Una decisione in linea con quanto hanno affermato i principali esponenti del governo statunitense.
In questi ultimi giorni gli Stati Uniti sono stati al centro della cronaca internazionale a causa di due nuove stragi causate da giovani instabili in possesso di armi da fuoco. Una è avvenuta a Dayton in Ohio e l’altra ad El Paso in Texas all’interno di un Walmart, una delle catene di negozi più famosa degli USA. In quest’ultima sparatoria sono state uccise 22 persone e altre 24 sono rimaste ferite. Per l’occasione, il giorno successivo il repubblicano Kevin McCarthy ha dichiarato che i videogame sono la causa di queste sparatorie di massa e questo è stato affermato anche dal presidente Trump il quale ha aggiunto che i videogiochi violenti spingono i giovani a compiere atti violenti.
Dopo queste dichiarazioni, Walmart ha inviato ai propri dipendenti una comunicazione interna nella quale viene indicato di “rimuovere dal proprio negozio ogni accenno o display che contiene immagini violente o un comportamento aggressivo. Si devono rimuovere dal punto vendita o spegnere questi oggetti immediatamente.” Viene inoltre precisato di spegnere ogni pannello che possa mostrare giochi violenti, “specialmente prodotti PlayStation e Xbox” e viene detto di “cancellare ogni evento promozionale legato a combattimenti o sparatutto che potrebbero essere pianificati nella sezione Elettronica”.
Al centro di questa decisione non ci sarebbero solo i videogame, ma anche i film e i video “della stagione della caccia” presenti nella sezione Articoli Sportivi. Il colmo di tutta questa storia è che nel frattempo Walmart ha dichiarato pubblicamente che non cesserà la vendita di armi da fuoco e ha deciso di non ricordare ai propri clienti cosa è recentemente avvenuto.
Insomma, nonostante diversi studi scientifici dimostrino come non ci sia alcuna correlazione tra videogame e violenza reale, negli Stati Uniti invece di modificare la Costituzione che legittima il possesso delle armi, si preferisce continuare a criminalizzare ciò che fa più comodo.