Un incredibile viaggio vi aspetta in Ys IX: Monstrum Nox
All’interno della bolla dei JRPG sono molti i titoli validi che però rimangono in una zona d’ombra, oscurati dai nomi più altisonanti e che faticano ad emergerne nonostante le innate qualità. Spesso si tratta di progetti minori, di budget più contenuti e di rese grafiche lontane da certi standard generazionali, ma comunque di giochi che meriterebbero di essere provati ed apprezzati.
Una di queste serie è sicuramente quella di Ys, che in questo 2021, debutta su PlayStation 4 (e in un prossimo futuro su Nintendo Switch e PC) con Ys IX: Monstrum Nox, l’ultimo capitolo delle avventure di Adol Christin.
L’inizio di una nuova avventura
Dopo essere sopravvissuti al naufragio sull’Isola di Seiren raccontato in Ys VIII: Lacrimosa of Dana, l’avventuriero Adol e il suo fidato compagno d’avventure Dogi arrivano nei pressi della città di Balduq, nota per essere una città fortezza, dalla cui prigione sembra impossibile poter fuggire. Le cose però si mettono male fin da subito per i due, quando non appena varcata la soglia della città, vengono fermati dall’esercito locale per essere interrogati su alcuni misteriosi fatti legati alle avventure di Adol, e dei quali sembra non esserci una spiegazione logica.
La permanenza all’interno della prigione però durerà poco, quando Adol troverà il modo di fuggire riguadagnando così la libertà persa. Poco prima di poter cantare vittoria però, una misteriosa ragazza, Aprilis, si manifesterà davanti ad Adol, che colpendolo con un proiettile lo trasformerà in un Mostrum, una “creatura” dotata di poteri fuori dal comune in grado di di respingere orde di mostri invisibili all’occhio umano, che abitano il Grimwald Nox, un piano ultraterreno nel quale solo i Mostrum possono agire.
Adol scoprirà suo malgrado però che non potrà lasciare liberamente la città fin quando non avrà risolto i problemi che affliggono Balduq, e per farlo dovrà collaborare con un gruppo di Mostrum mal assortito.
Con questo nuovo capitolo di Ys, sembra che Falcom abbia deciso, a livello narrativo di fare il punto della situazione della serie, ripescando dal passato di Adol numerosi eventi collegati ai precedenti giochi, rendendolo di fatto il capitolo meno adatto con il quale affacciarsi alla serie.
Nonostante questo, la storia mostra subito tutto il suo potenziale, mettendo sul piatto tutti i problemi che affliggono la città, su uno sfondo socio-politico che riprende il background narrativo della saga, cogliendone diversi elementi di trama per sfruttarli al meglio in questa nuova avventura. Come se non bastasse le cose si complicano decisamente quando durante il racconto si sovrapporrà una nuova linea narrativa che vedrà nuovamente protagonista Adol all’interno della prigione. Questa nuova storyline andrà di pari passo all’avventura principale, rendendone almeno all’inizio criptica la sua comprensione.
Che si tratti di una linea temporale diversa? Un sogno? Non è dato saperlo, almeno non fino alla conclusione del gioco, ma questo espediente verrà usato come parte integrante del gameplay, dapprima per ricercare informazioni sulla prigione e la città di Balduq, poi in maniera ben più attiva alternando i due Adol del gioco per poter proseguire nell’avventura, intervenendo a vicenda per poter avanzare.
Con il senno di poi, una volta sbrogliata la matassa ci si rende conto di quanto questa trovata aiuti a sviluppare la storia, e di quanto gli sviluppatori potessero spingere proprio su questo dualismo già nelle prime fasi della storia.
Evoluzione ludica
Per il resto Ys IX: Monstrum Nox si comporta a grandi linee come i suoi predecessori, Memories of Celceta e Lacrimosa of Dana, che rispettivamente rappresentano il remake del quarto capitolo e l’ottavo, ma che in linea temporale fanno parte della stessa trilogia narrativa dato che sono moto interconnessi tra loro, specie quest’ultimo capitolo.
Questa volta Adol potrà fare affidamento ai suoi nuovi poteri di Mostrum, che si integrano alla perfezione con le meccaniche action-rpg di Ys e ne esaltano il lato hack’n slash.
Adol ha accesso a due tipi di attacco, rapido e potente, mentre gran parte del combat system si basa sull’uso delle abilità, che potranno essere imparate e livellate combattendo contro i nemici che ci permetteranno di sbloccarne di nuove con la normale progressione dei livelli. Le abilità con il punto forte dell’impianto combattivo e possono essere sfruttare a nostro vantaggio attingendo alle scorte di mana, che ne regolano l’uso a mo di cooldown.
Altro aspetto importante è rappresentato dalla parata e dalla schivata, due azioni normalmente fondamentali per ridurre l’apporto di danni alla nostra barra di energia, ma che se eseguite con il giusto tempismo ci consentono di entrare in una sorta di bullet time, uno stato rallentato nel quale le statistiche di attacco vengono momentaneamente potenziate, così da sbarazzarci dei nemici in men che non si dica. Non saremo poi soli durante le nostre avventure, e man mano la storia si svelerà saremo accompagnati dai vari membri dei Monstrum
Lo stato di Monstrum ci permette inoltre di accedere ad un nuovo set di abilità, che trovano maggior impiego durante l’esplorazione. Al contrario dei precedenti capitoli in Ys IX ci troveremo ad esplorare per la maggior parte del tempo un’unica location, quella di Balduq e della sua labirintica prigione. Ed è qua che entrano in gioco le abilità dei Mostrum. Per esempio, Adol potrà usare una sorta di rampino per spostarsi agilmente sui tetti delle case, mentre gli altri poteri ci garantiranno l’accesso a nuove abilità uniche, come la possibilità di vedere oggetti nascosti, planare per raggiungere posti altrimenti irraggiungibili o distruggere elementi dello scenario che bloccano nuove aree ricche di segreti.
Avendo una location limitata, per quanto estesa, la progressione della storia detterà i ritmi dell’esplorazione, facendoci accedere a nuove zone eliminando determinati nemici nel Grimwald Nox.
Qua Ys IX cambia totalmente faccia, assumendo i toni del tower defense. Per liberare Balduq dall’avanzata dei mostri, dovremo respingere le varie ondate che tenteranno l’assalto, proteggendo un cristallo che ci permetterà di accedere alla nuova area e così progredire: Per farlo potremo utilizzare anche degli aiuti, acquistabili e potenziabili da menù e che saranno disposti sulla mappa di gioco, e serviranno ad ostacolare l’orda e rallentare la sua avanzata.
L’aggiunta di questa modalità tower defense, e la particolarità dell’esplorazione sono due nuovi elementi che arricchiscono notevolmente l’esperienza con Ys. Accedere a nuove aree significa ottenere nuovi equip, o sbloccare negozi e NPC che ci saranno utili nel corso della nostra avventura. Lo stesso dicasi per la nostra base, il Dandelion, una locanda nella quale ospiteremo sia i Mostrum che i nuovi alleati che ci faremo progredendo nella storia, che forniranno un ulteriore aiuto per sviluppare le capacità di Adol e degli equipaggiamenti del party.
Ys IX è quindi a conti fatti un buon Action RPG di stampo giapponese, con diverse frecce nel suo arco per quanto riguarda il gameplay e le aggiunte arrivate con questo nuovo capitolo.
Si può fare di più!
C’è però un problema di fondo rappresentato dal suo comparto tecnico. Chiaramente la valutazione di Ys nasce dall’insieme delle sue caratteristiche e punti di forza, e quest’ultimo influisce in maniera relativamente importante, ma nell’ecosistema del gioco è impossibile non muovere qualche critica al motore che dà vita all’intera avventura. È vero, come abbiamo già sottolineato, che si tratta di un progetto che non gode di chissà quali budget o della risonanza di titoli più conosciuti e spinti, ma nonostante Ys IX giri su PlayStation 4, graficamente ci troviamo di fronte ad un titolo che sembra la remastered di uno appartenente a 2 generazioni fa.
La città di Balduq è completamente spoglia, e la sua realizzazione fa a cazzotti con la direzione artistica, fallendo nel replicare quanto di buono fatto nel character design. I modelli sono abbastanza semplici e basilari, sia per i personaggi che per le architetture, mentre il tutto è condito da texture slavate e poco risolute. Fortunatamente il gioco gira senza grossi problemi, e a parte qualche fenomeno di pop-up qua e là, relativo ad alcuni elementi del fondale, almeno sul piano del frame rate e della fluidità non ci sono grossi problemi da segnalare, se non qualche raro caso sporadico durante gli assalti con più nemici.
Vista la buona qualità del gioco è un peccato che Falcom non compia qualche sforzo in più per elevare una delle sue creature migliori, che proprio come per la serie Trails of Cold Steel, manca nell’avere quell’appeal che altri titoli anno. E dispiace vedere quanto questa serie potrebbe farsi conoscere e rivaleggiare ad armi pari con i mostri sacri del genere.
A livello artistico troviamo poi il doppiaggio originale giapponese, con la possibilità di alternarlo ad un ben più anonimo “dub” inglese che non brilla troppo per qualità. Decisamente meglio il comparto musicale, con una soundtrack ispirata e dalla giusta verve, che vi farà compagnia durante i momenti più accesi dell’avventura.