Vivo, la recensione del nuovo musical animato Sony Pictures

Disponibile su Netflix dal 6 agosto

Vivo

Vivo è un altro colpo a segno sia per Lin Manuel Miranda sia per Sony Pictures Animation.

Il 2021 sembra essere decisamente l’anno di Sony Pictures Animation: dopo averci estasiati con I Mitchell contro le Macchine qualche mese fa, e intrattenuto senza troppe pretese con Il Drago dei Desideri, il prossimo venerdì sarà il turno di Vivo.

Questa volta si tratta di un musical, ambientato tra Cuba e Miami, e il film animato si fa forza delle canzoni scritte e interpretate da Lin Manuel Miranda, finalmente da un paio d’anni sotto i riflettori come merita.

E quando metti a scrivere l’autore di Hamilton, il risultato dal punto di vista musicale non può che essere superbo. Inoltre Vivo si regge anche su una trama solida e commovente, divenendo un altro colpo a segno per Sony Pictures Animation. E pensare che se non ci fosse stato Netflix il film di Kirk DeMicco (The Croods) non avrebbe neanche visto la luce… È stato proprio il colosso dello streaming a salvare dall’oblio la pellicola, distribuendola sia in sala dal 30 luglio (per ora solo negli Stati Uniti) che nei salotti degli abbonati a partire dalla prossima settimana.

Grazie a Netflix ho visto Vivo in anteprima e sono pronto a parlarvene senza alcun tipo di spoiler, in un racconto musicale che contrappone malinconia a vivacità.

 

 

Sebbene sembri una scimmietta color senape, Vivo è un cercoletto, un mammifero che fa parte della famiglia dei procionidi, che passa le sue giornate a fianco del musicista di strada Andres a raccattare qualche moneta per poter vivere i propri sogni d’artista. Nonostante noi lo sentiremo parlare tramite la voce dello stesso Miranda, tutti i personaggi umani del film sentiranno solamente i versetti dell’animale. Viene fatto intendere da subito come Andres e Vivo siano partner musicali, e come dipendano uno dall’altro. Un giorno, dopo la consueta esibizione, Andres riceve una lettera da Marta, sua amica ed ex partner volata via da Cuba e diventata un’artista di fama globale. Marta terrà il suo ultimo concerto a Miami e in nome dei vecchi tempi vorrebbe suonare con Andres un’ultima volta. L’occasione adatta a dichiarare un amore mai assopito, portando alla donna una canzone scritta in passato e che mai ha visto la luce.

Un nefasto evento metterà Vivo sulla strada per Miami, pronto a consegnare il brano scritto dall’amico a ogni costo. E come in ogni racconto on the road che si rispetti, il viaggio servirà al nostro cercoletto per imparare di più su se stesso e su ciò che lo circonda.

 

Vivo

 

Anche se dal punto di vista delle animazioni Vivo potrebbe sembrare un passo indietro rispetto ai Mitchell, l’avventura del cercoletto ha i suoi buoni momenti, e mischia anche animazione tridimensionale a sequenze in due dimensioni (spesso durante sogni o flashback). Il design del personaggi è tondeggiante per i protagonisti mentre più longilineo per i pochi “imprevisti”, una distinzione netta e che agisce sul subconscio.

Il racconto di Vivo è adatto a un pubblico di tutte le età, ma ha diverse letture sia per i più piccoli che per i più grandicelli. La ricerca del proprio scopo, la realizzazione del sogno, il rimpianto di una vita sprecata, sono solo alcun idei temi trattati nel nuovo lungometraggio di Sony Pictures Animation, tutti affrontati con rispetto e grazie alla forza della musica.

Perché in fondo si tratta di un musical, ed è inutile girarci attorno, le canzoni di Vivo sono il punto forte dell’intera produzione. Miranda mette al lavoro la sua penna e la sua capacità di mischiare diversi generi mettendo a schermo una decina di canzoni tutte (o quasi) facilmente memorizzabili e canticchiabili. Come se fosse uno spettacolo di Broadway, Vivo si staglia con vigore sui concorrenti moderni, dimostrando che un musical stile Rinascimento Disney è ancora possibile.

Vivo

Ho visto il film in inglese, per poi recuperare un paio di brani in italiano: a sostituire Miranda nella nostra lingua c’è Stash dei theKolors che, sebbene ci provi e faccia una prova più che buona, non può neanche sperare di raggiungere l’originale. Questo per un diverso tipo di musicalità che per la velocità con cui canta Miranda è difficilmente riproducibile nel nostro idioma. Il mio consiglio spassionato è quello di vedere il film in italiano solamente se avete dei bambini piccoli, oppure di gettarvi in una visione in inglese per potervelo godere al meglio.

Considerando anche il fatto che sarebbe non potuto uscire mai, Vivo è un musical riuscito e divertente, capace di coinvolgere emotivamente un pubblico di tutte le età con un racconto genuino e onesto. Non ci troviamo di fronte a una visione impegnata, ma a un ottimo prodotto d’intrattenimento che regala due ore di svago e musica. E, come dicevo in apertura, un altro centro per Sony Pictures Animation.

 

Vivo sarà disponibile su Netflix dal 6 agosto.