Winter Burrow – La Recensione

Winter Burrow

Winter Burrow è un’avventura survival dal cuore tenero e dalla struttura sorprendentemente profonda, capace di trasformare un minuscolo topolino in un simbolo di resilienza in un mondo freddo, vasto e pieno di insidie. Un gioco che invita a prendersi il proprio tempo, ricostruire un rifugio perduto e ritrovare un senso di appartenenza in un bosco ghiacciato che sa essere tanto ospitale quanto ingannevole.

Siete un piccolo topolino all’interno di un vasto mondo gelido, impervio e pericoloso. Questo incipit potrebbe fare presagire qualcosa di terribile e drammatico, tuttavia c’è qualcosa di stranamente rassicurante nell’essere minuscoli in questo ambiente, soprattutto se il mondo è quello di Winter Burrow. Stiamo parlando di una delicata avventura survival ideata da Benjamin Salqvist e sviluppata da Pine Creek Games che ci mette nei panni di un piccolo e dolce protagonista che, dopo la morte dei genitori in città, decide di tornare alla sua tana d’infanzia pensando di trovare il suo vecchio e accogliente nido. Invece ad attenderlo c’è un mistero silenzioso: la tana è in rovina, una cara zia viene rapita davanti ai suoi occhi da un gufo e i boschi un tempo familiari sono ora ghiacciati e pieni di ostilità.

Questo è l’inizio di Winter Burrow, un titolo gentile, dolce, a tratti ripetitivo e incentrato sul ricostruire, riconnettersi e restare al caldo nel corpo e nel cuore. Si raccoglie, si cucina, si impara, si crea e si decora, esplorando una location che, rispetto alle dimensioni del protagonista, sembra immensa e piena di segreti e avventure.

Versione testata: PC

Una dolce e fredda avventura

Winter Burrow contiene tutti gli ingredienti classici di un survival, ma li serve con un tocco più morbido e immediato. Si comincia riparando la propria tana: un piccolo reticolo di stanze scavate nel tronco di un albero sotto la neve. Per riportarle in vita bisogna iniziare dai materiali più umili come rametti, foglie e fibre vegetali, addentrandosi nella foresta ghiacciata per procurarsi tutto il necessario. Ogni bacca, piuma o corteccia raccolta ha un peso reale. La vera sfida, tuttavia, arriva al freddo: occorre imparare a gestire calore corporeo, fame, energia e salute.

Winter Burrow

L’impostazione, come anche dichiarato dal creatore Salqvist, ricorda Don’t Starve, ma senza le sue punizioni severe. Per esempio, nel caso in cui non si riuscisse a tornare in tempo alla tana morendo per il freddo, si perdono gli oggetti raccolti, ma restano esattamente dove si è caduti, pronti per essere recuperati. Il mondo attorno pullula di risorse: funghi da mangiare al bisogno, bacche da strappare dai rami, materiali per creare vestiti caldi necessari per prolungare la durata all’esterno e tanto altro ancora.

Tuttavia vi è un indicatore da tenere bene in mente ed è quello delle fasi della giornata: il freddo è costante, ma più si avvicina la sera più il gelo diventa pungente. Anche in questo caso l’esperienza rimane accogliente poiché si pianifica senza disperarsi. È una routine invernale, a tratti ridondante e noiosa soprattutto nelle fasi iniziali, non una lotta disperata per la sopravvivenza.

Winter Burrow

Con il progredire del gioco, si costruiscono utensili, si cucinano piatti rinvigorenti che conferiscono bonus come più velocità, più calore o più salute, e si confezionano abiti che sembrano usciti da un libro illustrato. Tornare alla tana dopo una lunga giornata, svuotare lo zaino e vedere quel rifugio trasformarsi lentamente da rovina gelida a nido luminoso dà una soddisfazione genuina. L’arredamento arriva in fretta e a volte confonde visto che alcuni pezzi sembrano quasi avere funzionalità ma sono puramente estetici, eppure è impossibile non apprezzarne il fascino.

Insomma, c’è davvero tanto da fare: riparare scale, sbloccare il seminterrato, restaurare strumenti fondamentali come la stufa o il tavolo da maglieria. La progressione non è rapidissima ed è costellata di piccole conquiste, un paradiso per chi ama i giochi basati sul ciclo raccogli-costruisci-espandi. Non ci sono limiti di tempo per le missioni, quindi anche in questo caso la calma fa da padrona.

Winter Burrow

La ricostruzione e la guarigione rappresentano, quindi, la spina dorsale dell’avventura. Durante il viaggio, però, serve un occhio attento perché bisognerà evitare predatori come insetti e ragni. Questi sono semplici, ma ben caratterizzati e scoprire nuovi percorsi per evitarli non è affatto scontato. Il sistema di combattimento è basilare e sfrutta la medesima meccanica della raccolta di oggetti, solo che invece di colpire rocce, alberi o scavare a terra, si colpiscono i nemici. Una volta sconfitti danno preziose materie prime per produrre cibi speciali o utensili unici.

Un’esplorazione inaspettatamente complessa

L’esplorazione è il cuore pulsante dell’esperienza. La mappa sembra grande e piena di angoli nascosti: radure sotto le radici, fiumi ghiacciati, animali con cui stringere legami. Ma questa apertura porta con sé qualche attrito. Winter Burrow è pieno di zone simili fra loro e non esiste una minimappa o un qualunque sistema di viaggio rapido. Orientarsi, quindi, diventa un’impresa e tra l’inventario inizialmente minuscolo e il costante freddo, si è costretti a continui viaggi di ritorno alla tana per depositare materiali e riscaldarsi. Un ciclo che può diventare frustrante quando si è lontani e carichi di oggetti preziosi.

Winter Burrow

Per questa ragione il gioco introduce un sistema molto adorabile di impronte nella neve, ma queste svaniscono allo scattare di un nuovo giorno. E quando la neve ricopre tutto o si inizia a girovagare per raccogliere risorse a caso, perdersi è facilissimo. Lo zaino si può migliorare, ma dopo diverse ore di gioco, quindi il problema resta perché si raccoglie tanto, si torna indietro spesso, ci si disorienta di continuo e le migliorie arrivano troppo tardi.

Esistono scorciatoie, falò abbandonati da riaccendere e persino la possibilità di costruire forzieri in punti strategici, ma nulla di ciò che il gioco propone sembra davvero incoraggiare questo stile di gestione. Come se non bastasse esistono anche pochi indizi per ottenere alcuni degli oggetti richiesti, costringendo i giocatori a esplorare l’ambiente in un modo tutt’altro che stimolante.

Winter Burrow

Winter Burrow vuole essere un rifugio caldo e rilassante, ma le continue marce forzate spezzano inevitabilmente il ritmo. Col tempo si imparano alcuni punti di riferimento, per esempio i compagni animali restano nello stesso luogo e alcune zone diventano più riconoscibili, tuttavia non è sempre sufficiente. Il risultato è un’esplorazione affascinante ma costellata di momenti di smarrimento.

Eleganza visiva e sonora

Una cosa però è innegabile: Winter Burrow è splendido da vedere. Ogni schermata sembra un’illustrazione ad acquerello, morbida e dettagliata e prende spunto dalla stupenda e celebre opera di David Petersen, Mouse Guard. Il ciclo giorno/notte è naturale e poetico; la luce che filtra tra gli alberi all’alba o il bagliore ambrato della tana di notte rendono l’ambiente quasi magico. La colonna sonora è altrettanto delicata: piano, archi, suoni ovattati del vento e della neve. Una musica che non accompagna soltanto bensì avvolge.

Winter Burrow

I compagni animali rappresentano il cuore narrativo dell’esperienza. Ognuno ha una personalità distinta e missioni da completare: semplici raccolte, piccoli recuperi o perfino la ricerca di creature smarrite. In cambio offrono ricette e progetti per potenziare strumenti e accedere a nuove aree. Fortunatamente è presente un diario che tiene traccia di tutto, così da non perdere mai il filo. Inoltre in base alla missione che si intende seguire o al manufatto che si vuole produrre o riparare, è possibile seguire una traccia in cui è presente tutto ciò che va raccolto. Da segnalare che non esiste un doppiaggio, ma tutto è tradotto in un buon italiano.

La storia principale dura circa 10 ore e purtroppo dopo averla conclusa, ci sono pochi motivi per tornare a giocare. Tuttavia, questo non rappresenta un problema: ogni minuto trascorso ad aiutare i vari personaggi è piacevole. Anche la durata delle missioni è ben calibrata, in questo modo Winter Burrow non finisce mai per stancare.

Conclusioni

In definitiva Winter Burrow è un gioco che cresce lentamente sia nel gameplay che dentro il cuore del giocatore. Caldo, malinconico, a tratti impegnativo e sempre accogliente. Riprende l’essenza di Don’t Starve, sostituendone però l’ansia oppressiva con una sopravvivenza più intima, quasi terapeutica.

Richiede pazienza, soprattutto per chi mal sopporta i lunghi tragitti avanti e indietro non sempre comodi e facili da memorizzare. Ma per chi cerca un’esperienza da assaporare al tepore di una serata d’inverno, come per esempio un’avventura che faccia sentire piccolo, coraggioso e pieno di speranza, Winter Burrow è un rifugio perfetto in cui rintanarsi.

Winter Burrow è disponibile su Xbox One, Xbox Series X/S, Nintendo Switch e PC Microsoft

Winter Burrow
Pro
Atmosfera unica, coinvolgente e graficamente meravigliosa
Survival accogliente, immediato e poco punitivo
Progressione gratificante...
Contro
...ma troppo lenta considerando la lunghezza totale del gioco
Esplorazione a volte ridondante, frustrante e mancanza di minimappa
Poca originalità generale
7
Voto