancellerebbe solamente la grafite lasciando intatta la parte dei coloranti. Inoltre le schede elettorali sono stampate con un inchiostro cancellabile per abrasione ed un eventuale tentativo di cancellazione della matita copiativa con una gomma porterebbe inevitabilmente alla cancellazione di parte della scheda elettorale, e dunque all’invalidazione della stessa.
Per quanto riguarda sul perché si utilizzi la matita, la risposta è molto semplice:
L’utilizzo della matita non lascia trasparire segni sul retro della scheda, una volta piegata, prima di metterla nell’urna, non lascia segni sulla scheda sottostante in caso di scrittura con due schede una sopra l’altra e anche perché si è deciso di conservare le tradizioni del passato dato che le prime penne a sfera hanno visto la luce solamente negli anni 60.
Per riassumere il tutto con una sola immagine: